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Ender Lilies: Quietus of the Knights, il provato

Abbiamo provato Ender Lilies: Quietus of the Knights, il cupo metroidvania sviluppato dallo studio giapponese Live Wire che si appoggia agli elementi migliori del genere.

PROVATO di Alessandra Borgonovo   —   29/01/2021

Da Dead Cells a Hollow Knight, passando per Indivisible, Blasphemous e diversi altri, i metroidvania stanno tornando alla ribalta puntando moltissimo sulla direzione artistica: una scelta volta a testimoniare quanto la creatività abbia ancora molto da raccontare, se si riesce a declinarla in maniera accattivante. Ender Lilies: Quietus of the Knights è esattamente questo, un side scroll dark-fantasy con elementi RPG che grazie al suo stile particolare (ma non solo) ha catturato l'attenzione dell'utenza Steam, dove attualmente è disponibile in accesso anticipato, ottenendo addirittura una valutazione piena: dieci stelle su dieci.

L'ennesima riprova di come un metroidvania con la sensibilità di Dark Souls, quando riesce a ingranare la marcia, funziona alla grande - e se al gameplay si aggiunge un'estetica molto accattivante sulla falsa riga di Vanillaware, allora va persino meglio. Sviluppato dallo studio giapponese Live Wire, Ender Lilies: Quietus of the Knights è un gioco promettente arricchito da ottime idee applicate in modo intelligente. Allo stato attuale conta tre delle otto aree disponibili in totale, con le cinque rimanenti previste per i mesi a venire. Abbiamo quindi ancora tanta strada da fare per il quadro completo ma oggi siamo per qui rispondere all'annosa domanda: vale la pena?

Storia di un regno maledetto e in rovina

Prima di svelarvi il nostro verdetto, ci prendiamo qualche riga per raccontare la storia dietro al gioco. Come qualunque dark-fantasy che si rispetti, Ender Lilies: Quietus of the Knights è cupo, triste, legato a temi quali morte, sacrificio e condanna che raramente concedono spazio alla speranza - e qualora ci fosse, è lo stesso legata a doppio filo alla perdita. Insomma, niente di davvero sorprendente se non fosse che, questa volta, la protagonista è una bambina: sola e senza memoria del proprio passato (amnesia altro elemento abituale), viene svegliata dallo spirito di un cavaliere impuro. A quanto pare siamo l'ultima speranza del regno, caduto sotto la morsa di una costante necropioggia che corrompe gli abitanti trasformandoli in esseri deformi, privi di coscienza - se sono abbastanza fortunati, perché c'è anche chi è condannato al tormento mantenendo la piena consapevolezza di sé e delle sue azioni.

Il compito di mondare i peccati, dell'anima quanto del corpo, è delle vestali, giovani donne che votano la loro vita a questa missione e in quanto tali vengono protette da una casta scelta di guerrieri; qualcosa però dev'essere andato storto, la necropioggia non ha mai smesso di cadere e la bambina sembra essere l'unico essere umano senziente rimasto. Il cavaliere che ci accompagna non ha forma corporea, tuttavia può assumerla brevemente per difenderci dai pericoli che incontreremo. In uno scenario decaduto, dunque, dovremo farci strada per rimettere assieme non soltanto i pezzi del nostro passato ma anche quelli che faranno luce su cosa, di fatto, sia accaduto al regno e agli abitanti. Regno che, se sbirciamo il manuale di come creare un'ambientazione dark fantasy made in Dark Souls, notiamo essere pienamente in regola sotto questo aspetto: è caduto in rovina; le persone sono state corrotte al punto da diventare creature grottesche con il solo scopo di uccidere e distruggere; la bambina non sembra risentire della corruzione ed è l'unica a potersi fare strada in una terra abbandonata. Sì, tutto in regola. Test passato.

Un gameplay familiare ma ben applicato

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Familiarità a parte, Ender Lilies: Quietus of the Knights presenta una meccanica (quasi) unica che lo separa dai metroidvania più recenti; quasi perché un espediente simile l'abbiamo già visto in Oninaki, di cui però non abbiamo tessuto le lodi in fase di recensione. Nonostante sia ancora una bambina, la protagonista è in ogni caso una vestale e ne condivide i poteri: questo significa che può purificare i nemici sconfitti. Non tutti ovviamente, altrimenti diventerebbe un processo tedioso, soltanto i miniboss e i boss veri e propri; quando questo accade, lo spirito caduto combatterà al nostro fianco permettendoci di utilizzarne l'abilità associata. Nel caso dei boss di trama, otterremo inoltre una capacità passiva che andrà a vantaggio dell'esplorazione, permettendoci di visitare aree prima inaccessibili. All'inizio del gioco, la bambina potrà evocare solamente il cavaliere, che pur limitandosi a tre fendenti di spada è anche l'unico ad avere cariche infinite. Tutti gli altri spiriti hanno un uso limitato e variabile in base alla tipologia, che può essere ripristinato grazie ai fiori rossi sparsi nel mondo di gioco o riposando a una panchina.

Tra quelli recuperati durante la partita annoveriamo una subdola ma efficacissima nube velenosa evocata da un mago; un corvo che attacca dalla distanza; una guardiana caduta che fa roteare più volte la sua arma; un gigantesco soldato armato di un enorme maglio; un bambino deformato dalla corruzione che attacca ad area (sì, gli sviluppatori non si sono risparmiati con le tragedie); un cavaliere senza testa in grado di proteggerci con il suo scudo e contrattaccare se evocato al momento giusto; una potente strega che non risparmia incantesimi mortali. Insomma, una nutrita squadra di spettri tutti fedeli alla bambina, alcuni richiamati al dovere che ricoprivano in vita e altri comunque spinti dal desiderio inconscio di porre fine a tutto. Uccidere nemici, com'è naturale, offre esperienza per salire di livello: nulla di nuovo, il fatto però che questa esperienza prenda il nome di impurità, e sapendo lo scopo di ogni vestale, non ci fa ben sperare per il futuro della protagonista. Del resto siamo in un dark fantasy.

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Nel complesso, Ender Lilies: Quietus of the Knights è un gioco nei ranghi del genere cui si riferisce, che avvolge la sua storia nel mistero come il già citato Hollow Knight, includendo filmati esplicativi a mano a mano che sveliamo cosa si celi dietro la rovina del regno. Sappiamo inoltre esserci un filmato di apertura, assente in questo accesso anticipato ma presente nella versione finale del gioco. Il combattimento, pur nella sua ripetitività alla lunga, gode di ampio respiro estendendosi tanto in orizzontale quanto in verticale e permettendo ad alcuni spettri di attaccare in modo diversa, a seconda che la bambina sia a terra oppure a mezz'aria. L'azione si mantiene piuttosto fluida, nonostante i nostri alleati non agiscano in maniera autonoma ma, appunto, funzionino da estensione di noi stessi e agiscano secondo l'unico comando impartito. Da sottolineare come, nonostante tutto, il cavaliere che ci accompagna fin dall'inizio è ugualmente efficace per superare tutti gli scontri. Un maggior numero di abilità rende il sistema di combattimento più vario e invita alla sperimentazione, ciò non significa che, come spesso succede, gli attacchi base siano quelli cui fare più affidamento. Al momento, fatta eccezione per un paio di spettri, li abbiamo trovati tutti utili ed efficaci per infliggere danno continuato e accumulabile a quello più comune della spada.

L'equilibrio finora raggiunto ci soddisfa: non rende inutili le abilità ma, dall'altro lato, nemmeno mette all'angolo gli attacchi base del cavaliere, ancora essenziali per uscire vittoriosi da uno scontro. La scelta di dare a ciascuno spirito delle cariche ne limita l'abuso, invitando a elaborare una strategia efficace e in sinergia con le potenzialità della protagonista. La difficoltà aggiuntiva di Ender Lilies: Quietus of the Knights risiede anche nel sistema di cura. In quanto vestale, la bambina può pregare per ripristinare parte della propria salute ma le preghiere a disposizione sono soltanto tre e devono essere potenziate affinché, con il tempo, riescano a tenere il passo con l'aumento permanente della salute. Similmente alle cariche delle abilità, le preghiere possono essere ripristinate (di una sola unità, però) grazie ai fiori bianchi sparsi per il mondo di gioco oppure riposando alle panchine.

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La consapevolezza di non avere alcun oggetto curativo e di doversi affidare a un numero esiguo di preghiere è ancora un volta l'espediente giusto per spingerci a un gioco ragionato, sebbene la difficoltà sia assolutamente gestibile. Per migliorare la nostra efficacia in combattimento possiamo potenziare le abilità, mentre riguardo alla protagonista in sé ci sono degli equipaggiamenti specifici da indossare a patto di avere abbastanza slot liberi: tutte le migliorie si svolgono solo mentre si è seduti alla panchina, similmente a Hollow Knight per quanto riguarda gli amuleti.

Le pochissime criticità che riscontriamo in Ender Lilies: Quietus of the Knight riguardano principalmente il fatto di bloccare a mezz'aria la bambina quando attacchiamo con il cavaliere, una decisione che spezza un po' l'altrimenti fluida azione del gioco; oppure la monotonia che a un certo punto prevale per la ripetitività degli scontri o la semplicità degli stessi, persino quando si tratta di boss fight. Al di là di questo, premiamo senza alcun dubbio la direzione artistica e la colonna sonora, la resa delle ambientazioni sebbene non siano nulla di diverso da alcuni punti fermi dei dark fantasy - villaggio abbandonato, catacombe, foresta, paesaggi sommersi. Ender Lilies: Quietus of the Knight è un gioco curato, che non si discosta dalle basi del genere ma risulta comunque in grado di offrire un'esperienza coinvolgente, forte soprattutto della sua tragica storia.

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Ender Lilies: Quietus of the Knights è un gioco che punta molto sulla direzione artistica e sugli scenari, catturando da subito l'attenzione con un'ambientazione cupa, decadente, alla quale si affianca una storia tragica in cui brilla solo una flebile luce di speranza. Dal punto di vista del gamplay funziona tutto molto bene ma, oltre alla meccanica degli spettri che attaccano al posto della protagonista, non c'è nulla che sorprenda davvero. Il lavoro svolto da Live Wire è accattivante, tocca i giusti punti del genere e si lascia giocare fino in fondo, nonostante una certa ripetitività di fondo e una difficoltà tarata verso il basso. Resta da vedere se una volta completo riuscirà a offrire un ritmo sostenuto, senza cadere nella trappola della noia.

CERTEZZE

  • Direzione artistica notevole
  • Meccanica degli spettri ben gestita
  • A sorpresa, il gioco è localizzato in italiano
  • La storia rientra perfettamente nei canoni dark fantasy

DUBBI

  • La difficoltà un po' troppo tarata verso il basso, per ora
  • Bisognerà vedere quanto sarà varia l'esplorazione a gioco completo