Tra circa due settimane, esattamente il 31 marzo 2022, Moss: Book II farà il suo debutto su PlayStation VR. Seguito dell'apprezzato Moss, il gioco di Polyarc Inc. accompagnerà i giocatori ancora una volta nel fatato mondo della topolina Quill, con un seguito davvero ben confezionato.
Non ci spaventa sbilanciarci su questa affermazione, perché qualche tempo fa abbiamo potuto vedere alcuni spezzoni del gioco, circa 15 minuti di gameplay, commentati per l'occasione da Josh Stiksma, ingegnere e designer del gioco.
Vi raccontiamo tutti progressi fatti dal team di sviluppo in quest'anteprima di Moss: Book II.
Il rapporto con Quill
Moss: Book II riprende le vicende esattamente da dove si era interrotto il primo capitolo. Il giocatore assiste e affianca Quill, la topolina protagonista, in veste di spirito guardiano: a noi spetta il compito di aiutare Quill nel progredire all'interno dei livelli e sconfiggere i nemici, manipolando l'ambiente e assistendola nei combattimenti. Stiksma non ha rivelato molto aspetti narrativi del gioco, per evitare ai presenti quanti più spoiler possibili, aspetto che ha caratterizzato un po' tutta la presentazione.
Il riassunto però è molto chiaro: Quill continuerà nella sua affannata ricerca e stavolta la posta in gioco è molto più alta, l'atmosfera più cupa e le vicende in generale più fitte e complesse, pur mantenendo lo stesso senso di fiaba che ha caratterizzato Moss: Book II sarà senza dubbio anche molto più emotivo, aspetto che passa chiaramente attraverso il rapporto che il giocatore instaurerà con Quill. Essenziale in tal senso il lavoro eccellente fatto proprio sul personaggio di Quill, in termini di aspetto e animazioni. Già lo scorso anno, quando avevamo intervistato i ragazzi di Polyarc, era emerso questo aspetto di Book II e adesso che l'abbiamo visto con i nostri occhi, possiamo dire che non stavano assolutamente ingigantendo il racconto, anzi.
Nonostante Quill sia solo una topolina, che il giocatore percepisce in scala uno a uno nel mondo di gioco, la protagonista sprizza carattere da tutti i baffi: i movimenti delle animazioni sono fluidi e molto più complessi che in passato, si possono scorgere le espressioni di Quill, manifeste anche attraverso un efficace linguaggio del corpo... e delle orecchie.
L'interazione di Quill con il mondo circostante è credibile e autentica e, a meno che non siate sprovvisti di un briciolo di empatia, vederla affrontare le mille sfide che l'attendono vi porterà a tifare sempre per lei, sentendo il bisogno impellente di assisterla in tutto. Siamo rimasti particolarmente colpiti nel vedere Quill arrampicarsi su un gradino un po' alto e faticare un pochino con le zampette posteriori per darsi lo slancio necessario per affrontare il dislivello: non potete capire la voglia irrefrenabile che avevamo di poter essere lì, in quel giardino, per darle una piccola spinta per affrontare l'ostacolo.
Stiksma ha sottolineato con forza come questo tipo di affetto e di sensazione si instaura molto più facilmente attraverso un'esperienza in realtà virtuale e come la VR sia un veicolo estremamente potente per trasmettere un certo tipo di emozioni, come nel caso il senso di protezione che il giocatore prova all'interno di Moss: Book II. In questo fattore, lo sviluppatore individua anche il successo di Moss e, indirettamente, l'esistenza di un sequel: "Credo che questo forte legame tra i giocatori e Quill sia ciò che ha appassionato il pubblico, e dobbiamo ammetterlo, anche noi in Polyarc. Tutti desideravamo vedere il proseguimento della storia di Quill e poter trascorrere ancora del tempo con lei, era un desiderio vostro quanto nostro".
Questo però non pregiudicherà l'esperienza dei nuovi giocatori, che capiranno meglio le vicende nel caso volessero recuperare il primo capitolo, ma che non troveranno ostacoli narrativi partendo direttamente da Book II. Il seguito, infatti, offrirà un esaustivo riassunto delle vicende, oltre a un tutorial che Stiksma dice non lascerà nulla al caso: "Non vogliamo che i nuovi giocatori siano obbligati a recuperare il primo Moss, né tanto meno troviamo corretto che molte meccaniche del gioco vengano date per scontate perché 'Tanto c'erano già nel primo'. Chi vuole iniziare direttamente da Book II non troverà nessun ostacolo sulla sua strada".
Un mondo vivo e interattivo
Polyarc ha preso molto a cuore la lavorazione di Moss: Book II, consci del fatto che, paradossalmente, un sequel ha sempre molto più da dimostrare rispetto ad un'uscita inedita: le aspettative sono già settate, l'esperienza di gioco conosciuta dal pubblico, pregi e difetti manifesti. Gli sviluppatori non nascondono la natura more of the same di Book II, ma sembrano fortemente consapevoli della posta in gioco; Stiksma ha ammesso in modo molto trasparente che tutto il sequel è stato costruito sulle fondamenta del primo capitolo ma non c'è aspetto del gioco che non sia stato migliorato.
Tanto per cominciare, le ambientazioni. Quelle del primo Moss erano certamente piacevoli e ben caratterizzate ma non erano ricche come quelle di Book II: non solo i fondali sono più profondi e dettagliati, ma tutto ciò che è posizionato in primo piano è vivo e animato. C'è molta più varietà a schermo tra nemici, effetti particellari, oggetti manipolabili e altri con funzione solo scenografica ma, non per questo, statici. Fili d'erba che si muovono se Quill li sfiora, fiori cullati dal vento, fiocchi di neve e sbuffi di vapore.
Nonostante questo però, già solo guardando la presentazione, senza essere direttamente immersi nell'azione di gioco con il visore, risulta subito chiaro quali sono gli elementi di sfondo e con quali invece il giocatore e Quill devono interagire. Da quel che abbiamo potuto vedere, Polyarc ha giocato molto sull'uso di luce e colori, rendendo la manipolazione degli ambienti molto istintiva: Moss infatti, chiede al giocatore d'interagire con lo scenario per aprire passaggi e aiutare Quill nella progressione dell'avventura.
Nei due stage che abbiamo potuto visionare, ad esempio, si poteva creare piccole passerelle di edera rampicante trascinando i rami da un'estremità all'altra di una sporgenza, creando un ponticello per Quill; in questo caso l'edera virava su un verde scuro quasi bluastro mentre tutto il resto della vegetazione era di un verde più brillante e chiaro. In un altro scenario, una fonderia sotterranea, c'erano diversi interruttori a pressione con i quali il giocatore doveva interagire, segnalati da una corona luminosa attorno ai pulsanti.
Tante armi, puzzle e opportunità
Ed è proprio questa seconda ambientazione di Moss: Book II che ha rivelato un'altra grande novità del gioco e mostrato le potenzialità del titolo. In questa fonderia infatti, Quill entra in possesso di un pesante martello, rubandolo alla statua di una talpa vichinga. Stiksma racconta che il martello è solo una delle nuove armi che Quill potrà usare e collezionare nell'inventario, ma c'è di più. L'arma infatti può essere usata in combattimento ma possiede anche un'abilità speciale attivabile dal giocatore: toccando il martello infatti, il giocatore può attivare una sorta di proiezione del martello, che rimane sospesa come un fantasma nel luogo in cui viene attivata e poi innescata a distanza. L'abilità viene insegnata al giocatore attraverso un semplicissimo puzzle: Quill deve salire su una piattaforma che si alza solo colpendo un pulsante lontano da essa ma o la topolina colpisce il pulsante con il martello o utilizza l'ascensore, non può fare entrambe le cose. Perciò il giocatore prima posiziona Quill sul pulsante, poi attiva l'abilità fantasma del martello, sposta la protagonista sulla piattaforma e poi innesca il colpo.
Ogni arma avrà abilità speciali e questo porta a tre importanti constatazioni su Moss: Book II, una concatenata all'altra. La prima è che il gioco acquista profondità e complessità che il primo capitolo non possedeva e, come per le ambientazioni, la varietà di aggiunte fatte in Book II è notevole, anche in termini di gameplay. La seconda è che questa moltitudine di meccaniche legate alle armi collezionabili apre la strada a una maggiore esplorazione e anche a un po' di backtracking, che saprà premiare i giocatori disposti a tornare sui propri passi per esplorare una zona pregressa o risolvere un enigma impossibile in precedenza. Tante e nuove meccaniche portano a un gioco molto più longevo, specialmente se si somma il tempo speso a ragionare sui rompicapo via via sempre più complessi.
Insomma, Moss: Book II sembra aver molto da offrire, in termini sia quantitativi che qualitativi. E il futuro della VR per Stiksma sembra roseo e in espansione: "Guardiamo sempre con grande entusiasmo al lavoro di altri team di sviluppo impegnati con la realtà virtuale. Forse non è il caso di Moss: Book II perché sapevamo che, in quanto sequel, sarebbe stato molto ancorato alle radici del progetto, ma abbiamo osservato con grande interesse ad esempio al lavoro fatto con AstroBot. Inoltre siamo in piena espansione tecnologica, l'evoluzione della realtà virtuale progredisce rapidamente e da sviluppatore non posso che dirmi entusiasta di questi nuovi device, così potenti che le cose realizzabili da noi sviluppatori si moltiplicano a vista d'occhio!" Non sappiamo a cosa Stiksma facesse riferimento: magari al porting del primo Moss su Oculus Quest? O forse qualcuno in Polyarc ha già un devkit di PSVR 2? Impossibile dirlo, per il momento ci accontentiamo della nuova avventura di Quill!
La posta in gioco nella vita di Quill è molto alta, sia nella narrazione della storia che nella realtà. Polyarc sa bene che un sequel porta con sé numerose insidie ma il team di Seattle sembra pronto per la sfida. Moss: Book II è costruito sulle solide fondamenta di un'esperienza VR che in passato ha funzionato molto bene e che ora è pronta a esprimere il suo massimo potenziale. Nulla è lasciato al caso e ogni singolo aspetto del gioco è stato potenziato, arricchito e cesellato nei minimi dettagli. L'esperienza è stata pensata sia per i giocatori che non vedono l'ora di tornare a squadra con Quill che per quelli che devono ancora fare la conoscenza della graziosa topolina. Un'esperienza per PlayStation VR che, fino a ora, sembra davvero ben confezionata.
CERTEZZE
- Quill è davvero irresistibile
- Scenari pieni e vibranti
- Meccaniche più complesse e stimolanti
DUBBI
- Da valutare il backtracking nei livelli
- Più longevo ma sempre all'altezza?