Negli ultimi anni gli esport sono divenuti la parte centrale di qualsiasi manifestazione a tema videoludico. L'abbiamo visto addirittura alla nostra Milan Gamesweek ma anche il Blizzcon di qualche settimana fa li ha posti come fulcro centrale delle sue attività principali, relegando quasi in secondo piano poi le prove delle nuove feature annunciate per i suoi giochi. Se c'è stato un precursore di tutto questo è stato il Dreamhack che da anni mette invece le partite competitive tra i giocatori in primo piano. Parliamo di decine di anni di duelli, di sfide e di lotte, ancora quando i raduni lan erano il vero fiore all'occhiello delle fiere. E allora, dopo averli vissuti in prima persona da giocatore prima e da giornalista poi, regala sensazioni uniche vederli vivi, vegeti e quasi immutati ancora oggi. Questo week end, insieme ad Hi-Rez, siamo volati ad Atlanta per assistere all'ultimo Dreamhack in ordine temporale, una grande festa per tutti gli amanti dell'online ma anche di tutto ciò che gravita intorno all'universo nerd. Non si può parlare propriamente di fiera perché il Dreamhack 2018 è una vera e propria festa, celebrata dalle centinaia di giocatori presenti attraverso il tifo, i cosplay ma, soprattutto, lo scarrozzarsi i RIG per giocare ininterrottamente tre giorni fianco a fianco con i propri amici. Il multiplayer da divano ma visto dagli occhi dei pcisti sostanzialmente, ricco di tastiere multicromatiche e folli idee per abbellire e colorare i propri monitor. Non manca ovviamente chi si è sbizzarrito nel creare vere e proprie opere d'arte o chi invece arriva con i componenti nudi, tutti ugualmente spinti dalla volontà di farsi notare dal pubblico e scambiare quattro battute. A differenza di altre fiere al Dreamhack si respira l'aria di una volta, dove l'incontro e la condivisione sono messi sicuramente davanti alla spettacolarizzazione e la promozione dei prodotti, in una bolla temporale ferma di qualche decennio. Per questo il Dreamhack diventa terreno fertile per mostrare idee interessanti e magari un po' diverse dal solito ed ogni partecipazione regala qualcosa di unico.
La manifestazione competitiva per antonomasia
Non ci sono i publisher più grossi al Dreamhack, non ci sono decine e decine di postazioni dove provare giochi in anteprima o video di presentazione di nuovi prodotti. Al Dreamhack si viene e si compete, che sia per una semplice amichevole o per un cospicuo premio in denaro. Quest'anno ecco entrare di prepotenza un torneo da centomila dollari di Brawlhalla ma c'è anche il ritorno di un torneo competitivo di Halo 3 due contro e due con diecimila dollari da portarsi a casa e non mancano nemmeno le vere bombe come Counterstrike, Halo 5 e Hearthstone. Sono tornei voluti e spinti dalla community perché, come dicevamo poc'anzi, il Dreamhack è l'evento più vicino ai giocatori, una fiera che di commerciale ha veramente pochissimo e che nonostante questo, o forse proprio per questo motivo, riesce ad auto sostenersi e a ripetersi più volte durante l'anno in varie parti del mondo. In questa specifica occasione non mancano poi i progetti delle università, giochi indie dalle fattezze più strane da cui si esce quasi sempre con il sorriso dopo una prova. E' difficile infatti trovare titoli che aspirino a vendere milioni di copie, non mancando invece idee e spunti di game design da prendere come esempio per svilupparci sopra qualcosa di più interessante. Quest'anno c'era in bella mostra Splitgate che miscela sapientemente lo stile di Halo con le meccaniche di Portal, per uno sparatutto intelligente sotto diversi aspetti e che potrebbe essere introdotto in qualsiasi momento come modalità alternativa in titoli ben più blasonati. Sostanzialmente esistono pareti specifiche che è possibile forare così da creare strategie inaspettate: si può piombare all'improvviso dal soffitto in una stanza chiusa o sparare alle spalle di un nemico dal corridoio opposto senza doversi spostare. Ma si può usare la meccanica anche per la fuga in un qualsiasi capture the flag per un numero di possibilità sostanzialmente infinito. L'idea è li fuori che gira da un po' e qualcuno finalmente l'ha messa in pratica, chissà che nei prossimi mesi non vedremo qualcosa di più concreto sui nostri schermi. Ci ha colpito anche un intero stand dedicato agli insegnamenti per diventare streamer di successo, con tanto di indicazioni per i setting da adottare, i programmi da usare e altre indicazioni di fondamentale importanza in un mercato in piena espansione e che rappresenta oggi a conti fatti una possibilità lavorativa concreta.
E poi c'è il mondo Hi-Rez
Hi-Rez sono anni ormai che prende il Dreamhack e lo rende un tetto ospitale sotto cui fare diversi annunci e portare le finali mondiali dei suoi tornei principali. Così a far registrare numeri grossi ci pensa proprio lo Smite Championship per PC e console, con un montepremi complessivo da più di un milione di dollari, e le finali mondiali di Paladins pronte per elargire ben trecentomila dollari di montepremi. Sembrano sempre numeri incredibili per i non addetti ai lavori ma Hi-Rez è passata da essere gestita da una decina di dipendenti ad avere sotto le sue ali più di quattrocento tra artisti e designer, tutti situati proprio qui ad Atlanta ed è quindi solo un piccolo reinvestimento di un capitale ben più cospicuo. La crescita del mercato videoludico in Georgia è infatti imparagonabile agli altri mercati dell'intrattenimento e solo nel 2017 sono settecentocinquanta i milioni di dollari di utili portati dalle varie compagnie all'interno dello stato. Interessante inoltre scoprire come Hi-Rez abbia deciso di dividersi in settori ben distinti, creando sostanzialmente la divisione Skillshot per organizzare e gestire dirette ed eventi esport, mantenendo Titan Forge, Evil Mojo, Heroic Leap e Alacrity per lavorare simultaneamente a tutti i progetti presenti e futuri, inclusi ovviamente Paladins Strike e i già citati colossi Paladins e Smite, con le loro nuove edizioni Switch. Nel 2019 poi Hi-Rez prenderà la strada del cross platform, come vi abbiamo già anticipato nel nostro speciale su Smite per Switch, unendo le community di Nintendo, Xbox e Pc. Purtroppo Sony, stando a quanto dichiarato, ha scelto di non unirsi al momento ma le funzionalità per includere Playstation sono già pronte e immediatamente realizzabili. Ci sono anche nuovi segreti progetti all'orizzonte, rimasti purtroppo nascosti durante questo Dreamhack, una scelta insolita e abbastanza controcorrente visto il reveal lo scorso anno a Valencia dell'ancora embrionale Smite Tactics. A chiudere il cerchio ci hanno pensato i numerosissimi e sempre attuali panel organizzati da Hi Rez, da quelli atti a spiegare il funzionamento e le varie fasi di sviluppo di un personaggio, sempre utile e interessante, fino a quelli dedicati alla stesura del lore insieme alla community, idee originali indispensabili per creare un legame ancora più stretto con i propri giocatori in una cornice, come dicevamo, nata e pensata solo per questo.
Spazio per i giochi da tavolo
Il Dreamhack ha accolto negli anni sempre più giochi fisici e il 2018 non poteva essere da meno. Con Magic Arena che lentamente sta rosicchiando terreno e popolarità a Heartshtone ci sono buone probabilità di vederlo nei prossimi anni, soprattutto ora che è stata aggiunta la possibilità di sfidare a duello un amico, ma è la sua controparte cartacea a continuare a farla da padrone alla manifestazione. Spunta tra gli altri anche il nuovissimo Key Forge, per una sezione dei giochi da tavolo sempre più grande e importante. Che nelle prossime edizioni trovi spazio qualche torneo per i giochi a tavolo? Secondo noi i tempi e il pubblico sono ormai maturi per abbracciare anche questi elementi extra videogioco.