Ormai da tempo Milestone è sinonimo di "titoli su licenza": la casa milanese è nota per i suoi modelli di guida parzialmente simulativi (anche perché, se si tratta di motociclismo, non esistono periferiche in commercio in grado di dare davvero la sensazione di una due ruote), e spesso criticata perché i suoi prodotti - seppur sempre piuttosto solidi a livello di gameplay - non sembrano mai in grado di fare quel balzo qualitativo necessario a risultare davvero memorabili, al di fuori di qualche raro colpaccio. Forse è per questa tendenza a creare giochi "discreti" che tanti fan della software house chiedono a gran voce un suo ritorno alle origini, a quello Screamer che al lancio se l'era vista alla pari con i migliori corsistici della sua epoca e che pare ormai dimenticato. Solo che Milestone le sue radici non le ha scordate, e specialmente nell'ultimo periodo ha avuto un'evoluzione tanto improvvisa quanto necessaria grazie al passaggio all'Unreal Engine. I nuovi mezzi a disposizione hanno quindi spinto questi italici sviluppatori a fare una cosa inaspettata: tirar fuori dal cilindro un titolo arcade. Al posto delle gare ultraveloci su strada, però, questa volta il focus è lo sterrato, al punto che il gioco è stato battezzato "Gravel". Noi abbiamo testato mesi fa una sua build pelle e ossa, ma ora che l'uscita si avvicina siamo finalmente riusciti a provarne una versione molto più massiccia negli uffici Milanesi della casa. Ecco le ultime impressioni, prima della recensione.
L’America è piena di tamarri veloci
La campagna di Gravel rappresenta già un significativo passo avanti rispetto a quelle viste nei vecchi titoli di Milestone: tutto infatti ruota attorno al Gravel Channel, un'emittente televisiva incentrata su di uno spettacolare campionato di corse fuori strada, a cui il nostro alter ego partecipa con l'intenzione di diventare il numero uno di ogni singola categoria. Il modo per arrivare alla vetta? Ovviamente vincere una serie di competizioni per guadagnare il diritto di sfida a una lunga lista di tamarri stereotipati originari degli Stati Uniti, con tanto di filmatini di presentazione e auto personalizzate. Non si tratta certo di un'aggiunta rivoluzionaria, lo sappiamo, ma resta un bel passo avanti rispetto ai freddi menu e alle ripetitive registrazioni di ciò che è venuto prima, senza contare che le tante specialità presenti (incentrate sia sul tipo di pista che sulla tipologia di veicolo utilizzato) sembrano vantare un buon sistema di progressione, capace di impegnare per parecchio chiunque voglia sbloccare ogni veicolo e livrea.
La cosa più importante ad ogni modo qui è la guida, e Milestone ha chiaramente deciso di approcciare il modello arcade di Gravel con un occhio al passato, perché la vicinanza all'indimenticato Sega Rally risulta abbastanza evidente. Per carità, meccanicamente il gioco non è identico, ha una propria fisica (generalmente meno turbolenta, specialmente per quanto riguarda gli impatti, piuttosto permissivi), macchine più miti e una maggior tendenza alla "slittata controllabile" rispetto al glorioso antenato; eppure la larghezza delle piste, l'enfasi sulla velocità e sul drifting, e l'intuitività del sistema sono tutto un programma. Dal canto nostro non ci lamentiamo di certo: Gravel è un piacere da giocare, e pur rivelandosi adatto a qualunque tipo di pubblico non lesina la difficoltà, anche grazie a un intelligenza artificiale capace di fare tempi più che degni e non piagata dall'ormai fastidiosissimo effetto elastico (se c'è, l'hanno nascosto davvero bene).
Condizioni atmosferiche
Abbiamo solo un rimpianto rispetto alla precedente build: le condizioni atmosferiche. Prima infatti pioggia e neve erano veramente poderose e in grado di limitare con forza la visibilità, mentre ora l'effetto è stato pesantemente limitato. La prima versione delle intemperie del gioco ci piaceva proprio per la sua durezza, ma capiamo il punto di vista degli sviluppatori, che hanno deciso di cambiare le cose per evitare che alla lunga i cambiamenti climatici divenissero fastidiosi e si sono concentrati sulla risposta dell'auto. La conseguenza diretta, perlomeno, è che guidare su pioggia adesso è molto più arduo rispetto a prima, e costringe a un approccio più ragionato. Nel complesso, insomma, ci sembra un bel compromesso. Quasi nessuna critica invece per le piste, che ancora una volta ci sembrano il fiore all'occhiello del prodotto e variegate come non mai. Ne abbiamo potute provare pochine, ma sono davvero una bellezza, visto che gli artisti della casa non hanno dovuto sottostare alle limitazioni dei circuiti reali questa volta.
Per la cronaca, quel "quasi" che avete letto poco fa dipende solo da un tragitto da noi affrontato in questa demo, un tracciato desertica talmente facile da richiedere a malapena la nostra concentrazione sulla gara. Ci è parsa più una sorta di showcase del comparto tecnico del gioco che una pista vera e propria, ma è stato un caso isolato e non crediamo proprio che vedremo altri percorsi così "lineari" nella campagna. Visto che stiamo parlando proprio di comparto tecnico, però, è il caso di rimanere sull'argomento, e di considerare come Gravel sia forse il titolo graficamente più bello mai creato da Milestone. Vero, Supercross avrà un maggior dettaglio di terreno e piloti, ma l'arcade della casa milanese ha dalla sua grosse ambientazioni ricche di vegetazione, massicci montuosi e paesaggi mozzafiato, da cui sono stati ricavati i singoli tragitti. Una scelta vincente, che rende alcune corse davvero spettacolari.
Dopo la prova milanese ne siamo convinti: le basi per un ottimo gioco di corse arcade ci sono tutte. Da un punto di vista tecnico il passaggio all'Unreal Engine è stato un vero toccasana per la casa, mentre per quanto riguarda il gameplay abbiamo a che fare con un titolo intuitivo, ben calcolato e in grado di strizzare con garbo l'occhio a classici come Sega Rally. Certo, le caratteristiche da analizzare sono ancora molte, e forse non si tratterà di un videogame impeccabile e rivoluzionario, ma Gravel è chiaramente un progetto fatto con passione, criterio ed esperienza. A noi basta e avanza.
CERTEZZE
- Intuitivo, divertente e ben congegnato
- Tecnicamente e artisticamente è quanto di meglio sia uscito dalla casa
DUBBI
- Restano da valutare la validità della campagna e del multiplayer