Nel 1993, Giuseppe Signori si apprestava a diventare il capocannoniere della Serie A, ma il campionato venne vinto dal Milan di Fabio Capello e di Donadoni, Costacurta, Massaro. Nel 1993 il re di Roma è Abel Balbo, mentre la Juve di Trapattoni veniva puntellata dalla foga di soldatino Di Livio e le qualità di un certo Roberto Baggio. In Europa, la console più venduta era il Sega Megadrive, i giochi più popolari Star Wars: Rebel Assault, Mortal Kombat, Super Mario Kart, Street of Rage II, Lemmings e Sonic The Hedgehog 2. Ma a Natale lo cose cambiarono: il 15 dicembre arrivò nei negozi FIFA International Soccer, esclusiva Megadrive, e in poche settimane il gioco sportivo che avrebbe dovuto replicare in Europa il successo americano di John Madden Football divenne una megahit, cambiando per il sempre il mondo del calcio simulato.
Facciamo un salto in avanti di quasi 30 anni e quella che sarebbe divenuta una partnership duratura sta per finire. EA e la FIFA non hanno trovato un accordo per rinnovare i diritti di immagine e EA Sports FIFA 23 sarà l'ultimo videogioco che porterà questo nome. È la fine di un'epoca?
Fifa: prima e dopo
Di giochi di calcio fino a quel momento ne avevamo già provati tanti, a casa e in sala giochi. Indimenticabili furono Microprose Soccer, Manchester United di Krisalis, il divertentissimo Nintendo World Cup; senza dimenticare i preistorici RealSports Soccer per Atari 2600 o gli iconici Peter Shilton's Handball Maradona ed Emlyn Hughes International Soccer. Giochi in prevalenza occidentali, inglesi, ma con qualche prezioso tentativo giapponese: Tecmo con gli sportivi ci faceva un bel po' di soldi, ne aveva una linea quasi completa, ed SNK nel 1992 fece partire l'ottima serie Super Sidekicks, dismessa poi nel 1996. Ma i re, quelli che si contendevano il titolo di simulatori di calcio, erano due: Kick-Off e Sensible Soccer. Nel 1993 soprattutto quest'ultimo, che con la versione Sensible Soccer International Edition era de facto il miglior gioco di calcio in circolazione.
Un nuovo 2D
FIFA International Soccer però era diverso: più amichevole nei controlli, con la palla attaccata al giocatore invece che un'entità a parte da domare continuamente verso la porta avversaria, e soprattutto più spettacolare. Fino a quel momento i giochi di calcio potevano sfruttare essenzialmente tre diverse tipologie di visuali : la cosiddetta a volo d'uccello, dall'alto e laterale. Mentre il gioco Electronic Arts ebbe l'intuizione di utilizzare un'innovativa, almeno per il genere, visuale isometrica. Di videogiochi isometrici ne erano usciti diversi anche negli anni '80, da Q*Bert a Marble Madness, ma è nei '90 che questo tipo di grafica raggiunge la maturazione grazie a capolavori come Viewpoint, Syndicate, SimCity 2000, Diablo. E naturalmente FIFA International Soccer, che proprio grazie alla sua grafica isometrica e alla licenza ufficiale FIFA divenne un acquisto imprescindibile per tutti i fan, e non solo, del nostro sport nazionale.
Rivali dall'inizio alla fine
Impossibile celebrare la quasi trentennale carriera del FIFA targato Electronic Arts, senza parlare del suo diretto concorrente. Mentre EA è impegnata a sviluppare FIFA Soccer 95, su Super Nintendo debutta un'altra serie calcistica destinata a fare la storia: International Superstar Soccer. Quello che verrà presto ribattezzato amichevolmente ISS è il secondo tentativo di Konami, dopo Hyper Soccer per NES, di creare il gioco di calcio visivamente più realistico in circolazione, e ci riesce. Come gameplay non è all'altezza del gioco EA, ma stilisticamente International Superstar Soccer non teme rivali: la patria dei videogiochi al suo picco fa la differenza, con delle animazioni da capogiro e una palette di colori tenue e realistica, ISS attira l'attenzione del pubblico che però ancora non sa cosa ha in serbo per loro Konami. La compagnia giapponese è infatti impegnata su diversi fronti: porta avanti ISS facendone uscire altre due versioni in soli tre anni, tra cui quella meravigliosa per Nintendo 64, mentre è segretamente al lavoro su un altro gioco calcistico nextgen: Goal Storm, in Giappone conosciuto come World Soccer: Winning Eleven. Goal Storm esce su PlayStation pochi mesi dopo Fifa 96, entrambi sono completamente in 3D (ma il primo in questo campo fu Actua Soccer) e promettono un gameplay rivoluzionario.
La riscossa giapponese
Ed è così che inizia una rivalità destinata a fare la storia dei videogiochi. Non esistono in questo ambito faide tanto emozionanti e longeve come quella tra Fifa di Electronic Arts e Winning Eleven/ISS/Pro Evolution Soccer di Konami. In questi primi anni su PlayStation è FIFA a dominare, la colpa però è in parte nella titolazione scelta da Konami che, come spesso accade agli sviluppatori giapponesi, inizia a sovrapporre i nomi delle sue diverse serie calcistiche creando tra gli utenti occidentali un inutile e controproducente confusione. Iss Pro, Iss Pro 98, Iss Pro Evolution, Iss Pro Evolution 2 e infine, solo nel 2001, finalmente e semplicemente Pro Evolution Soccer: per gli amici, PES. Mentre in Giappone le due serie ISS e Winning Eleven sono state tenute sempre ben separate, da noi abbiamo vissuto situazioni paradossali in cui ISS 98 per Nintendo 64 e ISS Pro 98 per PlayStation venivano venduti con la stessa copertina, dove troneggiava Carlos Valderrama, pur essendo due giochi completamente diversi. Ma la gente se ne accorse con sorprendente velocità...
La rinascita passa dall'Inghilterra
Nonostante lo sforzo produttivo sempre più aggressivo di Electronic Arts che da FIFA 98: Road to World Cup in poi inizia a riscrivere l'estetica stessa del calcio, i giochi Konami pur senza licenze e colonne sonore da hit-parade risalgono la china divenendo l'unica scelta possibile per i veri amanti del calcio. A cavallo del nuovo millennio, FIFA era per quelli che non potevano fare a meno degli atleti reali, e i prodotti Konami per chi invece cercava un gameplay profondo e in grado di simulare, anche con la sua proverbiale imprevedibilità, il gioco del calcio. Nel 2003, Pro Evolution Soccer 3, con l'arbitro italiano Pierluigi Collina in cover, azzerò questa volta anche commercialmente il vantaggio di FIFA iniziando un tentativo di sorpasso che iniziò ad allarmare Electronic Arts. "PES fu la principale ispirazione. Non riuscivo a pensare a un altro gioco sportivo in grado di ricreare situazioni così varie, inaspettate ed emozionanti", racconta Gary Peterson al quotidiano inglese The Guardian, lo stesso Gary Peterson che nel 2005 viene messo al comando della serie Electronic Arts.
Possesso palla
Nel 2006 il campionato italiano venne vinto dall'Inter del C.T. Mancini, capitan Zanetti e di uno Zlatan Ibrahimovic al picco della sua forma fisica; al secondo posto, ma distanziata con ben 22 punti si piazzò la Roma di Spalletti, De Rossi e Totti, quest'ultimo capocannoniere della stagione con 26 marcature. Sul retro di questa cartolina dal passato, troviamo FIFA 06 e la sua voglia di riscossa che però in quella edizione e la successiva sarà limitata alla sola versione Xbox 360, l'unica console nextgen in circolazione e l'unica in grado di beneficiare di tutte le novità introdotte, a partire da un nuovo potentissimo motore grafico. Con FIFA 08, Electronic Arts si fa trovare pronta per il debutto su PlayStation 3 (ma arriverà anche un'interessante versione per Nintendo Wii) con un gioco bello da vedere e da giocare. L'arrivo di un inglese come Gary Peterson, uno che col calcio c'è cresciuto, in un team di quasi tutti canadesi, inizia a fare la differenza; per sua stessa ammissione è proprio nel 2008 che la serie smette di inseguire il suo rivale giapponese per iniziare a crescere e a migliorare di testa propria.
Ultimate Team!
Finalmente FIFA è un grande gioco non solo da vedere, ma indubbiamente anche da giocare: inizia la grande rimonta su PES. Fifa 09 è il miglior FIFA di sempre e tra i suoi contenuti a pagamento spicca una nuova modalità destinata a ricoprire un ruolo fondamentale nel successo crescente della serie: FIFA Ultimate Team. Sembra incredibile oggi, ma Ultimate Team si pagava a parte e così è stato fino al FIFA del 2011, quando finalmente EA si rese conto che renderlo gratuito avrebbe aumentato a dismisura i pacchetti di figurine virtuali acquistati dagli utenti.
Ultimate Team è un'idea semplice, diabolica e geniale: è come un album di figurine della Panini, ma i giocatori che trovi in ogni bustina possono essere schierati in campo contro altri utenti. Nel corso degli anni il sistema è stato potenziato e in alcuni ambiti modificato profondamente, spesso con lo scopo di massimizzare l'acquisto di nuove "figurine" da parte dei giocatori. In Europa, Olanda e Inghilterra fra tutte hanno accusato Ultimate Team di nascondere meccaniche da gioco d'azzardo predatorie per i più piccoli, e pericolose per gli utenti maggiorenni. Dubbi legittimi, ma che non potranno fermare l'ascesa di una modalità terribilmente ben pensata, nel bene e nel male assolutamente irresistibile.
Dominio totale
Il gameplay rinnovato, la grafica super definita e ora Ultimate Team, teletrasportano FIFA a un livello superiore. Ora anche chi non ha mai voluto mollare Pro Evolution Soccer è costretto a buttare un occhio sul gioco dei rivali. Negli anni '10, è Konami che inizia a inseguire Electronic Arts, combinando così tanti pasticci da creare in PES un'irrecuperabile crisi d'identità. Sono gli anni in cui ogni PES è accolto come fosse quello della potenziale riscossa, e qualcuno ci va effettivamente vicino, ma le distanze fra i due giochi si fanno sempre più incolmabili. Questa è anche la decade della grande e insopportabile battaglia delle licenze: Konami ruba a Electronic Arts il Camp Nou e la Juventus di Cristiano Ronaldo, e nel 2019 la UEFA Champions League abbandona PES per arrivare su FIFA. Il problema è che se è il leader del settore a prendersi l'esclusiva, il pubblico tende ad essere più accondiscendente; quando invece lo fa chi insegue, il prodotto meno popolare, le stesse persone si sentono defraudate. Per una Konami già da tempo in cattive acque e il suo titolo calcistico, è l'inizio della fine.
Il calcio definitivo, ma per quanto?
Vittoria netta? Dipende dai punti di vista perché nel frattempo FIFA non sa più cosa inventarsi per offrire ai proprio utenti qualcosa di nuovo, sempre che ne abbiano davvero bisogno e iniziamo a dubitarne. Una buona idea arriva nel 2017 con la modalità The Journey, chiaramente ispirata alla carriera dell'unico gioco in grado di rivaleggiare con la popolarità di FIFA: NBA 2K di Visual Concepts sotto l'egida di Take Two Interactive. Negli ultimi cinque anni però qualcosa è cambiato. L'imprinting di Gary Peterson e le decisioni di David Rutter, altro inglese verace a comando della corazzata sportiva di EA, continuano a macinare risultati, a scegliere le colonne sonore migliori, a trovare delle partnership geniali come l'ultimissima che vede Ted Lasso in Fifa 23, ma c'è la netta sensazione che questa idea di calcio simulato, la stessa che Konami ed Electronic Arts hanno costruito insieme lungo tutti questi anni, sia arrivata al termine della sua corsa evolutiva. Sì, difesa e attacco possono sempre migliorare, le animazioni moltiplicarsi all'infinito, i volti dei giocatori diventare sempre più fotorealistici, ma il gioco rimarrà essenzialmente quello di sempre. Forse nemmeno esiste un altro modo di pensare il calcio simulato, o sì?
Oltre i videogiochi
Apice o meno, FIFA ha cambiato tanto il mondo dei videogiochi quanto quello del calcio reale. Da tempo, gli highlight delle partite in TV presentano tagli di regia simili a quelli proposti nel gioco EA; le pubblicità che anticipano un match particolarmente importante sono montate su canzoni che spesso hanno fatto parte delle OST di FIFA. E stando a quel che dicono alcuni studiosi, i giovani appassionati di calcio cresciuti con i videogiochi faticano a sostenere televisivamente un match da novanta minuti, ed è per questo che già da alcuni anni si sta pensando di rivedere la durata e la suddivisione in tempi delle partite. Sembra incredibile che dopo tutto questo, dopo aver raggiunto una simile influenza, FIFA 23 sarà l'ultimo FIFA di Electronic Arts. La licenza finirà in mano a qualcun altro, ma chi c'è? FIFA continuerà quindi ad esistere ma non sarà più il gioco che conoscevamo, e senza alcun dubbio il prossimo sarà anche molto meno bello e ricco di quello EA perché non puoi creare da zero un gioco di calcio e fare subito centro, servono investimenti a perdere e iterazioni per almeno tre anni. Il vecchio FIFA diventerà EA Sports FC, ma saprà conservare quella spavalderia concessa da una licenza effettivamente insostituibile?
Addio passato, benvenuto futuro!
Dubbi sul futuro a parte, con EA senza più la licenza FIFA e Pro Evolution Soccer divenuto eFootball, un'epoca è definitivamente giunta al termine e ci lascia un modo di pensare i videogiochi di calcio che rimarrà per sempre. Anche se un domani, ed è possibile, una nuova formula di gioco totalmente diversa prenderà il sopravvento, FIFA e PES continueranno ad essere colonne portanti della storia dei videogiochi. Con buona pace di chi pensa che gli sportivi siano figli di un dio minore, o addirittura ininfluenti per l'avanzamento del medium.