Time Crisis, Ghost Squad, Point Blank e Silent Scope, tanto per citare i più popolari rappresentanti del genere, hanno tutti in comune delle periferiche eccellenti, strumenti che hanno permesso ai titoli in questione di svettare dapprima in sala giochi (siano sempre lodati i loro cabinati!) e di approdare poi con risultati altalenanti anche su console. Negli anni, purtroppo, il genere si è lentamente dissolto tra le nostre mani tornando con brevi fiammate ora che la realtà virtuale ha iniziato a fare capolino nelle nostre case. Blood & Truth dovrebbe rappresentare la massima evoluzione di questa tipologia di giochi ora che la tecnologia ha fatto passi da gigante e gli sviluppatori hanno avuto modo di sperimentare e testare diverse soluzioni per togliere del tutto sickness e problemi tecnici di varia natura. Al PlayStation VR Spring Showcase abbiamo avuto la fortuna di scoprire se le nostre speranze potessero in qualche modo trovare finalmente fondamento o se, ancora una volta, l'idea di vedere un degno erede di Time Crisis fosse tristemente destinato a sbriciolarsi davanti ai nostri occhi. Il responso? Una discreta via di mezzo.
Una pallottola in fronte al divertimento
Lo sappiamo, non è uso smorzare subito l'entusiasmo così ma Blood & Truth ci è sembrato un titolo dalle enormi potenzialità gettate in pasto a un sistema di controllo incapace di restituire quella sensazione di eccellenza che abbiamo provato in passato con i titoli sopracitati. Il problema, purtroppo, sta solo nel feedback delle periferiche, di quel PlayStation Move che proprio non ne vuole sapere di pesare o di regalare un feedback da "vera" arma da fuoco. Ed è un peccato perché la nuova produzione ideata da London Studios è in realtà ricca di qualità e, in termini di meccaniche e di trovate, è quanto di più esaltante si possa trovare negli sparatutto su binari odierni. Saremo il classico agente infiltrato pronto a sbaragliare intere organizzazioni in solitaria, capace di uccidere decine e decine di scagnozzi armati facendo irruzione dalla porta principale, il tutto ovviamente ornato da esplosioni e tamarrate proprie dei migliori film film di John Woo. Le pellicole di ispirazione sono quelle più classiche che potete immaginare, da James Bond ad Arma Letale, passando ovviamente per John Wick e Trappola di Cristallo. Il caschetto questa volta ci regala una buona immersività, ma giocare da seduti lascia comunque un distacco considerevole tra l'azione in gioco e le sensazioni provate, ponendo il cervello nella condizione di capire che ciò che sta accadendo a schermo è una semplice simulazione. Muovendo lo sguardo si possono quindi osservare i punti dove è consentito muoversi premendo il tasto Move, senza avere dunque la completa libertà di spostamento. Una volta raggiunta una copertura ci si può sporgere a destra e sinistra agendo rispettivamente su cerchio e quadrato, facendo fuoco con la nostra pistola verso nemici scarsamente preparati. L'intelligenza artificiale non ci è parsa particolarmente abile o reattiva e più di una volta siamo riusciti a sorprendere gli avversari inermi senza che questi ci notassero, nonostante fossimo nel loro campo visivo. Eppure ci si diverte davvero un sacco su Blood & Truth, forse proprio perché i nemici sono semplici bersagli a cui sparare e nulla più. Si prende allora la mira attraverso il puntatore olografico e si fa fuoco, bersagliando la testa per eliminare gli avversari in un colpo solo. Il ritmo è sempre elevato e le stanze che si succedono mano a mano sono gremite, anche se mai pericolose. È un grazioso passatempo, un titolo che cerca di divertire senza impegnare e manca di quel dinamismo che abbiamo imparato ad apprezzare negli sparatutto sui binari più veloci dove nascondersi rapidamente dietro le coperture era quasi un mantra essenziale.
Sparare non è tutto
Si prosegue dunque facendo fuoco e svuotando i caricatori uno in fila all'altro, ricaricando simulandone attivamente il movimento con le mani. Non è mai molto precisa l'operazione ma l'aggancio automatico del caricatore nel calcio della pistola facilita, e non di poco, il compito. Ci sono poi altre chicche clamorose come la possibilità di far roteare la pistola manco fossimo Revolver Ocelot e fare fuoco in rapida successione o addirittura lanciare i caricatori in aria, mettere sottosopra la bocca da fuoco e cercare di inserire il caricatore al volo. Dimostrazioni di stile, indubbiamente, ma che non hanno poi altre influenze sul gioco in modo diretto. Blood & Truth diverte dunque ma quanto potrà resistere se mancherà di profondità? È una domanda alla quale per ora non abbiamo ancora risposta ma che potrebbe trovare soluzione verso la fine del 2018 quando il titolo raggiungerà gli scaffali dei negozi e potremo verificare se il decorso della storia saprà tenerci incollati agli schermi del visore o se dovremo accontentarci di inseguire stage tutti molto simili tra loro solo per vederne la conclusione.
Ci mancano gli sparatutto su binari fatti bene e PlayStation VR potrebbe essere lo strumento ideale per proporre qualcosa di esaltante e al contempo al passo coi tempi. Chiediamo solo di vedere un'evoluzione per il genere, già cercata in parte con il bellissimo Farpoint, che sembra tuttavia essere assente in questo Blood & Truth, deciso a proporre un'esperienza di gioco molto classica e senza particolari spunti. Vedremo se London Studios saprà stupirci o se preferirà rimanere su binari sicuri.
CERTEZZE
- Azione continua
- Buon sistema di mira e di ricarica
DUBBI
- Nuove idee davvero ridotte all'osso