Intel Optane è una tecnologia di caching applicabile a diversi ambiti che si è inizialmente diffusa nella forma di una memoria M.2 da inserire nell'apposito slot comparso sulle motherboard Intel a partire dalla serie 200. Alla base c'è la memoria 3D XPoint, sviluppata da Intel e Micron, che non è volatile e che in questa specifica forma non si può sostituire alla RAM, ma si frappone tra CPU e disco fisso velocizzando la gestione dei dati del sistema, tanto da rendere molto più efficiente anche un disco meccanico classico. Anzi è proprio quest'ultimo quello che ottiene i vantaggi maggiori, arrivando a superare in parecchi test un'unità SSD SATA di buona qualità e con una spesa che va dai 40 ai 90 euro dei modelli base da 16 e 32GB. Ma come vedremo queste unità hanno qualche limite che in alcuni casi coinvolte anche il modello M10 da 64GB che arriva a costare ben 160 euro. E com'è ovvio che sia le cifre salgono ulteriormente nel caso delle SSD dotate di tecnologia Optane, con prezzi che superano i 250 euro per il modello l'800P da 118GB che è sufficiente giusto per ospitare il sistema operativo e una manciata di applicazioni.
Potenzialità e limiti di una tecnologia sorprendente
Come anticipato la tecnologia Optane pretende, sia nelle vesti di memoria M.2 che in quelle di SSD, un processore Intel Core di settima generazione abbinato al sistema operativo Windows 10. Questo limita le opzioni di upgrade ma parliamo di una tecnologia complessa che restituisce risultati spesso sorprendenti. Nelle piccole operazioni di lettura casuale parliamo di un incremento sostanziale con la memoria optane da 32GB, che assieme a un disco fisso triplica la velocità di trasmissione di un'unità a stato solido SATA. E con la versione da 64GB o con l'SSD Optane 800P le prestazioni aumentano di un ulteriore 25%, arrivando a raddoppiare quelle delle unità Optane prese singolarmente. Ma quando si passa a operazioni sostenute il limite delle dimensioni si fa sentire, con le informazioni necessarie per consentire alle nuove memorie di moltiplicare la velocità dell'hard disk che hanno bisogno dello spazio di una vera seppur limitata SSD Optane, come l'800P da 118GB. Inoltre entrano in campo diverse variabili che nel caso della lettura sequenziale premiano le peculiarità dell'unità da 32GB, sfavorendo invece quella da 64GB. Questa si prende però la rivincita nel caso della lettura sequenziale sostenuta, ma è bene notare che in entrambe le situazioni, a differenza di quanto succede nella lettura casuale, tutte le soluzioni di cui abbiamo parlato risultano inferiori rispetto a una singola SSD Optane 900P che supera anche l'accoppiata tra 800P e disco fisso. Ma parliamo di 400 euro per la versione da 280GB, una soluzione che in quanto a convenienza è imparagonabile rispetto all'abbinamento tra Optane Memory da 32GB e un disco come il Western Digital Black. Certo, come abbiamo visto le memorie Optane hanno qualche limite rispetto alle SSD Optane, ma con un buon hard disk garantiscono comunque un incremento vertiginoso della velocità di caricamento delle applicazioni più comuni e quindi anche dei videogiochi. Ovviamente questi non guadagnano frame per secondo, ma beneficiano in tempo reale della tecnologia quando il caricamento dei dati influisce sull'esperienza in tempo reale, come nel caso di alcuni titoli a mondo aperto.
Prospettive interessanti ma prezzi ancora elevati
Non tutti hanno intenzione di spendere per velocizzare i caricamenti e ci sono unità SSD da 500GB che possono soddisfare la stragrande maggioranza delle necessità, garantendo prestazioni nell'uso comune più che sufficienti. Ma la capacità di una memoria Optane da 32GB di spingere un disco fisso verso prestazioni inimmaginabili è un qualcosa che colpisce e che può risultare utile in molti casi. Inoltre chi punta al massimo ha sicuramente dato un'occhiata ai test delle SSD Optane che mettono in campo prestazioni eccellenti, con valori superiori ai 2500MB/s e 2000MB/s in fase di lettura e scrittura casuale, combinate con una longevità sette volte superiore a quella di una SSD classica di fascia alta. Ma anche in questo caso, a meno di non avere necessità specifiche, non è il caso di lanciarsi allo sbaraglio. La tecnologia Intel è sorprendente ma è anche costosa e in divenire. Gli attuali controller e l'interfaccia PCIe limitano l'effettivo potenziale della tecnologia 3D XPoint, mentre la diffusione in ambito consumer è frenata da un rapporto tra prezzo e pezzatura imparagonabile con quello di una SSD M.2 Samsung Evo. L'Intel 900P da 480GB, tanto per intenderci, supera abbondantemente i 600 euro di prezzo e finisce per esaltare la combinazione tra una memoria Optane e un disco fisso, che garantisce i vantaggi maggiori in termini di rapporto tra prezzo e prestazioni. Ma è chiaro che arriverà un momento in cui i dischi meccanici diventeranno un freno insostenibile. Per questo da una parte guardiamo con interesse anche alle SSD Optane mentre confidiamo che i prezzi calino, anche se Intel non ha concorrenza, con l'arrivo di nuove unità come l'Intel 905P M.2 che, in arrivo a fine mese, promette un ulteriore salto in avanti. Dall'altra teniamo invece d'occhio la Optane DC Persistent Memory, una RAM che ha il vantaggio del non essere volatile conservando, a differenza dei classici banchi di memoria, i dati immagazzinati. La combinazione di velocità estrema e capacità di ricordare quanto immagazzinato prima dello spegnimento del sistema si coniugano con una densità tale da consentire la creazione di moduli fino a 512GB che, è ovvio, sono destinati esclusivamente al settore professionale e nello specifico a server e datacenter basati sugli ormai imminenti Xeon di ultima generazione. In questo caso, il settore consumer appare molto lontano, ma le potenzialità della memoria 3D XPoint e la posizione dominante nel settore delle DDR di Micron, che condivide la paternità di questa tecnologia con Intel, potrebbero portare a sviluppi imprevisti.