Borderlands 3 esiste. Sono anni che lo sappiamo. Randy Pitchford, il capo di Gearbox, ne ha parlato apertamente in più occasioni, tanto che molti si aspettavano che fosse annunciato l'anno scorso, magari durante l'E3 2018. Così non è stato, ma l'esistenza del progetto è rimasta nell'aria, ritornando in voci di corridoio, dichiarazioni sibilline, smentite che suonano come conferme e quant'altro. Del resto attualmente quella Borderlands è la proprietà intellettuale più forte tra quelle di Gearbox, l'unica che con un nuovo capitolo maggiore può risollevare le sorti di uno sviluppatore che non azzecca un progetto da anni, tra titoli per visori VR dalla scarsissima diffusione e quel Battleborn che doveva fare concorrenza a Overwatch, ma si è rivelato un sonoro insuccesso.
Borderlands, la serie
La serie Borderlands nasce nel 2009, quando il primo capitolo viene lanciato sul mercato per PC, Xbox 360 e PS3. Si tratta del primo looter shooter di grande successo, ossia di uno sparatutto in prima persona con un sistema di bottino casuale simile a quello visto nella serie Diablo. Il genere in realtà nasce qualche anno prima, con esperimenti come Hellgate: London e Tabula Rasa, purtroppo falliti, ma è con Borderlands che viene canonizzato, diventa di massa e inizia a funzionare davvero a livello commerciale, attirando così l'interesse di altri publisher. Il gioco, caratterizzato da una scrittura ironica e leggera, nonostante la violenza del gameplay, vede quattro personaggi andare alla ricerca della Cripta sul pianeta Pandora, un luogo mitico che si dice contenga un immenso tesoro. Il successo di Borderlands è tale che nel 2012 arriva l'immancabile sequel, quel Borderlands 2 che riprende tutto quanto di buono c'era nel primo capitolo e lo migliora lì dove possibile.
Ambientato cinque anni dopo i fatti di Borderlands, con altri quattro protagonisti che devono vedersela con il terribile Jack il Bello, cattivo riuscitissimo e molto amato dai videogiocatori, Borderlands 2 diventa un punto di riferimento per l'intero genere. A oggi molti considerano Borderlands 2 non solo il migliore episodio della serie, ma anche il miglior looter shooter che sia mai stato realizzato. È anche uno di quelli che ha venduto meglio in assoluto. Gearbox tenta di replicare nel 2014 con il prequel Borderlands: The Pre-Sequel, incentrato sul passato di Jack il Bello, che però non riesce a raggiungere la qualità di Borderlands 2. Da lì in poi la serie si ferma, a parte per la raccolta The Handsome Collection, che la traghetta su PS4 e Xbox One, e a parte per alcuni esperimenti con la VR e per altri spin-off come l'avventura Tales from the Borderlands della defunta Telltale Games, e il pessimo Borderlands Legends per sistemi mobile, risalente però al 2012.
Borderlands 3, perché nel 2019?
Titoli quali i Destiny, Anthem, i The Division e praticamente tutti gli altri looter shooter arrivati sul mercato negli ultimi anni hanno copiato ampiamente dai Borderlands, tanto che la mancanza di Borderlands 3 è diventata quasi un paradosso. Comunque sia il gioco esiste, su questo non ci sono dubbi.
Pitchford iniziò a parlarne al PAX East 2016, dove affermò candidamente, galvanizzando non poco i fan: "Non è un segreto, ovviamente ci sarà un altro Borderlands". In realtà specificò anche di non essere certo che si sarebbe chiamato Borderlands 3, ma ormai il dado era tratto e tanti si misero in attesa dell'annuncio... che però non è ancora arrivato, nonostante la tech demo mostrata alla GDC 2017 abbia fatto ritenere lo sviluppo in uno stato avanzato e nonostante al PAX West 2017 Pitchford abbia dichiarato che il 90% di Gearbox è al lavoro "su una delle cose su cui pensiamo voi vogliate vederci lavorare." Quindi, perché il 2019 dovrebbe essere l'anno giusto per Borderlands 3? Pitchford ha recentemente ribadito che il titolo sarà svelato quando sarà pronto, ma allo stesso tempo Gearbox ha annuciato la sua presenza al PAX East 2019 del 28 marzo 2019 con delle sorprese, 'inclusi reveal di prodotti mai visti prima, esclusive e sorprese'. Chissà quali...
Ma facciamo un salto indietro: nei primi mesi del 2018 il director of communications di Gearbox Scott Pytlik scrisse su Twitter un messaggio che non lasciava molto spazio all'immaginazione. Rispondendo a un suo amico che gli chiedeva come mai non si facesse sentire da una vita, disse: "Va tutto bene, Gareth! Sono solo impegnato dietro le quinte a lavorare sul nuovo Borderlands. A te come va?" Al che il suo amico gli fece notare che sarebbe stato meglio usare un nome in codice per il gioco, ma Pytlik gli rispose che lo sviluppo del nuovo Borderlands non era un segreto per nessuno, visto che ne aveva parlato Pitchford stesso. L'inequivocabilità del messaggio diede forza alla possibilità che Borderlands 3 fosse annunciato nel 2018, ma evidentemente non è andata così. A suggerire l'arrivo nel 2019 è stata quindi una dichiarazione di Strauss Zelnick, il CEO di Take Two, ossia il publisher della serie Borderlands, che, durante una conference call con gli azionisti, ha parlato di un nuovo titolo di uno dei franchise più forti di 2K in arrivo nell'anno fiscale 2019 . Zelnick ha ribadito l'informazione più volte e in più occasioni, quindi possiamo prenderla per confermata. La mancanza di riferimenti diretti alla serie Borderlands apre in realtà a diverse ipotesi per il titolo in questione: un nuovo Mafia? Un nuovo XCOM? Un nuovo BioShock? In verità, la mancanza di voci su queste serie e l'abbondanza di informazioni sul nuovo Borderlands rendendono semplicemente più probabile che sia quest'ultimo il gioco di Take Two in uscita entro l'anno.
Borderlands 3, certezze e ipotesi
Di Borderlands 3 in sé sappiamo poco, ma nemmeno troppo visto che è un progetto ancora non annunciato. Abbiamo ad esempio la sicurezza che avrà modalità online e offline, con una campagna single player. A dirlo non è stato qualche insider, ma Randy Pitchford stesso, che nel 2017 dichiarò su Twitter: "Mi piacciono i raid e il bottino, di cui siamo stati pionieri nell'ambito degli sparatutto in prima persona. Mi piace anche l'online. Ma noi vogliamo esserci anche per i giocatori offline." A fine 2018 sono poi emersi quelli che dovrebbero essere degli artwork di alcune nuove classi incluse nel gioco, non confermati, ma nemmeno smentiti, legati ad altre indiscrezioni sulle classi stesse: 'A quanto pare le quattro categorie dovrebbero essere le seguenti: Soldato, Assassino, Sirena e Beastmaster. Quest'ultimo sembrerebbe corrispondere alla classe Cacciatore del primo capitolo e dovrebbe essere in grado di controllare fino ad un massimo di tre animali in contemporanea. La classe Soldato, invece, avrebbe la capacità di evocare un grosso mech da utilizzare come supporto in combattimento. La Sirena sarà specializzata nei corpo a corpo, mentre l'Assassino potrà evocare un ologramma utile a fare da esca e disorientare i nemici.'
Infine, sappiamo che a Borderlands 3 sta lavorando l'art director di Battleborn Scott Kester, come annunciato da Pitchford, sempre su Twitter. Insomma, lo stile grafico dovrebbe essere in linea con quello dei capitoli precedenti. Di nostro possiamo ipotizzare che la serie che ha reso popolari i looter shooter non rinuncerà ad alcune novità introdotte nel genere dai suoi concorrenti diretti, puntando quindi a una struttura da gioco come servizio per garantire la sopravvivenza nel tempo del progetto. Possiamo quindi attenderci aggiornamenti costanti e un ciclo di vita pianificato di qualche anno? Probabile. Dal nostro punto di vista sarebbe ideale una soluzione alla Grand Theft Auto V o alla Red Dead Redemption 2, con la campagna single player completamente staccata dall'online, ma staremo a vedere quali saranno state le scelte fatte da Gearbox in tal senso.
Tirare conclusioni su Borderlands 3 in questa fase è più una questione da fattucchiere che da redattori, perché non se ne sa praticamente nulla. Riparleremo del gioco in caso di annuncio, questo è certo.
CERTEZZE
- Lo stanno sviluppando, questo ormai è chiaro
- Gearbox non può permettersi di sbagliare
DUBBI
- Non se ne sa praticamente niente