23

Escape From Tarkov, un nuovo provato

Torniamo a scappare dalla Russia in Escape From Tarkov facendo il punto sulla beta

PROVATO di Emanuele Gregori   —   17/01/2020

Di Escape From Tarkov ve ne parliamo ad intervalli regolari da quasi quattro anni. D'altronde si tratta a tutti gli effetti del titolo più hardcore che il mercato videoludico ci abbia regalato nell'ultimo decennio.

Sviluppato dai russi di Battlestate alla loro prima fatica, nonostante un'impostazione veramente al limite dell'indigeribile per il grande pubblico, il gioco si è rivelato talmente valido da riuscire ad avvicinare anche i più inimmaginabili, purché si tratti di videogiocatori maturi e rodati. Non c'è altro modo per racchiudere in poche righe l'esperienza che Escape From Tarkov può donare. Con qualche nuovo grande aggiornamento sulle spalle, una fase beta avanzatissima e un gran dose di missioni e feature inedite, proviamo a fare il punto della situazione.

Un’esperienza per pochi

Provando ad essere più chiari per chi non ha la minima idea di ciò di cui stiamo parlando, Escape From Tarkov è uno sparatutto in prima persona con una fortissima componente simulativa, sia dal punto di vista della balistica, del movimento e dei danni, ma anche e sopratutto per la gestione del proprio inventario e delle risorse.

L'obiettivo è quello di prendere parte ai cosiddetti raid, in solitaria o in gruppo, all'interno di mappe ben definite che rappresentano la città e i dintorni di Tarkov. Una volta scesi sul campo saremo chiamati a scontrarci con gli altri giocatori o, in talune circostanze con alcuni bot, al solo ed unico scopo di recuperare nuove risorse e scappare da uno dei punti di estrazione designati. Seppure le premesse sembrerebbero classiche e piuttosto semplici, è già dalle battute iniziali del menù che si comprende come in realtà il gioco voglia essere meno accessibile e più ostico di quasi tutta la produzione attuale.

È possibile entrare nella gestione del proprio alter ego e da lì mettere a punto tutto il proprio equipaggiamento, oltre che gestire i magazzini e visualizzare i danni e la situazione medica attuale. Dare un senso alle scorte significa anche posizionarle in maniera sensata, così da gestire il poco spazio a disposizione in maniera intelligente, almeno prima di aver recuperato una serie di valigette che agevolano la questione. Da questo punto di vista, e per tutto ciò che sono le necessità primarie del giocatore, è possibile rivolgersi ai vendor del gioco (ognuno con una propria specializzazione) o al mercato nero degli scambi con il resto del globo. Queste due funzioni rappresentano un vero e proprio gioco nel gioco, che vi porterà via tranquillamente la metà del tempo che passate su Escape From Tarkov.

Escape From Tarkov, un nuovo provato

Una volta deciso di cosa avete bisogno non è certo finita qui: dovrete scegliere cosa portarvi appresso, dividendo il vostro equipaggiamento tra l'armamentario, caschetto e armature, zaino e borsette e le immancabili granate (chissà che non becchiate qualcuno tirandole a caso, dona grande soddisfazione). Badate bene che stiamo parlando di un gioco di vecchissimo stampo, di quelli dove si muore tanto, a volte troppo e dove lo sconforto è paragonabile solo alla sconfinata soddisfazione che genera l'estrazione. Scegliere cosa portarvi appresso significa anche essere consapevoli di dover inserire le munizioni nei caricatori (a meno di non voler andare in giro con della plastica vuota), significa portarsi dietro una significativa dose di medicine e il tutto consapevoli che, con una probabilità molto più alta di quanto possiate credere, tutti quegli oggetti saranno persi per sempre. Una volta morti infatti lascerete sul campo tutto, ad eccezione di quei pochissimi elementi che si possono inserire nella valigetta assicurata. Da questo punto di vista il gioco mette in campo tutta una serie di feature estremamente avanzate che richiederebbero una wiki intera (per altro esiste ed è una manna dal cielo) piuttosto che un singolo provato. Sappiate però che più giocherete più crescerete non solo dal punto di vista del gameplay, ma anche e soprattutto per quanto concerne le giuste scelte prima di scendere in campo.

Escape From Tarkov è un gioco brutale, antipatico in un certo qual modo, che spinge fin da subito i giocatori ad abbandonare la barca. È un titolo che disegna perfettamente lo spaccato videoludico di oggi, fatto di agevolazioni e grande accessibilità. Sono questi i due elementi che prende e mette da parte, consegnando però al giocatore una delle esperienza più totalizzanti che è possibile trovare sul mercato.

Escape From Tarkov, un nuovo provato

Il rifugio della speranza

Abbiamo deciso di dedicare un paragrafo all'hideout per sottolineare la forza di questa nuova aggiunta. Annunciato addirittura più di due anni fa e lanciato solo da una manciata di mesi, si è immediatamente trasformato in un elemento cardine dell'esperienza di Escape From Tarkov.

Nel caso specifico si tratta di una aggiunta simil gestionale che permette di possedere e potenziare un proprio rifugio. Si può decidere di utilizzare una visuale isometrica per gestirne le caratteristiche o anche entrarvi materialmente per gironzolare o divertirsi con elementi come il poligono di tiro. Ognuno dei moduli di potenziamento richiede una certa quantità di risorse ed un possibile progetto unico. Queste vanno recuperate durante i raid o completando delle specifiche quest che vengono assegnate dai vendor e che, allo stato attuale, hanno raggiunto una quantità smodata. Potenziare l'hideout significa avere a disposizione un luogo utile per la fabbricazione di oggetti utili, così come anche per l'automedicazione. Come spesso accade per elemento gestionali di questo tipo, in base all'importanza del potenziamento, oltre alle risorse è richiesto un quantitativo di tempo reale per realizzarli materialmente, così come il luogo stesso richiede carburante costante per essere in funzione.

L'elemento davvero interessante sta nella possibilità di utilizzare questa caratteristica per effettuare anche upgrade (come quello legato allo spazio nell'inventario) che altrimenti sarebbero appannaggio solo dei possessori delle versioni più costose del gioco. Inutile dire come, nell'ottica di un'esperienza difficile come quella di Escape From Tarkov, avere l'agevolazione del crafting e del recupero delle forze, rappresenti una vera iniezione di fiducia per le speranze dei giocatori.

Escape From Tarkov, un nuovo provato

Il senso di progressione

La domanda che più ci si pone nei confronti di Escape From Tarkov di questi tempi è legata alla ricerca del senso delle proprie azioni. Tra l'impossibilità di mantenere costantemente i propri progressi a causa dei frequenti reset e la perdita reiterata del proprio equipaggiamento, tanti giocatori si chiedono se abbia davvero senso investire le proprio ore in questo modo. Lungi da noi spiegare agli altri come investire la propria risorsa più importante, il tempo appunto, ci sembra però utile fare una riflessione in quanto giocatori onnivori.

Escape From Tarkov è un gioco che non perdona e che spesso spinge all'esasperazione, ma che in quanto tale è in grado di donare grande soddisfazione. Ridurlo ad una perdita di tempo significherebbe perdere di vista il motivo per il quale giochiamo, che solo negli ultimi anni si è tramutato nella costante ricerca di una ricompensa duratura. Necessità figlia proprio della mancanza di tempo che ci caratterizza.

Come se non bastasse nel caso specifico si tratta comunque di un gioco con un fortissimo senso di progressione. Al netto dei reset, continuare a giocare ad Escape From Tarkov significa migliorarsi e, con il tempo, riuscire a portare a termine molti più raid di quanti non si sarebbe creduto all'inizio, affiancando alla progressione come giocatore anche quella "materiale" in gioco. Portare a termine le quest dei vendor, continuare a fare scambi, e far salire di grado la vostra reputazione con loro significa anche modificare le merci che vendono e migliorare le vostre possibilità di rimediare oggetti migliori e di potenziare il vostro rifugio. Tutti questi elementi, uniti alle capacità che si acquisiscono sul campo, rappresentano allo stato attuale le migliori frecce all'arco del gioco dei russi di Battlestate.

Escape From Tarkov, un nuovo provato

Da qui al prossimo futuro arriveranno altri contenuti scritti su Escape From Tarkov, tra guide e approfondimenti sul gameplay cercheremo di essere il più esaustivi possibile su quella che è l'esperienza anche e sopratutto sul campo. La nostra intenzione in questo caso era quella di trasmettervi le sensazioni primarie che questo gioco regala, sia a chi ciclicamente torna a viverlo come chi scrive, sia per i tanti che proprio in queste settimane stanno tentando la via dei raid.

CERTEZZE

  • I progressi si vedono
  • Stiamo andando verso l'uscita definitiva
  • L'hideout è una grande aggiunta

DUBBI

  • È sempre più un progetto in perenne sviluppo
  • Attendiamo di scoprire l'unione delle mappe
  • Migliorare i server europei sarebbe un gradito regalo per noi