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Microsoft Flight Simulator: il nuovo orizzonte per la fotografia virtuale

Vediamo insieme come Microsoft Flight Simulator ha rivoluzionato il concetto di fotografia virtuale e quali potrebbero essere i possibili sviluppi negli anni a venire

SPECIALE di Mattia Pescitelli   —   08/08/2021
Microsoft Flight Simulator
Microsoft Flight Simulator
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Qualche mese fa ci siamo posizionati nella cabina di pilotaggio di un aereo virtuale e abbiamo sorvolato un mondo altrettanto virtuale, ma che percepivamo come vero; non tanto per la componente grafica, quanto per l'accuratezza di spazi, distanze e sensazioni. Siamo passati sopra la nostra abitazione, sopra i punti d'interesse che più hanno segnato la nostra vita; abbiamo riconosciuto luoghi esplorati solo attraverso dispositivi fotografici e ne abbiamo scoperti di nuovi, mai visti prima; ma, soprattutto, abbiamo percepito la maestosa mole dei territori che ci siamo trovati a sorvolare.

Questa identificazione di un mondo familiare, conosciuto e riconosciuto, ci ha spinto a fare ciò che di solito facciamo quando ci troviamo a viaggiare in esso: immortalarlo in tanti singoli scatti che siano in grado di raccontare le sensazioni provate nel momento "fatale" dell'impressione fotografica. In passato abbiamo già avuto modo di addentrarci nei meandri della fotografia virtuale, quel tipo di tecnica che sostituisce la materialità del mondo fattuale con la volatilità del virtuale (in particolar modo, del videogioco). Seppur imprescindibilmente legato al mondo della fotografia virtuale, Microsoft Flight Simulator sembra aprire un'ulteriore via per questa nuova branca.

Scendiamo più nel dettaglio e vediamo perché questo simulatore di volo rappresenta un nuovo orizzonte per la fotografia virtuale. E se volete scoprire più nel dettaglio questo atipico gioco, vi rimandiamo alla nostra recensione della versione Xbox e di quella PC.

Cliché di un mondo speculare

Microsoft Flight Simulator: da qualche parte tra le Alpi
Microsoft Flight Simulator: da qualche parte tra le Alpi

La particolarità di Microsoft Flight Simulator sta sicuramente nel mondo di gioco che propone. Infatti, il titolo mette a disposizione la Terra nella sua interezza, in scala 1:1. Il giocatore ha la possibilità di compiere voli transcontinentali nella loro interezza, senza interruzioni di sorta. Questo grazie all'impiego di dati GPS e immagini satellitari in grado di ricoprire l'intera superficie terrestre, affiancati da un sistema procedurale capace di dare tridimensionalità al tutto aggiungendo alberi, edifici e quant'altro senza il bisogno di dover andare a intervenire manualmente su ogni determinata sezione del pianeta. Ovviamente si trovano anche luoghi più famosi sui quali è stata posta maggiore attenzione, oltre a un lavoro di modellazione più mirato da parte degli sviluppatori (esempi sono i grandi centri urbani, ma anche parchi nazionali e riserve naturali).

Quindi, quello che ci troviamo ad attraversare è un mondo che conosciamo, che siamo in grado di definire come qualcosa di, in parte, già esplorato. Se il giocatore vuole andare a vedere la sua casa in campagna, è lì ad aspettarlo, forse in due dimensioni, ma è comunque lì, in un luogo di cui si riconoscono i tratti, le caratteristiche; al quale si ricollega un vissuto, guidato dai ricordi.

Microsoft Flight Simulator: sorvolando l'Himalaya, coperta dalle nuvole
Microsoft Flight Simulator: sorvolando l'Himalaya, coperta dalle nuvole

Proprio qui si trova, a nostro avviso, il fascino di un progetto come quello rappresentato da Microsoft Flight Simulator: portare il giocatore alla scoperta di luoghi già visti, ma approcciati da un'altra prospettiva e le cui coordinate corrispondono a una controparte reale, identificabile, senza l'onta della forsennata ricerca di un'immediatezza videoludica tutta contemporanea. E come si ha l'impulso di fotografare il reale, allo stesso modo il virtuale assume un fascino tutto nuovo, capace di portare dove prima non si poteva arrivare. Un inedito punto di vista per catturare il mondo, prima esplorabile solo da alcuni e spesso con molte restrizioni. Che sia reale o digitale, ciò ha veramente poca importanza.

Realtà discordanti, stesso obiettivo

Microsoft Flight Simulator: sosta imprevista in un'aeroporto su un'isola dispersa nel Pacifico
Microsoft Flight Simulator: sosta imprevista in un'aeroporto su un'isola dispersa nel Pacifico

Viene da chiedersi quanto valore possa avere immortalare un mondo composto da numeri. La risposta forse sta proprio nel compimento dell'atto fotografico stesso. C'è chi fotografa per raccontare una storia, chi per "bloccare" un momento significativo, chi per puro divertimento o per lavoro. In ognuno di questi casi, è sempre la sensibilità del fotografo ad avere la meglio. Chi scatta una fotografia sceglie di farlo perché ne sente il bisogno; capisce che ciò che sta osservando ha una valenza visiva fuori dal comune, tanto da dover essere fermata su un supporto artificiale. Poi il risultato può essere più o meno soddisfacente per gli osservatori esterni che si approcciano a lavoro ultimato, ma l'importante è che per il fotografo ciò che è stato immortalato abbia avuto rilevanza su tutto il resto in un dato momento. Quindi, che differenza fa quale realtà si sceglie di catturare se ciò che si sta osservando riesce ad avere significanza?

Microsoft Flight Simulator: sorvolando le depressioni valdostane
Microsoft Flight Simulator: sorvolando le depressioni valdostane

Agli occhi di chi decide di fotografare, ciò che sta guardando dovrebbe scindersi dalla concezione del "reale" come unica fonte d'informazioni rilevante. Il dispositivo fotografico è, appunto, solo questo: un dispositivo. La natura artificiale ne pregiudica ogni rivendicazione di attore esclusivo nel mercato dell'immagine statica. Che l'atto fotografico si concretizzi attraverso un complesso meccanismo o una simulazione grossolana di quest'ultimo poco importa; ciò che conta è il motivo per cui si decide di utilizzare un mezzo al posto dell'altro. Tutto sta in ciò che cattura l'occhio di chi osserva e di come quest'ultimo utilizza gli strumenti a sua disposizione per proporre nel migliore dei modi ciò che ha avuto la sensibilità di vedere.

Se prima, però, ciò che si immortalava virtualmente era qualcosa di estremamente lontano dal reale, con Microsoft Flight Simulator ci troviamo su tutt'altro piano. Cosa succede quando l'oggetto del nostro sguardo è la digitalizzazione del mondo che viviamo tutti i giorni?

Fotografare un reale virtuale

Microsoft Flight Simulator: sopra la tempesta
Microsoft Flight Simulator: sopra la tempesta

Sorvolare i luoghi della propria infanzia è abbastanza singolare. Fa pensare a una qualche sorta di sogno, che riporta la mente a momenti germinali della nostra esistenza e della nostra formazione come individui. Avere la possibilità di scrutarli da un punto di vista improbabile, come falchi in cerca di prede, è senz'altro qualcosa che rimane impresso nella memoria, un po' come tornare in quei luoghi dopo tanti anni di assenza. Perché, d'altronde, è sempre insita nell'essere umano la necessità narcisistica di riconoscersi e riconoscere le cose a esso vicine. Per questo c'è chi si emoziona a rivedersi in televisione, puntando con il dito e gridando: "Sono io! Sono io!", oppure anche solo trovando su Street View l'immagine sgranata della sua macchina parcheggiata sotto casa o di qualche conoscente girato di spalle mentre prende la posta.

Microsoft Flight Simulator: nuvole minacciose cingono la catena dell'Himalaya
Microsoft Flight Simulator: nuvole minacciose cingono la catena dell'Himalaya

Identificare i propri luoghi d'interesse in un mondo virtuale che può essere liberamente esplorato a bordo del mezzo di trasporto simbolo della fuga per eccellenza porta senza ombra di dubbio a una reazione similare a quelle citate. Riconosco, identifico, quindi immortalo: un processo del tutto similare a quello fotografico. Questo è ciò che spinge a scattare quelle che anche erroneamente chiamiamo fotografie all'interno di un videogioco (nonostante la parola "fotografia" abbia raggiunto, ormai, un valore più simbolico che semantico). E proprio Microsoft Flight Simulator porta questa concezione a un crocevia inedito, dove reale e virtuale si incontrano e condividono le loro caratteristiche in favore di un unicum esperienziale. Non sembra avere importanza, in questo caso più che mai, la natura dell'oggetto del nostro sguardo, in quanto il confine tra ciò che possiamo definire realtà e finzione incontra il solo ostacolo della riproduzione di una sull'altra.

Ha senso immortalare una fotografia?

Microsoft Flight Simulator: in direzione dei fiordi norvegesi
Microsoft Flight Simulator: in direzione dei fiordi norvegesi

Se Microsoft Flight Simulator è composto principalmente da immagini satellitari, che senso ha fotografare i risultati ottenuti da altri mezzi ottici? Va detto, innanzitutto, che non è proprio come prende lo scatto di qualcun altro e fare una fotografia di quest'ultimo. Bisogna ricordarsi che ci troviamo ancora nei confini del virtuale, in un mondo creato digitalmente, ma comunque sufficientemente interessante da catturare la nostra attenzione e da attivare la voglia di creare una composizione fotografica. Un mondo affine, quindi; parallelo a quello quotidiano, forse addirittura complementare, se si calcola la presenza delle condizioni atmosferiche e del traffico aereo in tempo reale (anche se comunque contraddistinto da una possibilità dai tratti divini, ovvero quella di piegare il tempo alle nostre condizioni, andando a influire sull'orario del giorno e sul meteo, mai così profondamente aggiustabili).

Microsoft Flight Simulator: l'Argentina chiazzata da delle nubi sporadiche
Microsoft Flight Simulator: l'Argentina chiazzata da delle nubi sporadiche

Di conseguenza, l'impressione è la stessa che si prova a fotografare qualsiasi altro titolo, con l'eccezione della consapevolezza riguardo la veridicità degli scorci che ci troviamo a sorvolare, basandoci su quanto abbiamo avuto modo di vedere con i nostri occhi durante viaggi, esperienze quotidiane e quant'altro. Quindi siamo sempre lì, alla fin fine, a catturare le sensazioni scaturite sì da un mondo, ma pur sempre virtuale. Ciò non significa screditare l'una o l'altra visione in favore di quella che più si attiene al nostro vissuto quotidiano, quanto farle coesistere; attribuire loro la medesima rilevanza in quanto documentazioni e studi con obiettivi e vocazioni peculiari, che vanno adattati al contesto di ricerca.

Quale futuro per la fotografia virtuale?

Microsoft Flight Simulator: tra gli arcipelaghi dell'Oceano Pacifico
Microsoft Flight Simulator: tra gli arcipelaghi dell'Oceano Pacifico

Dopo la svolta di Microsoft Flight Simulator, che propone un mondo riconoscibile, visto da posizioni insolite e con un comparto tecnico capace di raggiungere le vette del fotorealismo, è molto difficile immaginare come potrà evolversi questa tecnica. La sensazione di libertà proposta dalla camera di gioco, liberamente orientabile, esente da vincoli di sorta, in grado perfino di superare le spesse lamiere dei velivoli per ottenere un punto di vista più conforme a quello umano, porta a una indubbia esitazione quando si torna a utilizzare degli strumenti "fotografici" poco strutturati e inseriti in un videogioco solo per seguire la tendenza dell'industria. Vero anche che ci si adatta con ciò che si ha a disposizione (cosa che spesso porta a risultati inaspettati e ben più soddisfacenti di quelli attesi), ma un aiuto a monte di certo non guasta.

Il futuro sembra arridere alla fotografia virtuale, foraggiata sempre più dalle case di sviluppo e inserita anche in titoli che non sembrano averne bisogno, vuoi per una generale staticità degli elementi, vuoi per una pochezza contenutistica che non ne giustifica la messa in atto.

Microsoft Flight Simulator: un volo al tramonto
Microsoft Flight Simulator: un volo al tramonto

Molti guardano con disprezzo questi elementi forniti dagli sviluppatori, come se dessero maggiore rilevanza a essi piuttosto che ad altri aspetti cruciali per il funzionamento dell'opera madre. A volte è vero, ma spesso vengono implementati con una tale superficialità da far pensare che siano stati aggiunti in un pomeriggio di lavoro da una sola persona, la quale, magari, non ha neanche le competenze necessarie per realizzare qualcosa che possa soddisfare i futuri fruitori. Forse potrebbe calmare gli animi il fatto che rinomati modder, artefici di alcune delle migliori modalità fotografiche in circolazione, vengano sempre più presi in considerazione e ingaggiati dalle aziende (in sostituzione di sviluppatori che possano essere sfruttati meglio in altri campi), in modo da proporre degli strumenti adeguati per immortalare l'essenza di un titolo, non solo il guscio patinato che li cinge.

Avere la possibilità di esprimersi liberamente e sprigionare la propria sensibilità visiva è qualcosa che non tutti cercano in un videogioco, questo è vero, ma è un "in più" che non danneggia nessuno. È lì, pronta per essere sfruttata da chi ne ha voglia e dimenticata da chi non è interessato. Il che ricorda un po' la situazione fotografica contemporanea, alla portata di tutti, incastonata in un dispositivo pensato per tutt'altro scopo.