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Hundred Days, anteprima

Sviluppato da Broken Arms Games, Hundred Days è un gioco che, attraverso le meccaniche di un gestionale, insegna le sfide della produzione del vino.

ANTEPRIMA di Vincenzo Lettera   —   10/08/2020

La produzione del vino è un'arte tramandata ed evoluta fin dalla preistoria. Il vino era un culto nell'antica Grecia, un tesoro per i romani. È stato il simbolo sacro di potenti divinità, protagonista di lauti banchetti, al centro di miti e di leggende, messaggero di tradizione e di cultura. Oggi, oltre a essere un grande pretesto per dei selfie su Instagram, il vino è una bevanda sempre più popolare in tutto il mondo, in un'industria enorme di cui l'Italia è ancora oggi il primo produttore mondiale. Ma nonostante questo, per molte persone, la produzione di vino resta un mistero. Per colmare questa lacuna si potrebbero così leggere libri, seguire corsi, informarsi online, oppure... giocare a un videogioco. Abbiamo incontrato Broken Arms Games, un piccolo team di sviluppo indipendente che sta lavorando a Hundred Days, un gestionale incentrato sul tema della produzione vitivinicola.

Cos'è Hundred Days

Alla base, Hundred Days si presenta come un tipico gestionale. L'obiettivo è quello di allestire e gestire un'azienda vitivinicola, con la cantina in cui si produce e si conserva il vino, e tutt'attorno il vigneto in cui portare avanti la coltivazione. Anno dopo anno bisognerà scegliere quale vitigno coltivare e che vino produrre, quali strumenti acquistare, e se puntare sulla qualità o sulla quantità: magari volete che la vostra azienda resti piccola ma abbia una grande reputazione e un vino richiestissimo; oppure volete aumentare le quantità di bottiglie prodotte con l'idea di espandervi il più rapidamente possibile. Potrete creare la vostra etichetta o partecipare alle fiere di settore, e ogni anno avrete una serie di obiettivi sul breve e sul lungo periodo da portare a termine. In Hundred Days ci sono però diversi ostacoli, da malattie e parassiti che possono compromettere la vite alle condizioni climatiche, che possono fare la differenza tra un'annata eccezionale e una disastrosa. Nel gioco, così come nella realtà, lo spazio è una delle risorse più importanti per un'azienda produttrice di vino, e il team di sviluppo ha deciso di comunicare quest'idea chiedendo al giocatore di disporre gli strumenti, le strutture e i vigneti come fossero le tessere di un puzzle, un'idea ispirata da un lato a Tetris, dall'altro all'inventario di Resident Evil.

Hundred Days 3

Complesso ma senza esagerare

In Hundred Days ogni scelta che farete avrà un impatto sulla qualità del vino prodotto. Come nella realtà, la direzione in cui è rivolto il vigneto determina l'esposizione delle viti al sole, e quindi anche nella versione finale del gioco bisognerà tenere a mente anche questo fattore. Nell'imbottigliare il vino non dovrete decidere solo il nome e l'etichetta, ma il tipo di bottiglia e di tappo. Dopo la sessione di degustazione viene assegnato un voto e vengono dati dei consigli su come migliorare il prodotto, mentre si può vendere a privati e ristoranti, e aumentando la vostra fama, arrivare anche ai supermarket. Ci sono giochi, come il vecchio Farmville, che pur di rendere l'esperienza accessibile a tutti finiscono per semplificare troppo e banalizzare l'argomento che trattano, col risultato che non è possibile imparare niente sulla coltivazione dei campi attraverso il gameplay. Dall'altra parte dello spettro ci sono simulatori agricoli come Farming Simulator, molto più profondi e vicini alla realtà ma che proprio a causa della loro complessità finiscono per spaventare una buona fetta di persone.

Hundred Days si pone nel mezzo: da un lato vuole essere un gioco accessibile, con una grafica colorata e meccaniche facilmente comprensibili, dall'altro vuole riprodurre fedelmente i processi della produzione del vino. Giocando al gioco si imparano le dinamiche dietro la lavorazione dell'uva, l'influenza concreta delle condizioni climatiche, le diverse strumentazioni necessarie, i possibili rischi per le coltivazioni e i processi di imbottigliamento e vendita. Hundred Days ha un bacino d'utenza potenzialmente molto grande: la passione per il vino unisce persone provenienti da tutto il mondo, e nonostante il gioco sia ancora in sviluppo, attorno al progetto si sta già formando una community sempre più numerosa fatta di appassionati o semplici curiosi. Tuttavia, l'obiettivo del team è quello di arrivare anche a chi di vino ne sa poco come me. A chi magari vuole giocare un buon gestionale e nel frattempo imparare qualcosa di nuovo su cui discutere a tavola. Magari proprio davanti a una bottiglia di buon Barbera.

Hundred Days 2

Hundred Days non ha ancora una data d'uscita ma i lavori procedono a gonfie vele, e su Steam lo sviluppatore ha pubblicato una demo che permette a chi è curioso di farsi un'idea e provare un'intera stagione produttiva: dalla coltivazione della vite alla vendita del vino. Dopo aver provato la demo apprenderete qualcosa in più sulla produzione di vino. Ed è proprio questo l'obiettivo di Hundred Days: giocandolo non diventeremo dei sommelier, ma conosceremo cose che non sapevamo e magari impareremo ad apprezzare un po' di più quello che beviamo.

CERTEZZE

  • Un gestionale su un tema molto originale
  • Tanta ricerca e precisione nel ricreare le dinamiche dell'industria vitivinicola
  • Artisticamente molto gradevole

DUBBI

  • Modalità Storia tutta da verificare
  • Il team dovrà mantenere il giusto equilibrio tra accessibilità e simulazione