Ve lo sareste mai aspettato? No, non lo stiamo chiedendo ai più giovani, ma a chi ha vissuto sulla propria pellaccia dura da videogiocatore gli anni '90, la decade in cui Nintendo si fece la "cattiva" nomea di pensare più ai giovanissimi che a un pubblico adulto, censurando senza problemi anche giochi che facevano della violenza il loro selling point, la caratteristica più famosa del loro gameplay. Tutto scaturì dalle versioni casalinghe di un coin-op molto, molto famoso: Mortal Kombat. Il primo gioco della serie firmata Ed Boon, arrivo infatti in versione integrale su Sega Megadrive (a patto di attivare un preciso cheat) e senza un un'oncia di sangue su Super Nintendo, dove vennero edulcorate anche le iconiche Fatality. Pochi sanno che è proprio grazie al successo di Mortal Kombat su Megadrive, e le successive quanto immancabili proteste delle associazioni di genitori in tutto il mondo, che vennero creati organi specializzati come l'americano ESRB e il nostrano PEGI, pensati per abbinare un'età consigliata ad ogni prodotto videoludico. A Nintendo questo non bastò e così continuò ad imporre tagli a tanti diversi giochi e, nei casi peggiori, persino negando loro la possibilità di essere convertiti e venduti sulle proprie console. Anche questa politica ha spianato la strada a Sony e Microsoft, ed è per questo che non può non sorprendere vedere i due giganti, Sony e Nintendo naturalmente, scambiarsi di fatto le strategie.
Scambio di ruoli
In questi mesi abbiamo infatti visto Sony tagliare un'intera modalità del gioco Senran Kagura (forse anche con qualche ragione visto che l'obiettivo è spogliare e palpare ragazze molto giovani) e imponendo censori giochi di luce in alcune scene del recente Devil May Cry V. Al contrario, Nintendo ha recentemente detto che non imporrà nessuna linea guida agli sviluppatori impegnati su Switch, affidandosi completamente agli organi di competenza di ciascuna regione. Naturalmente, come abbiamo appoggiato la politica di Sony in passato, non possiamo far altro che appoggiare quella Nintendo di oggi. I videogiochi, intesi come espressione artistica, sono sempre più maturi ed è giusto che siano liberi di coprire ogni genere ed ogni argomento senza che chi produce console debba imporre una certa visione. Lo sappiamo bene che, come Nintendo prima, anche Sony ha le sue ragioni, ma la libertà di espressione viene prima di ogni cosa. Da un altro punto di vista, sarebbe comunque opportuno che sia l'ESRB che il PEGI evolvessero imponendo il loro rating piuttosto che limitarsi a offrire un consiglio agli acquirenti. E voi che ne dite, c'e da vero qualcuno che pensa che la censura sia una buona cosa?