L'Italia dei videogiochi non brilla nel campo dei tripla A, escludendo l'ovvia Milestone e la ben nota Ubisoft Milano, ma dal punto di vista delle produzioni indipendenti è una realtà in crescita, anche in termini qualitativi con pezzi da novanta come Assetto Corsa, Last Day of June, Redout e parecchi altri titoli indipendenti già usciti o in arrivo che si sono dimostrati in grado di superare i confini nazionali per qualità, fascino e, soprattutto, consenso. Nel frattempo il numero di software house è aumentato, il fatturato delle produzioni italiane è cresciuto di un 50% e la reattività degli sviluppatori nostrani anche, come dimostra il tempestivo arrivo di molti titoli su Nintendo Switch, una console perfetta per godersi anche in mobilità indie, esperimenti, punta e clicca e altri generi che fanno parte del DNA italiano, sospeso tra la voglia di innovare e un certo gusto per il vintage.
Avventure grafiche e pixel art d'autore
È proprio al passato che guarda The Wardrobe, un'avventura punta e clicca che omaggia con grande efficacia le grandi produzioni LucasArts, proponendoci un'esperienza di alta qualità piena zeppa di citazioni. Ma il titolo C.I.N.I.C. Games, forte di un successo notevole sulla piattaforma Nitendo, non si affida esclusivamente al fanservice, facendo dei rimandi il perno di un'avventura grafica capace di rievocare con efficacia l'epoca dei capisaldi del genere, a partire da un'abbondante spruzzata di azzeccata ironia, aggiungendoci quel tanto di evoluzione tecnica da non risultare obsoleta. Siamo invece dalle parti della sperimentazione con Last Day of June, la seconda prova di Ovosonico che, dopo Murasaki Baby in esclusiva per PlayStation Vita, si è tuffata nel mare magnum dei multipiattaforma. E lo ha fatto tirando fuori dal cappello un'esperienza a bivi tanto breve quanto efficace, una suggestiva ode al destino caratterizzata da uno stile minimale a dir poco unico e da una struttura che fa del giocatore un vero protagonista, senza per questo complicare troppo un gameplay decisamente intuitivo. Il tutto condito da un'atmosfera coinvolgente, sostenuta e sospinta verso l'alto dalle musiche di Steven Wilson, fondamentale come la regista Jess Cope nel suo contributo a una delle migliori produzioni del videogioco italiano, un'avventura capace di distinguersi anche ai Bafta e che si adatta bene al formato di Nintendo Switch, nonostante qualche imperfezione dovuta a una conversione non del tutto impeccabile.
Non ha invece sbavature il comparto tecnico Milanoir, l'action-shooter di Italo Games che ha dimostrato di saper combinare diversi elementi di gameplay sullo sfondo di una Milano d'epoca realizzata in perfetta pixel art. Purtroppo gli evidenti pregi sono stati messi in secondo piano dalla gestione pessima dei salvataggi e dalla scarsa longevità, estesa solo grazie a picchi di difficoltà estremi e frustranti, ma la personalità unica e distintiva di Milanoir merita senza dubbio attenzione. E lo stesso vale per Bud Spencer & Terence Hill - Slaps And Beans, il picchiaduro a scorrimento dedicato all'indimenticabile che non centra completamente il bersaglio, ma ci va più vicino del titolo di Italo Games grazie a un gameplay che pur imperfetto tira fuori, in cooperativa, una profondità a primo acchito insospettabile. Tutto condito dalla comicità e dalle colonne sonore del celebre duo che trova la sua collocazione ideale in un genere tutto schiaffoni e calci, che assieme alla grafica cartoon si adatta perfettamente al formato e ai controlli della Switch. Un qualcosa che possiamo dire anche per Detective Gallo, anche se in questo caso torniamo alle avventure grafiche. E guardiamo ancora una volta a una produzione ispirata fortemente dalle avventure LucasArts, benché gli efficaci disegni e la colorazione richiamino più la moderna vena Disney. La storia, però, è pura avventura d'epoca, purtroppo limitata e dall'umorismo raramente pungente, ma nel complesso piacevole, anche grazie a un burbero e azzeccato protagonista, Gallo di nome e di fatto.
Grandi ambizioni, generi in quantità e un Baldo giovine all'orizzonte
Non è fatta di sole avventure e picchiaduro a scorrimento la nuova ondata di titoli di qualità italiani e questo vale anche per le produzioni già arrivate o destinate ad finire su Nintendo Switch. Tra quelle che ci hanno più sorpreso, anche se sappiamo bene che il genere racing è senza dubbio nelle corde degli sviluppatori nostrani, c'è Redout, un racing futuristico che corre sulla stessa pista di leggende come WipeOut- F-Zero e Rollcage. E pur misurandosi con capolavori assoluti non sfigura per nulla grazie a una sensazione di velocità eccellente, ben 60 tracciati suggestivi per la versione Switch e un'intelligenza artificiale di qualità. Tutte caratteristiche fondamentali che mettono in secondo piano qualche sbavatura relativa all'interfaccia e ai modelli dei veicoli. Purtroppo sulla console Nintendo il titolo soffre il limite dei 30fps, ma il framerate è stabile e permette comunque di godere dell'ottimo sistema di guida di un titolo capace di distinguersi anche sulla console Nintendo. Ha avuto invece qualche difficoltà in più Xenon Racer, altro racing futuristico ispirato ai grandi classici che si è presentato su Switch con qualche problema tecnico ma, oggi, è un gioco ben diverso rispetto a quello del lancio grazie alla salvifica patch 1.04 che ne ha migliorato sensibilmente resa estetica e fluidità. Si è distinto subito invece Forma 8, un metroidvania dallo stile tanto minimalista quanto spettacolare che porta la firma di Mauro Fanelli e Andrea Gellato, due nomi che la vecchia guardia di Multiplayer.it conoscono bene. E sono due figure che ci hanno regalato un'esperienza ricca e sfaccettata il cui ritmo, per qualcuno troppo compassato, è funzionale all'atmosfera, all'esplorazione e al carico di mistero che trovano una dimensione perfetta tra le coperte, al buio, con una Switch tra le mani.
Questo a patto di digerire una difficoltà piuttosto elevata che regala però grande soddisfazione, soprattutto nel caso di alcuni puzzle, ai forti di spirito. E serve una pellaccia dura anche per affrontare OkunoKA, un platform italiano che si rifà in buona parte a Meat Boy tra salti millimetrici, arrampicate e scatti fulminei, chiedendoci di superare cento piccoli livelli realizzati con grande attenzione all'estetica e al gameplay. Ed è abbastanza per fare di OkunoKa, purtroppo snobbato dalla critica estera, un titolo riuscito, imperfetto ma divertente e particolarmente adatto a Switch grazie alla peculiare formula fatta di tanti piccoli livelli. Ben altra è invece la struttura di Another Sight, un'avventura 2.5D con visuale laterale, in arrivo nel prossimo futuro su Switch, che ci mette nei panni di una ragazza che ha perso la vista e percepisce il mondo attraverso sensazioni e colori. Il risultato è un titolo senza alcun dubbio interessante, caratterizzato da trovate visive e rimandi artistici di peso, annebbiato però da controlli rozzi, puzzle non sempre riusciti e lacune tecniche evidenti. Ed è un peccato viste le ottime idee di un titolo che ci porta a confidare nel futuro di Lunar Great Wall Studios. Prima però non vediamo l'ora di mettere mano al lavoro di NAPs Team, un'avventura in cel shading dalle animazioni deliziose e dallo stile accattivante che guarda a The Legend of Zelda e omaggia le opere dello Studio Ghibli. La data d'uscita di Baldo purtroppo non ci è ancora nota, ma la qualità del materiale mostrato, tranquillamente gestibile dall'hardware della piccola console Nintendo, ci fa sperare che sia il più vicina possibile.