FIFA vs PES è la sfida che accende l'estate videoludica di ogni amante del calcio virtuale, ma anche un po' l'avviso per tutti i giocatori che la nuova stagione videoludica sta per iniziare. Appassionati e non, dunque, si ritrovano spettatori di una battaglia che ormai da anni si disputa su vari campi tra cui le copie vendute, le esclusive accaparrate e la soddisfazione che scaturisce dal testare l'uno o l'altro gameplay. Quest'anno però, le cose sembrano essere decisamente cambiate rispetto agli ultimi anni, vediamo perché.
La formica e la cicala
Uno dei principali problemi della rivalità tra PES e FIFA negli ultimi anni veniva indicato come lo strapotere di FUT, ago di una bilancia che pendeva sempre più verso il franchise di casa EA. La possibilità di creare la propria squadra del cuore attraverso delle carte e di scontrarsi online con altri giocatori offriva al pubblico un prodotto in grado di toccare due grandi tasti delicati: l'ego dei giocatori e la loro voglia di competizione. L'intuitività della modalità fece poi da miccia per il grande successo mediatico che la modalità detiene tuttora. L'onda del successo è stata sicuramente più rosea del previsto, ma a causarne la repentina crescita, a nostro avviso, fu una causa esogena a FIFA, ovvero la mancanza di un rivale coriaceo nei momenti successivi al grande ritorno del franchise di Electronic Arts. Questo perché PES in quegli anni visse un momento estremamente buio, nonostante il mantenimento di una esclusiva potentissima come la Champions League. Il grande pubblico infatti non ricerca solo un gameplay soddisfacente, ma desidera anche un'infrastruttura ludica che lo sappia accompagnare per diverso tempo e che gli permetta di competere per dimostrare la sua superiorità. La chiave del dominio di FUT fu proprio questa.
L'assenza di un rivale estremamente competitivo ha portato dunque ad un appiattimento generale dei miglioramenti che vedevano un PES costantemente in rincorsa, nonostante i grandi passi avanti dal punto di vista tecnico, e un FIFA conscio del fatto che con le dovute migliorie FUT era la garanzia di un successo annunciato. Tutto ciò fino all'anno scorso, quando FIFA nonostante "lo scippo" della licenza legata alla Champions League al rivale, incominciò a perdere quel dominio così netto. Le cause furono principalmente due: i rinnovamenti di FUT si concentrarono solo sulla parte competitiva con l'introduzione delle Division Rivals e le modifiche al FUT Champions (che ridussero la varietà di approcci alla modalità) e una poca cura del contorno con un The Journey impalpabile e una modalità carriera ancorata a concetti ormai obsoleti. Allo stesso tempo PES, come la formica nella celebre favola di Esopo, si apprestava a concludere i leggeri miglioramenti accumulati in questi anni pronta al fulmineo rilancio. E così arriviamo a ciò che ci aspetta quest'anno, ovvero il ritorno di entrambi i brand al livello che meritano con una battaglia che si preannuncia scoppiettante.
eFootball PES 2020 ha portato a casa una partnership esclusiva di peso apocalittico soffiando la licenza della Juventus, rinnovando le modalità principali in maniera drastica, creando un'arena esport e puntando su un gameplay simulativo. FIFA risponde con Volta, ovvero un "gioco nel gioco" in grado di portarsi dietro tutta quella utenza amante del calcio da strada, amante di FIFA Street o che semplicemente vuole qualcosa di diverso dal solito calcio giocato. Non è finita qui però, perché le modifiche toccheranno anche il gameplay con sostanziali cambiamenti alla fisica di gioco e alla modalità carriera. Insomma gli scacchi sono stati mossi: alfieri, cavalli, torri e pedoni, qualche pezzo è stato mangiato e qualcun altro è sopravvissuto. Manca solo lo scacco matto, ma solo i prossimi mesi ci diranno da che lato della scacchiera verrà eseguito. Cosa però ha smosso tutti questi cambiamenti repentini? Ebbene la risposta è semplice: la concorrenza. In ogni mercato, in ogni ambito economico, la concorrenza se fatta in maniera intelligente porta benefici a tutte le parti in causa. Sempre e solo un attore del mercato porterà a casa la coppa del successo, ma è lapalissiano che le fette da dividersi siano decisamente maggiori per tutti gli altri. Il risveglio di PES lo scorso anno (così come sarebbe successo con l'entrata in scena di un nuovo calcistico nel mercato) ha smosso le acque, mischiando le carte in tavola e costringendo Electronic Arts a sfoderare i carichi da novanta, offrendo al pubblico un'ardua scelta al momento della decisione di quale titolo prediligere.
A godere maggiormente di queste scelte è però sempre il pubblico, che può scegliere finalmente da un ricco buffet in grado di accontentare diversi tipi di palati videoludici. La nota positiva però è sempre la qualità di cui il fruitore può disporre da ambo le parti; una qualità che dimostra ancora una volta come il mercato dei videogiochi abbia ancora la voglia di rinnovarsi, di migliorarsi e di competere, indipendentemente che sia un campo di battaglia, uno stadio di calcio o il picco di un monte innevato circondato da draghi a fare da sfondo. E a noi va bene così, perché ci mancava quest'aria frizzante in grado di riportarci ai tempi in cui sul divano si passava il tempo tra FIFA e PES indistintamente.