Avremmo voluto rimanere seri ed evitare qualsiasi tipo di pensiero malizioso ma sfidiamo chiunque a non essersi fatto più di una risata, una volta venuto a conoscenza dell'esistenza di Inkulinati: questo strategico a turni ispirato ai marginalia medievali ha attirato l'attenzione sì per il peculiare stile artistico ma, in Italia, soprattutto per un nome che lascia poco spazio all'immaginazione. A quanto pare gli sviluppatori erano a conoscenza dell'effetto che avrebbe avuto nella nostra lingua e nonostante tutto, o forse proprio per questo, hanno deciso di tirare avanti senza modificarlo, perciò viene solo da fare loro i complimenti. Passato il primo impatto ridanciano, scopriamo in Inkulinati un'esperienza non solo irriverente (come altro potremmo definire un soldato che sfrutta una tromba per amplificare il suo peto in modo da stordire i nemici?) ma anche estremamente appagante. Facciamo però prima un passo indietro e rispondiamo alla domanda che forse tormenta chiunque abbia sentito nominare il gioco: chi sono gli Inkulinati?
Cuore d'inchiostro
Gli Inkulinati sono persone in grado di manipolare l'inchiostro a loro piacimento, tanto da fargli prendere vita e sfruttarlo per combattere epiche battaglie all'ultima goccia contro altri come loro: la loro abilità li rende anche conosciuti con l'appellativo di Masters of the Living Ink e le uniche armi di cui hanno bisogno sono calamaio, piuma d'oca e una mente analitica, strategica per l'appunto (quella gliela offriremo noi, si spera). I loro eserciti combattono sulla pagina bianca di un manoscritto, che in breve tempo si trasforma in un feroce campo di battaglia dove lo scontro può assumere toni più o meno nobili. In realtà ogni trucco è valido per vincere e i nostri contendenti non si fanno scrupoli a utilizzarli mettendo a nudo tutto il loro disonore. E le natiche, ma questa è un'altra storia. Sconfiggere ogni avversario ci permetterà di apprenderne le tecniche segrete di disegno, migliorando noi stessi e avendo accesso a numerose unità sul campo: l'obiettivo è costruire l'armata ideale per mettere alle strette personalità del calibro di San Francesco, Dante Alighieri e perché no, persino la Morte stessa. Nulla è di troppo, per diventare il supremo maestro degli Inkulinati. C'è della gloria in tutto questo, ne siamo sicuri.
Strategia in miniatura
La premessa principale da fare per quanto riguarda Inkulinati è pur esistendo un modificatore standard della difficoltà, è comunque possibile apportare un paio di personali aggiustamenti: siete infatti voi, dopo aver completato il Prologo, a stabilire i punti inchiostro iniziali e quanti turni devono passare prima dell'Apocalisse - su quest'ultimo punto torneremo più avanti. Facile, normale o difficile sono delle modalità che impattano direttamente sull'intelligenza artificiale, nell'ordine facendole cominciare la partita con una quantità inferiore, identica o superiore di punti inchiostro rispetto ai vostri. Sebbene non esista una vera e propria storia da seguire, il gioco procede per gradi sbloccando nuovi elementi - truppe, abilità e livelli - di partita in partita, sia che ne uscita vittoriosi o sconfitti. La demo ci ha permesso di sfiorare giusto la superficie dell'esperienza, che promette di essere a mano a mano più ricca, profonda e impegnativa. Stabilite le formalità iniziali tra cui anche il personaggio da interpretare, siamo pronti a conquistare la gloria tra le miniature del manoscritto: nei panni del buon Sir Godfrey abbiamo dunque sfidato Suor Hildegarde, mentre con lei abbiamo guerreggiato contro il Maestro (un fraudolento, non quello vero) e infine abbiamo provato anche quest'ultimo per capire fino a che punto punta a spingersi la varietà.
In tal senso, Inkulinati promette molto bene perché non solo ognuno dei personaggi dispone di truppe diverse le une dalle altre ma loro stessi, tranne alcune azioni base comuni a tutti, hanno un approccio allo scontro completamente personale e dei punti salute altrettanto differenti che molto suggeriscono sui rischi da poter correre. Godfrey ad esempio può subire più danni degli altri e persino infliggerli di suo pugno, letteralmente, mentre Hildegarde pur essendo più debole è in grado di guarire se stessa o le unità adiacenti di un discreto numero di punti salute - similmente, dispone di un'unità curativa che tuttavia non funziona su di lei. Il Maestro, infine, è una discreta via di mezzo che pur non avendo alcun mezzo per attaccare direttamente i nemici o ripristinare la propria vita, è in grado di aumentare sensibilmente la precisione di un'unità, assieme al danno, e darle un'altra occasione di agire nel caso in cui abbia già consumato il proprio turno. Come vedete, tanti approcci quanti sono i personaggi. Vediamo ora più da vicino le meccaniche.
L'obiettivo della partita è ovviamente sconfiggere l'avversario, portando a zero la sua salute oppure spingendolo oltre il bordo della pagina o, ancora, nelle fiamme dell'Apocalisse. Il combattimento si svolge da un estremo all'altro del libro e le due facciate rappresentano il campo da gioco di ciascun personaggio: qui si gettano le basi della propria strategia e si disegnano le truppe da mandare all'assalto, disponendole in base alla portata degli Inkulinati. Ogni unità richiede uno specifico numero di punti inchiostro per essere messa in gioco e, al di là di quelli iniziali, è possibile raccoglierne altri sostando sulle macchie che occasionalmente - o uccidendo gli avversari - appariranno sulle pagine. Spesso risulta più opportuno rinunciare all'offensiva per appropriarsi di quanti più punti possibili, non solo per riuscire a disegnare truppe più potenti ma soprattutto per impedire all'avversario di fare lo stesso. Non c'è limite alla quantità di azioni che gli Inkulinati possono compiere, purché disponibili, a differenza delle loro unità che invece sono limitate a muoversi e/o attaccare, oppure utilizzare una particolare abilità. Senza stare a fare una disamina dei singoli eserciti, bene o male tutti annoverano tra i loro ranghi unità corpo a corpo, a lungo raggio, di supporto e speciali, ossia quei soldati che costano tanto inchiostro ma ripagano con altrettanto dolore a chiunque li ostacoli.
Ogni livello presenta un diverso campo di battaglia, più articolato a mano a mano che di prosegue nell'avventura e si sbloccano nuovi elementi: è persino possibile che lo scontro si sviluppi su più piani e occorra fare buon uso delle scale per capire come gestire il combattimento. Ci possono poi essere ostacoli di varia natura, da quelli esplosivi ad altri che ostruiscono la gittata degli arcieri, fino ad arrivare al più temibile e importante di tutti: le fiamme dell'Apocalisse. Inkulinati è infatti un gioco strategico a turni che tuttavia mette un po' di pepe al gameplay rubando e reinterpretando il concetto di restringimento dell'arena tanto caro ai battle royale. Dopo un determinato numero di turni, che come abbiamo già scritto potete stabilire in autonomia, dalle rispettive estremità delle pagine - ovvero proprio alle spalle degli Inkulinati - si alzeranno delle vampate di fuoco pronte a incenerire qualsiasi cosa sul loro passaggio. Di turno in turno andranno a occupare uno spazio, incendiandolo quello successivo ed eliminando in maniera definitiva chiunque vi sosti. Si tratta di una meccanica che, come ogni cosa, può essere la vostra migliore alleata o la peggiore nemica: nulla infatti vi vieta di dare una bella spinta a qualche nemico e gettarlo accidentalmente nelle fiamme ma lo stesso potrebbe essere fatto a voi. Se perdere un'unità potrebbe essere accettabile, quando non utile alla vostra strategia, il mastro disegnatore dovrebbe evitarsi una simile fine.
Inkulinati è un gioco che domanda strategia non solo sul momento ma anche in previsione di questa letale Apocalisse: disporre troppe truppe una in fila all'altra potrebbe impedire al vostro personaggio di sfuggire alle fiamme, metterne troppo poche lascerebbe spazio all'avversario per aggredirlo direttamente - considerato che finché c'è spazio e margine di movimento, le unità possono andare dove vogliono, scavalcando senza problemi quella davanti a loro. Bisogna anche tenere in conto che l'intelligenza artificiale cercherà di tagliarvi la strada, rigirando contro di voi le vostre stesse mosse. Pensare fuori dagli schemi, tenendo conto non solo dei soldati ma anche di chi li manovra e come potrebbe reagire, è la chiave per un successo non così scontato; anche in modalità normale siamo stati messi alle strette in più occasioni, per poi essere sconfitti in maniera ben poco decorosa. Dietro un nome innegabilmente divertente si nasconde quindi un'esperienza accattivante e pronta a metterci alla prova.
C'è molta più strategia di quanta il nome ridicolo faccia pensare, in Inkulinati. Yaza Games dà vita a un gioco artisticamente molto particolare e bello a vedersi ma soprattutto profondo a dispetto della sua natura contenuta: i confini del nostro mondo sono le due facciate di un manoscritto ma quello che succede al loro interno è talmente imprevedibile da farci subito dimenticare queste ristrettezze. Reinterpretando il restringimento dell'arena tipico dei battle royale, creando una serie di truppe variegate di cui abbiamo visto solo una minima parte e condendo il tutto con un'ironia trasmessa più dai disegni e dalle animazioni che non dalle poche parole, la battaglia per diventare il Gran Maestro degli Inkulinati è solo all'inizio. Se gli sviluppatori riusciranno a mantenere le promesse di varietà e longevità, ci sarà da divertirsi - in particolare se al posto dell'intelligenza artificiale scegliamo un avversario in carne e ossa.
CERTEZZE
- Un titolo che vince a mani basse
- Livello di sfida molto personalizzabile
- Tanta varietà negli Inkulinati e nelle truppe
- C'è più strategia di quanta non ne dia a vedere
DUBBI
- Longevità e varietà oltre la demo sono da verificare