Abbiamo già ampiamente trattato i prodotti di THQ Nordic presentati in quel di Colonia, ed elogiato a più riprese l'interessante strategia della casa, che negli ultimi anni ha dato supporto a numerosi team minori permettendo con le sue risorse di portare a termine progetti nati con qualche difficoltà di troppo o seriamente in alto mare. Abbiamo però anche lasciato fuori dalla lista uno specifico titolo, capace di mostrare un numero di difetti superiore a quelli di tutti gli altri prodotti messi assieme, ma al contempo di incuriosirci più di certi tripla A, per via della sua strana natura. Stiamo parlando di Fade to Silence, creatura dei Black Forest Games che sembra voler fondere atmosfere da horror sovrannaturale, azione, elementi survival, e una narrativa ricca di mistero in un unico grosso potpourri dai fiori un po' più secchi della norma. Vediamo se ci sono le possibilità per una composizione più elegante del previsto, in questo poliedrico progetto.
Un doppio post apocalittico
I Black Forest non sono certo noti per aver sfornato capolavori, ma con il ritorno delle Giana Sisters si sono se non altro fatti conoscere, e Fade to Silence pare voler essere un passo successivo di livello assolutamente imparagonabile ai decenti platform della casa. Parliamo pur sempre di un videogame open world in terza persona - già di suo incredibilmente difficile da gestire - che si svolge in uno scenario post apocalittico, dove non solo l'umanità è minacciata da un inverno eterno, ma anche da non meglio definite entità demoniache nutrite da una strana forma di corruzione scaturita da chissà dove. Voi, in questo casino non indifferente, interpretate Ash: un poveraccio posseduto da una sorta di spettro le cui origini sono del tutto ignote, desideroso di proteggere sua figlia e sopravvivere ma al contempo indissolubilmente legato alla corruzione, e per qualche motivo unico individuo in grado di "purificarla". Farlo, ovviamente, vi porterà ad esplorare parecchio, ed è qui che entra in campo l'elemento survival del gioco.
L'inverno di cui abbiamo appena parlato è infatti crudele, e il freddo rappresenta uno dei principali pericoli del titolo Black Forest. Le distese ghiacciate dove si avanza per gran parte dell'avventura sono dopotutto piagate da tempeste di neve continue, che possono congelarvi in pochi minuti se privi delle risorse necessarie a costruire un rifugio temporaneo, o di una casupola nei paraggi in cui ripararsi. L'affaticamento e la salute del personaggio, poi, non si rigenerano e vanno tenute a livelli accettabili con cibarie e oggetti vari (costruibili ovviamente in un comodo menu, a patto di avere i materiali necessari); tutte cose che diventano ben più facili da fare quando si viene supportati dai vari personaggi "salvabili" durante il titolo, che si trasferiscono in gruppo in una sorta di villaggio/quartier generale, e possono non solo aiutarvi durante l'esplorazione ma anche garantirvi servizi vari (a patto, ovviamente, che il vostro rapporto con loro sia positivo). Insomma, siamo davanti a un titolo dove presenziano tutti gli stilemi tipici del genere, con in più un elemento gestionale strettamente legato alle conversazioni e agli eventi della storia, e una narrativa lineare che gira attorno ad Ash e alla sua famiglia. Fin qui tutto abbastanza classico, ma c'è dell'altro...
Fade to Silence presenta, difatti, la corruzione citata sopra, che dà vita a mostruosità varie, e costringe il vostro alter ego ad essere preparato non solo ai cambiamenti climatici, ma anche al confronto. Le battaglie vanno scelte, poiché Ash non è esattamente un soldato, ed è dunque importantissimo potenziare arco e armi da taglio per raggiungere le zone da purificare senza rischi eccessivi. Per carità, non che il titolo sia paragonabile a un souls o a un qualunque action GDR - e anzi abbiamo trovato il combattimento legnoso come poca roba al mondo - eppure è interessante vedere un tale mix di elementi in un survival, arricchiti peraltro dalla presenza di un numero limitato di morti. Perché Ash può sì morire e rinascere per via dello spirito che lo possiede, ma una volta concluse le sue "vite" pare debba resettare tutte le abilità acquisite fino a quel momento. Aggiungete a questo sezioni di "upgrade" del proprio campo base, con tanto di visuale dall'alto ed edifici costruibili, animali addestrabili una volta liberati dalla corruzione, conflitti tra i sopravvissuti che vi costringeranno a scelte non facili durante l'avventura, e ben sei zone diverse da esplorare, e otterrete un videogame che renderebbe la vita difficile anche a studi molto affermati. I Black Forest non lo sono, ma almeno ci stanno provando.
Fade to Silence ci preoccupa, perché il suo mix di fattori è chiaramente difficilissimo da gestire, e i Black Forest Games non sono esattamente noti per essere maestri nel loro campo. Nonostante i suoi combattimenti legnosi e il comparto tecnico non eccelso, però, questo titolo risulta più coraggioso e ambizioso di molti altri progetti meglio finanziati, oltre che dotato di un'idea di fondo molto interessante se applicata a dovere. Difficile dire se questi ragazzi riusciranno davvero a portare a termine un progetto simile, ma si può sempre sperare.
CERTEZZE
- Concept interessante, e ricchissimo
DUBBI
- Al momento molto rozzo, e pieno di difetti