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Fire Emblem Warriors: Three Houses, il provato prima della recensione

Il nuovo musou di Omega Force ci riporta nel Fódlan di Fire Emblem Warriors: Three Houses, ma piacerà anche ai fan dello strategico a turni di Intelligent Systems?

PROVATO di Christian Colli   —   08/06/2022

Una volta avremmo cominciato questo articolo con una battuta sagace sul fatto che tutti odiano i musou, che il genere fa venire l'orticaria ai più e si rivolge soltanto a una nicchia di giocatori, ma la verità è che il musou comincia a essere sempre più popolare da quando Nintendo in primis l'ha attivamente supportato con le sue serie di riferimento, in particolar modo The Legend of Zelda e Fire Emblem. È come se si fosse creata una grande spaccatura ideologica tra i musou vecchia scuola, quelli che s'ispirano soprattutto ai manga o alla mitologia cinese, e che generalmente sono meno curati, e i musou su licenza che, sotto una supervisione più attenta e severa, provano a offrire qualcosa di diverso o qualcosa di più.

L'altra grande verità è che ormai di musou in questi giochi è rimasto relativamente poco e il nuovo Fire Emblem Warriors ce lo sta dimostrando già nelle prime ore di test. Potremmo parlare di action game con elementi GDR, tanto cominciano a essere distanti dalla formula iconica che li ha resi famosi, o famigerati se preferite, ma nel nostro provato di Fire Emblem Warriors: Three Hopes vogliamo raccontarvi le nostre prime impressioni e cercare di inquadrare il gioco per chi, magari, è tentato dal titolo e non sa che pesci prendere.

Tre speranze

Fire Emblem Warriors: Three Hopes, tra una missione e l'altra potete esplorare gli accampamenti
Fire Emblem Warriors: Three Hopes, tra una missione e l'altra potete esplorare gli accampamenti

Partiamo dal presupposto che Fire Emblem Warriors: Three Hopes è una rivisitazione della storia raccontata nell'eccellente GDR strategico uscito tre anni fa per Switch. Fire Emblem: Three Houses si svolgeva nel Fódlan e ruotava intorno all'addestramento di tre casate, appunto, che a un certo punto si ritrovavano a combattere le une contro le altre in una guerra fratricida.

Complice un cast enorme e ben caratterizzato, Three Houses aveva conquistato i giocatori per le tematiche adulte e le diramazioni narrative che conducevano a sviluppi e finali diversi. Se avete amato quel tipo di esperienza, è probabile che vi piaccia anche la storia raccontata in Three Hopes, anche se noterete alcune importanti differenze fin dai primissimi minuti di gioco.

Il protagonista, infatti, non è più Byleth - che sembrerebbe essere un potente avversario - ma un personaggio inedito di nome Shez che possiamo sempre personalizzare in versione maschile o femminile e che a un certo punto si ritroverà a padroneggiare un potere misterioso. Incrociata la strada di Edelgard, Claude e Dimitri, Shez finisce a combattere con loro e i cadetti del monastero del Garreg Mach, un po' come succedeva a Byleth nel gioco originale. È a questo punto che dobbiamo fare la nostra prima scelta e decidere a quale casata unirci: le Aquile Nere, i Cervi Dorati e i Leoni Blu. Questa preferenza rindirizza già la prima parte della trama, cambiando i nostri compagni di battaglia e la narrativa nei primi capitoli, che ruota intorno alla casata selezionata.

Non vogliamo anticiparvi troppo, ma sappiate che la narrativa di Fire Emblem Warriors: Three Hopes segue solo vagamente il canovaccio originale, affrettando i tempi su certi snodi narrativi per poi intraprendere strade completamente inedite. Usando come trampolino di lancio l'immaginario del GDR targato Intelligent Systems, Omega Force racconta una storia nuova, ambientata in un universo alternativo, ma sfrutta gli stessi personaggi e contesti. Insomma, non è né un sequel né un prequel, ma qualcos'altro.

Fire Emblem Warriors: Three Hopes, Hubert è uno dei personaggi giocabili
Fire Emblem Warriors: Three Hopes, Hubert è uno dei personaggi giocabili

Il titolo Omega Force lavora meno su dialoghi e interazioni, che sono comunque possibili nelle fasi esplorative in cui possiamo girare per l'accampamento e parlare coi vari personaggi, magari scegliendo la risposta giusta che può valerci qualche punto di sostegno in più. Questa è solo una delle tante dinamiche di gioco che vanno a innestarsi nella struttura musou tradizionale: la base, ovviamente, è il Fire Emblem Warriors del 2017, che già tentava qualche contaminazione strategica, ma nel tempo lo sviluppatore nipponico ha sperimentato altri approcci, come abbiamo visto con l'ottimo Hyrule Warriors: L'era della calamità. Three Hopes, in questo senso, sembrerebbe essere più fedele alla natura del franchise di Intelligent Systems, ma le prime ore non sono esattamente rappresentative.

Sovrabbondanza GDR

Fire Emblem Warriors: Three Houses, Eldegard brandisce soprattutto possenti asce
Fire Emblem Warriors: Three Houses, Eldegard brandisce soprattutto possenti asce

Fin dalle primissime battute, Fire Emblem Warriors: Three Hopes sciorina tutorial su tutorial che già nel prologo dell'avventura vogliono dimostrarci che il nuovo titolo Omega Force è molto ma molto più GDR dei suoi precedenti tie-in. La struttura è apparentemente la stessa di sempre, con le sue grandi mappe suddivise in corridoi e arene squadrate in cui dobbiamo correre a perdifiato seguendo gli obiettivi che si susseguono con fastidiosa frequenza durante la missione. Si comincia conquistando i fortini, poi bisogna difendere i generali, sconfiggere un miniboss e così via, fino al completamento della missione, che sarà valutato in base a vari parametri: più alto è il punteggio finale, migliori sono le ricompense. Niente di nuovo.

Anche il sistema di combattimento è sostanzialmente identico a quello del primo Fire Emblem Warriors e di tanti altri musou: l'ossatura è costituita da un tasto per la schivata/corsa, un tasto per l'attacco leggero e uno per quello potente. Incrociandoli si eseguono combo che possono spazzare via decine di nemici comuni a ogni colpo. E anche quello è il bello dei musou.

Fire Emblem Warriors: Three Houses, la mappa è sempre visibile in alto a destra
Fire Emblem Warriors: Three Houses, la mappa è sempre visibile in alto a destra

Three Hopes, tuttavia, è fondamentalmente un Fire Emblem e pertanto Omega Force l'ha infarcito di caratteristiche più affini a uno strategico che a un action game scacciapensieri. Per cominciare, è possibile combinare insieme fino a due unità, che potranno poi essere scambiate al volo se il giocatore sta controllando quella coppia. È una dinamica da assimilare in fretta, perché ci permette di affrontare ogni nemico attingendo a una varietà maggiore di armi e incantesimi, e questo è importante poiché Three Hopes implementa i caratteristici rapporti di vantaggio o svantaggio tra armi, incantesimi e unità volanti.

Per questo motivo diventa altrettanto fondamentale imparare a smistare le unità, inviandole in giro per la mappa a completare obiettivi e incarichi in base alle loro caratteristiche individuali. Queste comprendono una gran varietà di parametri, che vanno dalle cosiddette abilità uniche, che cambiano da personaggio a personaggio, alle abilità di classe, che ovviamente dipendono dalla classe impostata, passando per quelle conferite dalle diverse armi e dalle loro qualità.

Fire Emblem Warriors: Three Hopes, i dialoghi caratterizzano meglio i personaggi
Fire Emblem Warriors: Three Hopes, i dialoghi caratterizzano meglio i personaggi

Come abbiamo appena detto, possiamo anche cambiare la classe dei singoli personaggi, e ogni classe si ramifica in una pletora di classi intermedie e avanzate, caratterizzate ciascuna da bonus e competenze diverse. Le classi guadagnano punti esperienza per conto loro, che sono svincolati da quelli del personaggio, e aumentando di rango sbloccano nuove abilità e migliorie.

Avrete capito che c'è tantissima carne al fuoco da considerare e microgestire prima di ogni battaglia, ma la nostra impressione iniziale è che nei primi capitoli questa sovrabbondanza di dinamiche GDR sia marginale: a livello di difficoltà Normale - ma ci sono anche Facile e Difficile - le missioni si completano senza scervellarsi tra le tante possibilità che offre la componente strategica del titolo Omega Force, semplicemente scegliendo i bersagli giusti, smistando le unità e convergendo sui nemici più tosti con le combo e gli attacchi migliori a disposizione.

Fire Emblem Warriors: Three Hopes, aprirete spesso la mappa per dare ordini alle unità
Fire Emblem Warriors: Three Hopes, aprirete spesso la mappa per dare ordini alle unità

Siamo dunque cautamente ottimisti sulla qualità complessiva dell'esperienza, che promette una varietà e profondità soddisfacenti, anche a fronte di ramificazioni narrative che sicuramente promuoveranno la rigiocabilità del titolo Omega Force. Per il momento stiamo giocando soprattutto in portabilità proprio per mettere alla frusta il comparto tecnico, senza infamia e senza lode: Three Hopes riprende lo stile in cel shading di Three Houses, ma dobbiamo ammettere che scenari e animazioni ci sono sembrati un tantino manchevoli rispetto al più recente Hyrule Warriors: L'era della calamità.

D'altro canto, l'effettistica più misurata incide meno sulla fluidità del gioco, che ci è sembrata molto più stabile rispetto allo spin-off di Breath of the Wild, fortemente criticato per un frame rate insoddisfacente sia in portabilità che nel Dock.

Fire Emblem Warriors: Three Hopes, cambiando classe si imparano nuove abilità e competenze
Fire Emblem Warriors: Three Hopes, cambiando classe si imparano nuove abilità e competenze

Sul comparto tecnico ci esprimeremo più dettagliatamente in fase di recensione, quando potremo tirare le somme su un titolo che i fan di Fire Emblem Warriors: Three Houses dovrebbero quantomeno tenere d'occhio.

I primi capitoli di Fire Emblem Warriors: Three Hopes non sfruttano al massimo le dinamiche GDR, ma le cose potrebbero complicarsi nelle ore a venire, così com'è indubbio che Three Hopes stia percorrendo una strada molto più sofisticata rispetto ai vecchi musou e al suo stesso predecessore che, sì, traeva spunto dalla serie Fire Emblem per arricchire il gameplay di meccaniche più tattiche, ma non arrivava a questi livelli di complessità. I giocatori che hanno adorato Three Houses e sentono la mancanza dei loro beniamini, insomma, potrebbero aver trovato un nuovo Fire Emblem da portare sotto l'ombrellone.

CERTEZZE

  • È una nuova avventura ispirata al mondo di Three Houses
  • È un musou molto più strategico e sofisticato del solito

DUBBI

  • Le dinamiche GDR sembrano essere un po' troppe per la loro effettiva utilità
  • Basteranno questi accorgimenti a conquistare i fan del GDR originale?