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Mutant Year Zero: Road to Eden, uno strategico a turni animalesco

Abbiamo provato lo strategico a turni prodotto da Funcom: Mutant Year Zero: Road to Eden si presenta sempre meglio

PROVATO di Mattia Armani   —   01/11/2018

Con Mutant Year Zero: Road to Eden la formula strategica a turni inventata di XCom detta ancora legge, questa volta sfruttata per fare da ossatura del gameplay di un ibrido tra gioco di ruolo, stealth tattico e avventura esplorativa che ci porta in un mondo post-apocalittico popolato da mutanti di ogni genere, comprese anatre e cinghiali antropomorfi. Uno scenario che scaturisce dalle pagine di un gioco di ruolo cartaceo svedese che mescola ironia, tensione e follia, garantendo alla controparte digitale un background narrativo di spessore che si aggiunge a un gameplay articolato, complesso e tosto da affrontare, come evidenziato con forza dalla demo che The Bearded Ladies ha portato prima all'E3 e successivamente alla GamesCom. Una demo che torniamo a esplorare nell'ultima versione, a poco più di un mese dal lancio del titolo che arriverà il 4 dicembre su PSN, Steam e Xbox Live.

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Tra modestia e ambizione

La prima cosa che colpisce di Mutant Year Zero: Road to Eden è la veste grafica di sicuro impatto, tutt'altro che comune in questo genere di giochi, anche perché parliamo di un team modesto benché sostenuto da Funcom e composto da veterani dell'industria che includono il designer di PAYDAY. Poi, guardando con attenzione, il risparmio spunta fuori tra dialoghi statici, illustrazioni animate a fare da cut-scene, texture di qualità altalenante e compenetrazioni a iosa. Ma l'ottimo doppiaggio distrae con efficacia mentre l'Unreal Engine compensa le mancanze con colori vividi, illuminazione di valore ed effetti grafici che garantiscono alla fitta foresta in cui muoviamo i primi passi una resa grafica di sicuro impatto. Nel complesso il fogliame fitto, la luce della torcia che filtra attraverso l'erba, i lampi delle armi e i modelli dei protagonisti, animati decisamente bene a esclusione di Selma, restituiscono un colpo d'occhio superiore a quello a cui siamo abituati nei titoli a turni, magnificato dai dettagli e dalla cura per il particolare che permea ogni area, compresa quella introduttiva. E non ci saremmo aspettati di meno viste le ambizioni di un titolo che vuole combinare la formula a turni con una componente stealth coinvolgente e con una dimensione narrativa di spessore. D'altronde, come anticipato, gli sviluppatori hanno a disposizione un background di tutto rispetto e hanno tutta l'intenzione di sfruttarlo a pieno per regalarci un'esperienza unica. Protagonisti, almeno all'inizio, una papera e un cinghiale antropomorfi (ed armati fino ai denti) che si chiamano rispettivamente Dux e Bormin.

Combattenti prezzolati, i due hanno personalità ben distinte che emergono in modo cristallino dai numerosi dialoghi che sentiamo uscire tanto dalla bocca dei personaggi principali quanto da quella degli ostili che infestano il mondo di gioco. Questo ci regala un riuscito connubio tra atmosfera cupa, tensione e una vena ironica marcata che si manifesta anche attraverso le battute affilate di Dux, un incrocio tra Howard il Papero e un giustiziere, e non manca nei modi spicci di Bormin, un brutale cinghiale che comanda il piccolo team. Entrambi Stalker, come gli altri membri del loro gruppo, esplorano senza sosta la zona irradiata, chiamata semplicemente Zona, per tornare puntualmente a rifornirsi all'Arca, un enorme rifugio fatto di neon e rifiuti che, raggiungibile con uno scalcinato ascensore, offre riparo e occasioni di scambio ai mutanti, garantendo anche l'accesso all'upgrade delle armi la cui importanza nelle dinamiche è evidente dal gran numero di materiali utilizzabili come risorsa da spendere nei potenziamenti che ritroviamo esplorando il mondo. Ma prima di arrivarci è necessario superare l'introduzione che ha per protagonisti Dux e Bormin, inizialmente soli e poi destinati ad essere affiancati da una feroce mutante umana dopo qualche ora di gioco.

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La tattica è importante ma la preparazione è tutto

Spediti dal capoccia dell'Arca a cercare pezzi per riparare una pompa, i due protagonisti dai tratti animali finiscono sotto il nostro controllo mentre cercano di ritornare a casa affrontando una serie di minacce che li separano dal traballante ascensore da cui dipende la loro salvezza. Tocca a noi, quindi, guidarli per affrontare un percorso guidato ma contraddistinto da aree abbastanza ampie da metterci di fronte a tutte le situazioni possibili, compresa quella di evitare un nemico troppo forte per essere sconfitto. Niente difficoltà dinamica, dunque, anche se le aree di gioco successive sono contraddistinte da un numero che, segnalato in rosso se troppo superiore a quello del nostro livello, ci permette di valutare il senso di esplorarle subito o meno. La possibilità di farlo, comunque, ci viene concessa ed è un'ulteriore freccia all'arco di un gioco a dir poco interessante, che, escludendo nemici tanto forti da essere intoccabili, ci permette di aguzzare l'ingegno per avere un vantaggio negli scontri più ostici. Ed è qui che, a prescindere dal livello di difficoltà scelto, si inserisce l'approccio stealth che risulta fondamentale per affrontare determinati scontri. Alcuni mutanti della zona sono infatti in grado di chiamare i rinforzi e possono rendere un combattimento un inferno se lasciati liberi di agire. Per questo è vitale avvicinarli ed eliminarli per primi, magari senza entrare nemmeno in conflitto con gli altri mutanti già presenti nell'area.

Balestre e armi silenziate permettono infatti di togliere di mezzo i nemici uno ad uno, senza attirare l'attenzione dei loro compagni. Riuscirci, però, non è sempre facile. Come già emerso con chiarezza durante le prove dell'E3 e della Gamescom, Mutant Year Zero: Road to Eden è un gioco tosto, che almeno sulle prime non perdona alcun errore e resta piuttosto impegnativo, anche a difficoltà media, nonostante l'accumulo di potenziamenti e livelli. Certo, quando i punti ferita aumentano l'iniziale mortalità delle armi si riduce e utilizzare bene lo stealth aiuta parecchio, ma non è mai il caso di prendere sotto gamba nemici che pur perdendo di tanto in tanto la lucidità restano sempre pericolosi. E chi desidera un sfida memorabile può contare su ben tre livelli di difficoltà ai quali si aggiunge un modificatore chiamato Iron Mutant che, attivato, applica al livello di difficoltà scelto la morte permanente ed elimina la possibilità di salvare manualmente effettuando un salvataggio automatico dopo ogni turno di combattimento. Nessuno scampo, insomma, per una modalità di gioco che promette di estendere all'estremo la longevità di un titolo già ricco di aree da esplorare, livelli da accumulare e combattimenti. Servono infatti diverse ore di gioco anche solo per recuperare il terzo membro del gruppo ed entrare nel vivo della trama a difficoltà media, un'impostazione che risulta impegnativa ma non eccessivamente punitiva a patto di non avere troppa fretta e di sfruttare al meglio la fase di approccio al combattimento.

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Un gameplay tanto articolato quanto intuitivo

Il gameplay di Mutant Year Zero: Road to Eden è decisamente articolato ma risulta comunque intuitivo in ogni aspetto, a partire dall'interfaccia per arrivare al passaggio dalla modalità esplorativa a quella stealth. Per attivarla, infatti, basta semplicemente di spegnere la torcia, rallentando al contempo le nostre unità e riducendo di conseguenza il raggio entro il quale i nemici ci possono sentire o vedere. A questo punto non resta che trovare il miglior punto per premere sul tasto "agguato" e dare il via al combattimento agendo per primi, a patto di essere fuori dalla linea visiva di tutti gli avversari. Se tutto fila per il verso giusto, tra l'altro, possiamo lasciare alcuni personaggi fuori dal combattimento e sfruttarli per aggirare i nemici mentre questi sono impegnati con il resto della nostra squadra in uno scontro che (seguendo le orme di XCom) non ci fa mancare modalità overwatch, sprint che consuma i punti azione ma permette di coprire grandi distanze, arma secondaria, armature caratterizzate da diverse proprietà e diversi oggetti che vanno dagli esplosivi ai medikit con i quali possiamo anche rianimare un compagno caduto entro un certo numero di turni. E come da copione il combattimento gira intorno alle coperture che sono ovviamente distruttibili ma, cosa importante da sottolineare, possono essere abbattute solo sfruttando determinate abilità, utilizzando gli esplosivi o specifiche armi alle quali possiamo aggiungere modificatori, come l'atterramento dei nemici o la capacità di incendiarli, anche ricorrendo all'officina dell'Arca. Nel bar della struttura, invece, possiamo sbloccare speciali perk che vanno dai potenziamenti alle mutazioni che rappresentano le abilità. Alcune sono legate alle statistiche e sono passive, ma altre sono attive e possono aumentare notevolmente l'efficacia in combattimento delle nostre unità come risulta chiaro dalla capacità di Dux di librarsi in volo grazie alle sue potenti ali da anatide. Non a caso ne possiamo attivare solo tre alla volta ed è bene farlo pensando a tutte le sinergie possibili, in modo da sfruttare al massimo i nostri mutanti. I nemici godono infatti di abilità altrettanto efficaci, tra dottori robot capaci di rianimare i caduti, unità in grado di dare l'allarme richiamando numerosi rinforzi, branchi di cani mutanti capitanati da enormi quadrupedi in grado di sbilanciare i nostri uomini e unità avanzate dotate di potenziatori tecnologici che danno una marcia in più a nemici già piuttosto robusti. E tutti questi elementi arricchiscono un gameplay che pur non implementando nulla di veramente nuovo, compresa la componente stealth, è capace di creare un amalgama unico che garantisce a Mutant Year Zero: Road to Eden un'identità propria e ben riconoscibile, all'altezza della peculiare ambientazione. Il tutto accompagnato da una colonna sonora dinamica che non brilla per originalità ma funziona egregiamente e chiude un quadro decisamente positivo, escludendo qualche bug di troppo, alcuni momenti di follia da parte dell'intelligenza artificiale e qualche ingenuità di cui è presto per parlare, vista l'alta probabilità che la versione finale comporti diversi cambiamenti e miglioramenti rispetto a quella attualmente disponibile.

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Dopo aver terrorizzato la GamesCom con una demo a dir poco difficile, i ragazzi di The Bearded Ladies ci hanno finalmente permesso di affrontare con tutta calma una versione più estesa, rifinita e affrontabile di Mutant Year Zero: Road to Eden. Ed è una versione che nonostante qualche bug di troppo e qualche lacuna ci conferma le impressioni positive maturate in questi mesi nei confronti di uno strategico interessante che può contare su un'ambientazione in grado di combinare con efficacia un'ambientazione coinvolgente e drammatica con un'anatra antropomorfa armata di tutto punto.

CERTEZZE

  • Ambientazione che mescola con sorprendente efficacia ironia e tensione
  • Sfida notevole e componente narrativa forte
  • Le varie componenti del gameplay sembrano incastrarsi decisamente bene

DUBBI

  • Il bilanciamento finale sarà un elemento determinante
  • Compenetrazioni in quantità
  • Talvolta l'intelligenza artificiale perde il senno