One Piece: World Seeker si colloca al di fuori della continuità temporale della storia della serie. Qui la ciurma di Rufy naufraga su un'isola completamente inedita, dove si è insediata da qualche tempo la marina. Da allora la popolazione è spaccata in due: da una parte chi è favorevole alla Marina; dall'altra una sorta di resistenza guidata dalla giovane Jeanne. È proprio intorno alla sua figura che ruota una trama non particolarmente brillante, ma piacevole, e che, come avrei modo di vedere nel corso della video recensione, è uno degli aspetti meglio riusciti del gioco.
La campagna si suddivide in vari capitoli o missioni principali, legate tra loro grazie a cinematiche di un certo impatto. Le missioni secondarie sono numerose e si dividono in varie categorie. La varietà non è molta, ma ci sono alcune più particolari in cui si devono trovare personaggi o luoghi entro un certo limite di tempo o seguendo degli indizi visivi; qualche volta si deve persino adottare un approccio furtivo, ma queste missioni sono spesso frustranti e fuori luogo. Gli incarichi più articolati si incentrano sulle piccole vicende degli abitanti, ma si appoggiano a dialoghi fin troppo lunghi. Le secondarie sono poi indispensabili per aumentare il Karma con i vari comprimari. Si tratta di una specie di legame che aumenta la popolarità di Rufy, sbloccando scenette, costumi e altri extra. Inoltre ricompensano con materiali e punti abilità che servono a far crescere la potenza dell'eroe. Sull'isola sono riuniti praticamente tutti i comprimari e i nemici più importanti. Personaggi come Smoker, Kuzan e Crocodile compaiono sotto forma di boss o miniboss, e spesso occupano anche una posizione nella paginetta del Karma di Rufy.
Il sistema di combattimento, però, delude su tutti i fronti, come viene ben spiegato anche nella recensione completa curata da Christian Colli. In One Piece: World Seeker si possono spendere i punti abilità per ampliare le risorse di Rufy e il sistema di combattimento è incentrato su due stili di lotta. Tuttavia questi dispongono ciascuno di una singola combo e ambiare stile nel mezzo di uno scontro è scomodo e poco efficace, anche a causa di controlli molto legnosi. I nemici sono stati creati senza il giusto bilanciamento. Alcuni colpiscono e percepiscono il giocatore da molto lontano in modo del tutto casuale, mentre i più forti possono essere affrontati solo dopo aver acquisito il giusto equipaggiamento. La potenza di Rufy, infatti, cresce col Karma e gli accessori che indossa: questi ultimi si trovano nelle casse sparse per l'isola, oppure si possono fabbricare sulla Thousand Sunny. La nave diventa accessibile una volta riunita la ciurma, ma non può essere utilizzata per navigare e Rufy rimane sempre e comunque l'unico personaggio giocabile. Qui si può solo parlare coi compagni, inviarli in missione a recuperare materiali e chiedere a Sanji di preparare razioni da viaggio; la fabbricazione è invece affidata a Franky e Usop, che possono creare anche tenute capaci di cambiare l'aspetto del protagonista. La raccolta dei collezionabili è molto importante: essi appaiono come puntini luminosi sulla mappa e sono necessari in molte missioni.
Sfortunatamente, l'elemento esplorativo è limitato alla ricerca di casse e materiali in giro per il mondo, ed è un peccato perché l'isola disegnata dagli sviluppatori è fedele allo stile di Eiichiro Oda, pur non garantendo una enorme varietà di ambientazioni e locali. L'Unreal Engine 4 mette in mostra una grafica dai colori accesi, tanti dettagli e un colpo d'occhio molto piacevole. Il problema è che questo "open world" è quasi completamente vuoto. A parte i pochi abitanti che girano per le città e i nemici disseminati un po' ovunque, non ci sono animali, mostri o creature che gli diano vitalità. Non c'è neppure un ciclo giorno/notte o un'alternanza di effetti atmosferici. Esplorare l'isola, fortunatamente, è abbastanza divertente una volta sbloccate le abilità giuste. Rufy può correre più veloce, fluttuare temporaneamente ma, soprattutto, proiettarsi da una sporgenza all'altra usando il caratteristico Gom Gom Rocket. Tuttavia qualche collisione abbozzata, una telecamera troppo ravvicinata e i caricamenti quando si cade in acqua rendono il tutto meno piacevole del previsto.