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Astral Chain: finalmente abbiamo provato l'attesissimo action di PlatinumGames

Astral Chain è ormai in dirittura d'arrivo, e dopo aver mostrato i muscoli del titolo all'E3, Nintendo ci ha finalmente permesso di provare la creatura di PlatinumGames nella sua sede di Francoforte. È anche meglio di quanto credessimo

PROVATO di Aligi Comandini   —   22/07/2019

La capacità del mondo dello sviluppo giapponese di passare da freddi titoli senz'anima prodotti in catena di montaggio, a eclettici ed esplosivi concentrati di genio e follia senza soluzione di continuità ci ha sempre sorpreso non poco. Forse è proprio la tendenza al conservatorismo di buona parte delle compagnie più potenti e strutturate a dar vita a schegge impazzite che mettono la creatività sopra ogni altra cosa, e ad averci regalato studi incredibili come i Treasure e i Clover, o colossi ancora in grado di coltivare la qualità come Nintendo. All'interno di software house simili, però, spiccare non è facile: in una fucina di menti incontenibili ci vuole qualcosa di assolutamente strabiliante per arrivare davvero al top, e figuratevi di che razza di potenza neuronale stiamo parlando se il campo di battaglia è un team come PlatinumGames. Eppure Takahisa Taura è riuscito a scalare questa terrificante vetta, grazie ad anni di gavetta e successi come designer, che gli hanno finalmente regalato la sedia del director per un progetto sviluppato in collaborazione nientepopodimeno che con la già citata (e adulata) grande N. Parliamo, ovviamente, di Astral Chain: un gioco che dopo la lunga dimostrazione mostrata al Treehouse di quest'E3, si è rapidamente fatto strada tra i must have di tutti gli utenti core appassionati d'azione. Noi siamo ovviamente tra quelli che lo aspettano a braccia aperte, e siamo finalmente riusciti a provarlo qualche giorno fa nella sede tedesca di Nintendo of Europe; preparatevi, perché sarà un'esperienza elettrizzante... e brutale.

vecchi ingredienti, piatto nuovissimo

L'inizio della nostra prova non è stato diverso da quello osservato durante il Nintendo Treehouse: abbiamo fondamentalmente ripercorso buona parte della fase introduttiva, imparato le meccaniche di base - svelate tramite un comodo terminale dei tutorial alla stazione di polizia - e affrontato alcuni scontri ancora privi di Legion (comunque spettacolari nonostante le meccaniche semplificate, grazie a una regia fortemente ispirata ai "battle anime" e a una colonna sonora di tutto rispetto). Nulla di particolarmente nuovo in quei primi minuti, ma è stato comunque interessante vivere in prima persona le fasi investigative del gioco: dei puzzle da risolvere raccogliendo testimonianze e prove sul luogo del crimine, e dando la giusta risposta al vostro ufficiale in comando una volta conclusa l'analisi. Certo, la prima fase di questo tipo era di una facilità ridicola, ma ci è stato assicurato che durante la campagna non mancheranno investigazioni sensibilmente più complicate. Vista la difficoltà media del titolo PlatinumGames, la cosa non ci sorprende minimamente.

Astral Chain 9

Difficoltà. È invero una parola chiave in quasi tutti i prodotti del team nipponico, visto che - al di fuori di sistemi di controllo alternativi volutamente resi accessibili per tutti - i titoli di Kamiya, Taura e compagnia bella hanno sempre vissuto di meccaniche calcolate attorno al perfezionismo. Quasi ogni gioco Platinum gode di enorme rigiocabilità, correlata alla possibilità di ottenere punteggi alla fine di una missione, e a combat system di complessità e finezza incredibili. Astral Chain ovviamente non fa differenza e offre a sua volta valutazioni alla fine di ogni scena, eppure nel momento in cui ci si addentra nelle sue battaglie, si ha a che fare con un titolo ben più atipico del solito. Sottolineando la diversità di quest'opera dai suoi fratelli, peraltro, non intendiamo certo dire che si tratti di un lavoro più basilare o meno esaltante della media Platinum, sia chiaro: è un videogame fortemente attaccato alle radici che hanno reso questi action grandi, ma riesce a rielaborarle in un cocktail del tutto fresco, e dalla gestione assai più imprevedibile del solito.

Io sono legione

Tutto qui dipende dai già nominati Legion, appunto: delle creature multidimensionali piegate al volere dei protagonisti grazie a una tecnologia non meglio precisata. Queste simpatiche bestiole corazzate e fluttuanti non sono che delle Chimera, ovvero esseri che minacciano la sopravvivenza della razza umana, comparsi per ragioni che verranno plausibilmente svelate durante la campagna; il fatto di poterle controllare, però, le rende le vostre migliori amiche, e trasforma Astral Chain in uno dei primi giochi Platinum in cui il giocatore deve tenere conto di più personaggi utilizzabili contemporaneamente (diciamo "uno dei" perché The Wonderful 101 lo ha già fatto prima, anche se con un sistema completamente differente). Quando si controlla il protagonista - un personaggio personalizzabile maschio o femmina a scelta - infatti, le meccaniche non sono poi così lontane da action già visti, e offrono un sistema di combo che muta in base al tempismo dei colpi utilizzati, schivate laterali come principale manovra difensiva, e la possibilità di trasformare la propria arma in un manganello o una pistola dalla distanza a piacere (avanzando le trasformazioni aumentano, anche se noi abbiamo visto solo uno spadone come alternativa extra).

Astral Chain 17

L'entrata in campo dei Legion cambia tutto: improvvisamente avrete a disposizione una sorta di "minion" controllabile, che attacca automaticamente i nemici nelle vicinanze, può venir scagliato verso l'avversario o richiamato immediatamente, e a un certo punto può persino venir controllato manualmente con la seconda levetta analogica, oltre che utilizzare abilità personalizzate estremamente potenti. Regolarsi davanti a possibilità simili non è una passeggiata: la levetta di movimento dei Legion è la stessa della telecamera e cambia funzione una volta premuto uno dei trigger dorsali, quindi l'utilizzo dei vostri "partner" richiede un buon posizionamento, o si rischia di perdere la visione d'insieme dello scontro (anche se c'è un sistema di targeting fisso che aiuta enormemente ad evitare problemi di questa tipologia). Non bastasse, i Legion selezionabili sono addirittura cinque (noi ne abbiamo usati in totale tre), dispongono di poteri attivi unici necessari anche durante l'esplorazione, e possono venir temporaneamente liberati per attaccare l'avversario autonomamente, mentre nel frattempo se ne seleziona un altro.

Combattere in catene

Un sistema inizalmente non eccessivo si trasforma pertanto quasi subito in un minestrone saporitissimo, che costringe il giocatore a gestire più cose contemporaneamente, il tutto mentre nemici estremamente - e sottolineiamo "estremamente" - aggressivi gli lanciano addosso ogni genere di attacco, dando a volte sfoggio di tecniche che richiedono poteri specifici per essere arginate. Durante il nostro gameplay, ad esempio, abbiamo trovato dei piccoli esseri fluttuanti capaci di potenziare le altre Chimera, che andavano eliminati o con attacchi concentrati dalla distanza, o con l'abilità manuale del Legion Spada, in grado di tranciare di netto il filo energetico che li legava ai loro compagni. Se a questo aggiungete la chance di eseguire devastanti serie di colpi alternati premendo il tasto di attivazione del Legion con il giusto tempismo durante una combo, la sopracitata possibilità di attivarli autonomamente per eseguire assalti poderosi, e la sinergia di certi poteri tra loro, vi renderete immediatamente conto di quanto il buon Taura abbia lavorato per dar vita a un'esperienza tanto ardua quanto soddisfacente per un amante dell'azione tecnica.

Astral Chain 4

Per la cronaca, non è tutto qui. Persino la catena che vi lega ai Legion ha un'utilità, e non è in alcun modo sottovalutabile. Durante le fasi esplorative, difatti, i Legion sostituiscono il salto, permettendo al giocatore di spostarsi immediatamente nel luogo in cui si trovano, e risultando indispensabili per la navigazione in città o nella dimensione delle Chimera (se si cade nel vuoto, peraltro, si viene recuperati subito con una perdita minima di punti vita); in battaglia invece questa permette di respingere i nemici durante una carica (basta posizionare il proprio Legion dalla parte opposta di un assalto frontale abbastanza telefonato, per lanciarlo a distanza usando la catena come un elastico) o di paralizzarlo per alcuni istanti facendogli girare attorno il proprio mostruoso partner. Sono manovre importantissime per limitare i movimenti avversari in fasi piuttosto concitate, e vi assicuriamo che non è facile utilizzarle con naturalezza senza un po' di sano allenamento. Ah, tenete poi a mente che i frame di invulnerabilità di cui di norma godono le manovre difensive dei giochi Platinum qui sono rispettivamente pochissimi o del tutto assenti, e che quindi diventa indispensabile studiare i pattern avversari e la posizione, poiché se ci si affida eccessivamente all'istinto si rischia di subire comunque danni anche con una serie di schivate perfette.

Astral Chain 2

Insomma, Astral Chain è un titolo che vi chiede di rielaborare ciò che ci si aspetterebbe comunemente da un action tecnico a tutti i livelli. Il fatto che Taura sia riuscito a donare una tale unicità al suo primo titolo da director è per certi versi straordinario, e non fa che consolidare il suo talento ai nostri occhi. Ora non resta che vedere fino a che punto la campagna saprà supportare la varietà dei sistemi offerti, ma tra fasi investigative, puzzle, momenti platform comunque ben studiati (anche se non sempre impeccabili, va detto), battaglie incredibili e boss cattivissimi, non crediamo ci saranno problemi. L'unico appunto da fare riguarda forse una palette di colori eccessivamente spenta, che unita al look futuristico dona ben poca varietà alle location, ma è poca cosa di cui preoccuparsi con un tale ben di dio su cui buttarsi.

La nostra breve prova di Astral Chain non ha fatto che metterci ancor più fame, confermando la bontà e originalità del sistema di combattimento del gioco, e la volontà di Taura e dei suoi di offrire un'esperienza estremamente varia e completa all'interno del genere. Certo, non avrà l'impatto visivo di altri titoli della casa giapponese, ma le potenzialità per una vera perla ci sono veramente tutte, e la nostra voglia di giocarci aumenta a dismisura ogni giorno che passa.

CERTEZZE

  • Sistema di combattimento originalissimo e capace di dare delle gran soddisfazioni
  • Difficoltà elevata, che piacerà sicuramente agli appassionati
  • Notevole varietà di situazioni

DUBBI

  • Palette di colori un po' spenta, che limita la varietà delle location
  • Platforming non sempre impeccabile