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I giochi che vorremo vedere ambientati nella Terra di Mezzo

Che ne dite di un gioco di ruolo alla Divinity: Original Sin II dedicato alla Compagnia dell'Anello? O di un action 3D de Lo Hobbit?

SPECIALE di Simone Tagliaferri   —   11/12/2017

Di videogiochi dedicati all'universo di Tolkien e derivati ne esistono davvero moltissimi, d'altra parte si parla di un universo enorme che ha vissuto una vera rinascita con le pellicole cinematografiche (Lo Hobbit è attualmente disponibile su Infinity). Eppure ci sono alcune grosse mancanze, soprattutto in tempi recenti. Proviamo quindi a immaginare quali generi potrebbero essere perfetti per trarne un nuovo titolo, evitando tutti quelli più battuti. Ad esempio non avrebbe senso sognare un altro open world sullo stile della miniserie di Monolith "La Terra di Mezzo", perché ce ne sono già due, mentre desiderare un gioco di ruolo decente è più che naturale, dato che non ne esistono. Ma bando alle ciance e procediamo senza ulteriori indugi.

Un gioco di ruolo single player dedicato alla trilogia

Sviluppatore: Larian Studios o Obsidian Entertainment

Sembra strano a dirsi, ma stiamo tristemente riportando un fatto: non esistono RPG decorosi, almeno pubblicati in tempi recenti, dedicati a Il Signore degli Anelli, versione cinematografica o letteraria che sia. I due L'Ombra di Mordor di Warner Bros. sono degli action a mondo aperto con qualche vago elemento da gioco di ruolo, ma niente di più. Anche Lord of the Rings: War in the North, sempre di Warner Bros., ha delle sfumature da GDR, ma sono molto lievi, mentre il focus è più sull'azione. In un passato non troppo remoto (stiamo parlando del 2004), in piena euforia per l'uscita della trilogia cinematografica, fu realizzato un gioco di ruolo molto blando, chiamato "La Terza Era", che aveva il respiro davvero cortissimo, impegnato com'era a cercare di soddisfare i fan nei modi più facili e sterili possibili. Giustamente lo ricordano in pochi.

I giochi che vorremo vedere ambientati nella Terra di Mezzo

"Lord of the Rings Online" è invece un MMORPG che possiamo considerare ben fatto, relativamente al genere, ma che si porta dietro una serie di limiti strutturali che lo rendono tutto tranne che epico: centinaia di quest riempitive, focus più sul bottino che sull'avventura e tanto, tanto grinding. Valido come esperienza sociale, ma non imprescindibile. Per trovare qualcosa di decente bisogna compiere un lungo balzo all'indietro e tornare al 1990, quando Electronic Arts pubblicò "J.R.R. Tolkien's The Lord of the Rings, Vol. I", primo episodio di una serie che si è fermata al secondo capitolo e che ovviamente può essere fruita con piacere solo se si ha la capacità intellettuale di confrontarsi con prodotto ormai datato. Insomma, la trilogia cui dobbiamo la moderna concezione del fantasy e a cui praticamente si sono ispirati tutti quelli che hanno frequentato il genere da lì in poi, non è mai stata trasformata in un gioco di ruolo con campagna single player che permetta di vivere le avventure di Frodo e soci con il giusto grado di epicità e di accuratezza. Eppure di questi tempi si potrebbe produrre qualcosa di ottimo senza dover per forza compiere uno sforzo produttivo titanico. Ad esempio si potrebbe affidare l'impresa a uno studio come Obsidian Entertainment (i "Pillars of Eternity", "Tyranny" e molti altri), che ha più volte dimostrato di poter sfornare dei grandi giochi di ruolo senza dover per forza spendere decine di milioni di dollari. Lo stesso vale per Larian Studios, che con "Divinity: Original Sin II" ha realizzato uno dei migliori giochi di ruolo di sempre, con una produzione relativamente modesta rispetto alle cifre che girano in ambito tripla A. L'alternativa sarebbe affidare il tutto a CD Projekt Red, ma paradossalmente lo studio dei Witcher ci sembra meno adatto per l'impresa, a meno di non chiedergli di abbandonare provvisoriamente gli open world per realizzare qualcosa di più guidato (sempre che si prenda in considerazione la sola trilogia). Escludiamo invece tutti quei team che trasformerebbero la Compagnia dell'Anello in un'epica corsa al grinding, con personaggi da sbloccare dopo trecento ore di gioco o tramite comode microtransazioni.

Uno strategico alla XCom o alla Mario + Rabbids incentrato sui fatti narrati in Valaquenta

Sviluppatore: Firaxis o Ubisoft Italia

Valaquenta è la seconda sezione del Silmarillion, in cui si racconta a grandi linee le guerre tra i Valar, i Maiar e Melkor / Morgoth, personaggi la cui origine viene narrata nella prima sezione dello stesso testo, Ainulindalë. In Valaquenta Tolkien evita di entrare nei dettagli di fatti che appartengono a un'epoca mitica della Terra di Mezzo. Una scelta intelligente e molto colta, considerando che farlo avrebbe in parte indebolito le opere successive. È solo leggendola però che possiamo apprendere dell'origine di Sauron, di quella degli Istari, di cui fanno parte Gandalf il Grigio e Saruman il Bianco, e di altre figure chiave della trilogia come Shelob. Perché ci piacerebbe vederla ridotta a uno strategico a turni?

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Intanto perché si tratta di materiale poco utilizzato (in effetti è molto difficile da maneggiare, ma con il giusto tatto non dovrebbe essere impossibile evitare cadute di stile, come magari trasformare Ungoliant in una figacciona da porno patinato) e inoltre perché di strategici in tempo reale di buona fattura dedicati al mondo di Tolkien e derivati ne esistono diversi, quindi non si sente esattamente la necessità di averne un altro. Volendo già l'antico "War in Middle Earth" per sistemi a 8 e 16 bit era un titolo più che buono, ma arrivando a tempi più recenti, come non ricordare i due "Il Signore degli Anelli: La Battaglia per la Terra di Mezzo"? Pur essendo usciti nel decennio scorso e pur non essendo profondissimi, sono ancora perfettamente giocabili e molto godibili. Volendo ci sarebbe anche il MoBA "Guardians of Middle-Earth" del 2013, ma forse è meglio lasciarlo perdere visto che non è venuto troppo bene e ormai non ci gioca più nessuno (in single player è abbastanza inutile). La nostra idea è vedere messa in scena la guerra contro Morgoth in una dimensione più ampia ed eterea rispetto a quella di un normale strategico, con truppe da studiare e imparare a utilizzare, il cui peso specifico possa fare davvero la differenza in battaglie campali fuori dal tempo. Pensate: un gioco in cui avrebbe senso poter schierare i Balrog e Sauron, da utilizzare alla loro massima potenza, senza rischiare di essere accusati del più bieco fanservice.

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Tante battaglie all'ultimo sangue in cui il bene e il male si confrontano muscolarmente, senza orchi che fanno battute brillanti e senza psicologismi fuori luogo. Un sogno, sviluppato magari dagli specialisti di Firaxis (serie Civilization, serie Xcom), o dalle primule di Ubisoft Italia (Mario + Rabbids), da giocare un turno alla volta su scenari ancora vergini degli eventi narrati nei libri successivi. Non accadrà mai, purtroppo, ma immaginarlo non costa davvero nulla.

Un action adventure con protagonista Bilbo Baggins

Sviluppatore: Crystal Dynamics o Naughty Dog

Lo Hobbit è già stato trasformato una volta in un action 3D... purtroppo. Era il 2003 e Sierra e Vivendi, cercando di sfruttare l'onda lunga della trilogia cinematografica de "Il Signore degli Anelli" (non per niente sulla copertina di The Hobbit c'era scritto in bella vista "Il preludio a Il Signore degli Anelli"), produssero un gioco d'azione di fattura meno che mediocre, con uno stile grafico anonimo e complessivamente spiacevole (Bilbo era veramente orrendo) e con delle meccaniche blande quanto buggate. Inevitable, lo studio di sviluppo cui fu affidato il progetto, ebbe pochissimo tempo per realizzarlo e ciò che ne venne fuori non rendeva giustizia all'opera di Tolkien in nessun modo. Non che siano mancati dei buoni videogiochi con protagonista Bilbo Baggins.

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Ad esempio l'avventura di Beam Software dei primi anni '80, omonima del libro, era molto fedele al testo e fu apprezzata dai videogiocatori, mentre in anni più recenti è stato pubblicato LEGO The Hobbit, valido titolo della serie LEGO che si rifà alla trilogia cinematografica. Sinceramente però ci manca qualcosa di più specifico: un titolo che riprenda l'idea dello Hobbit di Sierra, declinandola verso un'avventura alla Tomb Raider o alla Uncharted, con meno combattimenti e più esplorazione e, soprattutto, con una maggiore cura per lo scenario. La vedremmo bene nelle sapienti mani di Crystal Dynamics o di Naughty Dog: il Bilbo di Tolkien è un personaggio che cresce moltissimo di pagina in pagina, acquisendo conoscenze e capacità che gli consentono di affrontare situazioni impensabili per uno come lui. Come ogni Hobbit non è un guerriero, ma si dimostra scaltro in più occasioni (ad esempio quando inganna Gollum), sa muoversi in ambienti angusti ed è accompagnato da personaggi di grande valore che potrebbero essere utilizzati per gestire i momenti più action.