Le automobili si muovono lente sotto l'assedio battente di un acquazzone. In uno degli abitacoli c'è la trentenne Mimi, in procinto di incominciare un'avventura che la porterà a rievocare il suo passato. Ambientato in Francia, Dordogne riporta alla mente le iconiche madeleine di Marcel Proust, capaci di scatenare un flusso ininterrotto di ricordi nella monumentale Ricerca del Tempo Perduto: gli studi Umanimation e Un Je Ne Sais Quoi muovono proprio da questa idea per creare le meccaniche di Dordogne, tutte basate sul trovare particolari oggetti e ripercorrere il passato della protagonista.
Abbiamo provato una demo di Dordogne, della durata di circa un'ora, per mettere alla prova la bontà delle intuizioni degli sviluppatori. Mettiamo subito un punto in chiaro: gli acquerelli di Cédric Babouche, Illustrator e Game Director di Dordogne, sono fatti di una materia impalpabile, quasi irreale, di rarissima bellezza. Già solo per la sua direzione artistica particolare Dordogne merita tutta l'attenzione da parte del pubblico, a dimostrazione che il fotorealismo non è e non deve essere l'unica strada possibile per lo sviluppo del medium videoludico.
Morte e rinascita nella Dordogna
Come lei stessa ci racconta da adulta, il passato di Mimi è avvolto nel mistero: la ragazza non ha alcun ricordo di quanto le è accaduto prima dei tredici anni d'età. Nel corso del primo capitolo della demo, intitolato "La Casa", interagiamo con la borsa di Mimi per prendere il suo cellulare e alcune lettere. Siamo nel 2002 e gli smartphone non esistono ancora: tutto ciò che Mimi fa è scambiare alcuni SMS astiosi con il suo papà, niente affatto convinto delle intenzioni della figlia, che si sta recando nella regione della Dordogna per visitare la casa della sua nonna, venuta a mancare da poco.
Queste primissime interazioni mostrano la chiara intenzione degli sviluppatori di proporre un approccio per così dire tattile al mondo di gioco: per aprire la borsa bisogna premere un tasto e poi trascinare il cursore; svitare una penna va fatto letteralmente, e allo stesso modo bisogna comportarsi per aprire una cassetta delle lettere. Sono azioni semplici, radicate nella vita di tutti i giorni, ma spesso non mostrate nel mondo videoludico: in Dordogne assumono il significato di una riappropriazione della vita e dei propri spazi, obiettivo primario di Mimi. La notaia chiamata a curare la successione di Nora, nonna della protagonista, ha fatto recapitare una lettera alla ragazza: nella casa della signora la aspettano una scatola e una lettera, e Mimi è decisa ad andare fino in fondo, nonostante il malcontento del padre. "Spero che tu possa giocare ed esplorare proprio come hai fatto l'ultima volta che hai visitato la Dordogna", scrive la nonna.
Giunti alla casa, Mimi afferma di ricordarla solo vagamente. Iniziamo a muoverci con lei negli spazi del giardino, che rievocano nella protagonista qualche ricordo lontano, e apprezziamo il lavoro certosino svolto da Babouche nel disegnare le ambientazioni di Dordogne: la resa videoludica di questa regione del sud-ovest francese è incisiva, ben caratterizzata e subito riconoscibile per chi ha vissuto quei luoghi. A questo punto, un oggetto scatena in Mimi un ricordo così potente da proiettarla dritta nel passato.
Madeleine videoludiche
È la prima "madeleine" che incontriamo: la demo prosegue poi su questa falsariga, in un dialogo continuo tra passato e presente, con Mimi ora adulta e ora bambina che esplora la casa e i suoi dintorni. Umanimation e Un Je Ne Sais Quoi sembrano aver costruito un equilibrio egregio tra narrazione e interazione: gli spazi casalinghi sono pieni di oggetti interagibili e simpatici collezionabili (il cui senso sarà presto chiarito) e, al netto di alcune incertezze nell'individuazione degli oggetti - solitamente risolvibili grazie alla comparsa di un prompt d'interazione nelle loro immediate vicinanze - non ci siamo mai sentiti persi, pur senza essere presi per mano da un approccio troppo guidato.
Il passato rivissuto da Mimi è quello dell'estate del 1982, quando il padre Fabrice la porta dalla nonna Nora per trascorrere le vacanze. Mimi non è affatto contenta: lei in quella casa proprio non vuole stare. Il ritrovamento di un raccoglitore cui la nonna tiene molto scatena una discussione tra le due, ma alla fine Nora decide di regalarlo alla nipote. Su quel quadernone sono contenuti i ricordi di una vita di Nora e del marito Édouard, morto poco tempo prima, e la nonna di Mimi comprende che la cosa migliore è proseguire quella ghirlanda brillante di memorie e annotazioni passando il raccoglitore a una nuova proprietaria, aprendolo ai suoi disegni, alle sue registrazioni, alle sue poesie e alle sue fotografie. Questo album ci ha ricordato da vicino il diario di Estelle, protagonista del brillante SEASON: A Letter to the Future, una delle uscite più interessanti di questo inizio 2023: ogni giocatore adotterà un approccio differente e colorerà il raccoglitore di Mimi con ciò che più lo colpisce della Dordogna, di cui abbiamo potuto visitare, nel corso della breve demo, soltanto un'ansa dell'omonimo fiume.
Ricordi a presa diretta
La mattinata con Nora al fiume sembra tracciare la direzione presa dagli sviluppatori: quella di un'avventura on the road, con tanto di mappa, ovviamente a misura di bambina. Mimi può scattare foto con una sorta di polaroid (la nonna la avverte che il numero di pellicole a sua disposizione è limitato), comporre poesie scegliendo alcune brevi frasi ispirate alla giornata appena trascorsa, ma anche decorare le pagine dell'album con sticker o con francobolli e altri collezionabili rinvenibili all'interno della casa di Nora e nel più ampio mondo di gioco.
Sono anche presenti pensieri e scelte di dialogo, selezionabili scegliendo alcune parole che appaiono a schermo e che, a grandi linee, descrivono i sentimenti e le strade possibili che Mimi può scegliere nelle sue interazioni, fino a ora avvenute soltanto con la nonna.
Dordogne sembra avere tutte le carte in regola per colpire, anche grazie a un doppiaggio eccellente sia in inglese, sia in lingua francese; è al momento assente una traduzione in lingua italiana. L'accompagnamento sonoro è spesso diegetico, con suoni tratti dagli oggetti di casa o dalle soleggiate ambientazioni della Dordogna, ma in alcuni momenti sono presenti suoni extradiegetici volti a sottolineare particolari emozioni.
Dordogne spicca per la solidità della sua direzione artistica e per la portata universale della sua storia, che fa leva su temi come il lutto e i ricordi dell'infanzia per tessere una trama delicata e allo stesso tempo robusta, capace di colpirci dritto al cuore anche nel ridotto spazio della demo. Non è ancora nota la data d'uscita, ma non vediamo già l'ora di tornare a vestire i panni di Mimi adulta e bambina, in bilico tra presente e passato, alla ricerca del suo personalissimo tempo perduto.
CERTEZZE
- Gli acquerelli di Cédric Babouche sono da sogno
- La storia sembra essere davvero ben raccontata
- Demo stabile da un punto di vista tecnico
DUBBI
- Qualche interazione non proprio chiara con gli oggetti