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Floodland: abbiamo provato il gestionale cittadino che farà impazzire i fan di Frostpunk

Dalla Polonia arriva un nuovo gestionale cittadino ambientato in un mondo post-apocalittico e con dei richiami al gameplay di Frostpunk: noi l'abbiamo già provato!

PROVATO di Pierpaolo Greco   —   29/08/2022

Di Floodland si è iniziato a parlare già la scorsa settimana quando, dal nulla, i ragazzi di Vile Monarch, scelsero di distribuire un piccolo teaser di assaggio del loro titolo, giusto in tempo per generare un po' di chiacchiericcio in vista dell'apertura della Gamescom 2022.

Questo perché, durante la fiera tedesca, il team era presente in massa per offrire a tutti i presenti la possibilità di vedere il gioco e di potersi lanciare anche in una generosa sessione di prova per prendere confidenza con le meccaniche per cercare di capire qualcosa di più di questo gestionale cittadino dal sapore post-apocalittico che sembra seguire le orme dello splendido Frostpunk, offrendo diverse variazioni sul tema a partire dall'ambientazione.

Non crediamo sia un caso, tra l'altro, che una parte di Vile Monarch provenga proprio dalle fila di 11 bit studios, il team che ha dato i natali allo strategico ambientato tra i ghiacci, e persino il compositore, Piotr Musial, è esattamente colui che realizzò a suo tempo la colonna sonora di numerose opere della software house polacca, tra cui proprio Frostpunk e This War of Mine. È ormai sempre più evidente come la Polonia sia una fucina di talenti e di splendide idee e Floodland non fa altro che unirsi alle fila di produzioni che dall'est Europa invadono con successo il resto del mondo proponendo gameplay interessanti e rifiniti.

Dopo un incipit così pomposo, è essenziale cominciare a scendere nei dettagli di quanto abbiamo provato in Floodland, focalizzandoci soprattutto sulle nostre impressioni.

Un altro tipo di apocalisse

Tutto intorno al nostro insediamento di Floodland ci saranno numerose risorse da raccogliere
Tutto intorno al nostro insediamento di Floodland ci saranno numerose risorse da raccogliere

Laddove Frostpunk racconta e descrive un mondo dove un cataclisma ha generato un raffreddamento globale estremo, con la sparuta popolazione sopravvissuta costretta a sopravvivere e insediarsi intorno a giganteschi generatori di calore, Floodland racconta esattamente l'altro estremo dello spettro del cambiamento climatico: il surriscaldamento globale ha portato allo scioglimento dei poli e all'innalzamento dei mari che nel giro di pochissimi anni hanno sommerso buona parte delle terre emerse devastando gli insediamenti urbani conosciuti e riducendo l'umanità a pochissimi sopravvissuti, sparsi in piccole tribù nomadi. A creare ancora più dramma c'è stato anche il cosiddetto Evento, un disastro di proporzioni mondiali, generato da una reazione a catena dovuta alla crisi climatica e che ha portato, all'improvviso, alla distruzione di tutti i dispositivi elettronici e di comunicazione, lasciando l'umanità al buio.

L'intento di Vile Monarch è chiaramente quello di proporre un incipit narrativo che non sia solo realistico, ma che addirittura sollevi preoccupazione e consapevolezza in merito al disastro ambientale di questi decenni nella speranza di unire, come si suol dire, l'utile al dilettevole. In questo caso, in modo decisamente letterale visto e considerato che stiamo parlando di un videogioco dalla grandissima profondità strategica. L'ambientazione, nel concreto, è il Nord America, o, per essere più corretti, una versione paludosa, dal clima caldo e umido, delle zone di confine tra gli Stati Uniti e il Canada. A partire da questo presupposto di storia, starà a noi scegliere e gestire come far prosperare la piccola tribù raccogliendo tutto quello che il territorio riesce a offrire, quindi migliorando le nostre competenze tecnologiche per poter mettere in piedi le strutture necessarie a diventare autosufficienti e, a quel punto, valutare se e come accogliere altri sopravvissuti compatibilmente con la nostra esigenza di prosperare.

Un city builder di grandi speranze

Un esempio di insediamento avanzato in Floodland
Un esempio di insediamento avanzato in Floodland

Una volta messe le mani su mouse e tastiera, se si è un minimo conoscitori del genere, ci vuole davvero pochissimo a prendere confidenza con l'interfaccia e il sistema di gioco e realizzare quali sono le dinamiche di gameplay e, più in generale, il tipo di approccio scelto da Vile Monarch per mettere in piedi il suo strategico. Lo ripetiamo quindi di nuovo: se avete giocato anche una volta soltanto a Frostpunk (e se non fosse così, vi consigliamo vivamente di farlo), sapete perfettamente cosa aspettarvi da Floodland.

Il loop di gameplay è bene o male lo stesso: si comincia con un piccola tribù dopo averla selezionata in fase di creazione della partita insieme a una manciata di altre opzioni relative al territorio e alle difficoltà incontrate e, nella prima fase di gioco, dovremo essere bravi a raccogliere le risorse sparse sulla piccola porzione di terreno emerso dove sceglieremo d'insediarci, così da avere abbastanza cibo, acqua e materiali da costruzione per sopravvivere ai primi giorni. Successivamente dovremo investire quanto raccolto per tentare di raggiungere l'autosufficienza costruendo riciclatori d'acqua, fattorie per la coltivazione e porticcioli per la pesca e in seguito dovremo puntare sull'insegnamento realizzando scuole e laboratori di specializzazione così da avere accesso agli edifici di livello più elevato e, di conseguenza, avviare lavori più complessi.

Purtroppo la nostra prova, per quanto lunga secondo i canoni di una fiera, non ci ha permesso di vedere come si evolveva il gameplay sul medio e lungo periodo, se ci saranno cioè avversari da fronteggiare o se sarà possibile spostarsi dalla porzione di terreno iniziale per andare a "colonizzare" altre aree limitrofe, ma una delle dinamiche cardine di Frostpunk sembra essere presente anche in Floodland, praticamente inalterata. Ovvero gli eventi dinamici che possono tanto riguardare questioni climatiche più o meno avverse, quanto l'arrivo o la scoperta di altre tribù che potremo valutare se accogliere nel nostro insediamento o cacciare via. Assumendoci chiaramente le responsabilità delle scelte operate.

La rovina della civiltà precedente ci accompagnerà per tutto il corso delle nostre partite a Floodland
La rovina della civiltà precedente ci accompagnerà per tutto il corso delle nostre partite a Floodland

E chiaramente come qualsiasi gestionale cittadino che si rispetti, una componente enorme del gameplay riguarda la microgestione sia delle risorse che della popolazione. Nel primo caso dovremo, infatti, tenere conto di acqua e cibo raffinato, ma anche di quello crudo che andrà poi cucinato o elaborato al fianco di materie prime riciclate, libri per l'apprendimento e vecchi manufatti della precedente civiltà che saranno essenziali per guadagnare punti tecnologia adatti all'evoluzione del nostro insediamento.

Per quanto riguarda invece la tribù, dovremo stare sempre bene attenti a gestire i compiti di esplorazione e raccolta assegnati alla popolazione, ma contemporaneamente tenendo sott'occhio le esigenze delle strutture che richiederanno numeri ben precisi di lavoratori da assegnare loro. Meglio quindi avere numerosi abitanti col rischio che molti siano disoccupati generando malcontento e rivolte, oppure mantenere una struttura elitaria dell'accampamento accogliendo pochissimi sopravvissuti col rischio di rallentare o inchiodare la produzione quando scegliamo di esplorare le zone limitrofe? Questo è soltanto uno dei dilemmi a cui dovremo rispondere durante le nostre partite a Floodland.

Uno stile caratteristico

Lo stile artistico di Floodland è caratteristico e molto piacevole
Lo stile artistico di Floodland è caratteristico e molto piacevole

Da un punto di vista tecnico e artistico, Floodland si stacca con grandissima forza dalla sua principale fonte di ispirazione, Frostpunk. Il gioco è molto colorato, nonostante racconti un'epoca di disgrazia e sofferenza, con uno stile estetico che sembra suggerire un mix tra pittura ad acquerello e colorazione con i pastelli. Il dettaglio è enorme con la possibilità di zoomare fino a vedere i singoli abitanti alle prese con i loro numerosi compiti e il mare tutto intorno al nostro insediamento è ricco di effetti di riflessione e rifrazione che fanno risaltare il ciclo giorno-notte e ci fanno immaginare la passata epoca di cui sono rimasti solo grattacieli accartocciati su se stessi e autostrade spaccate a metà.

Il risultato finale è estremamente piacevole e quanto giocato mostrava già un livello di pulizia incredibile, sintomo evidente di uno sviluppo che va avanti da tempo e a cui hanno chiaramente collaborato persone di grande esperienza. Nonostante il titolo sia stato annunciato da pochissimo, abbiamo già una data di uscita molto precisa, il 15 novembre, al momento soltanto su PC Steam, a voler evidenziare una scelta di comunicazione ben precisa: mostrare il gioco solo quando pronto e lanciarlo sul mercato il prima possibile per godere del chiacchiericcio generato dagli hands-on. Siamo convinti che Floodland arriverà successivamente anche su console, ma per il momento aspettiamo con ansia di poter mettere le mani sulla versione finale. E voi dovreste fare lo stesso.

Floodland ci ha convinto dopo pochissimi minuti di gioco: questo gestionale cittadino spuntato fuori dal nulla e che deve moltissimo a Frostpunk appare già rifinito, pulito ed estremamente interessante. La parte esplorativa iniziale è ben congegnata e il loop di gameplay ci ha tenuti incollati per il poco tempo che avevamo a disposizione in fiera tra le necessità di sopravvivere, diventare autosufficienti il più velocemente possibile e iniziare a edificare le strutture più avanzate man mano che il gioco proseguiva. Sempre tenendo conto delle esigenze dei nostri abitanti e degli eventi dinamici che ci chiedevano di compiere scelte divisive. Se il gameplay manterrà la sua profondità anche sul medio e lungo periodo, sarà un eccellente gestionale da giocare.

CERTEZZE

  • Il loop di gameplay dimostra esperienza e competenza nel genere
  • Ha un suo stile che lo rende molto piacevole da osservare
  • La presenza degli eventi dinamici offre quella spruzzata di casualità che fa molto bene

DUBBI

  • Non abbiamo idea di come proseguirà il gameplay nelle fasi avanzate di gioco