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Ooblets, il provato

Un po' Pokémon un po' Animal Crossing, con un pizzico di vita dei campi. Il nostro provato di Ooblets

PROVATO di Simone Pettine   —   15/07/2020

Il fascino di produzioni del calibro di Harvest Moon, Pokémon e Animal Crossing - sarà subito evidente nel nostro provato di Ooblets per PC - continua ad esercitarsi inalterato, e da anni ormai. Parliamo chiaramente di titoli che ormai rappresentano da soli un intero genere, ed è normale che i nuovi team di sviluppo guardino con interesse agli aspetti che ne hanno decretato il successo. Ma per riuscire a ritagliarsi uno spazio in un mercato videoludico ormai affollatissimo serve altro: occorrono delle buone idee, originali, fresche. Ooblets potrebbe farcela, al netto di un evidente ritardo: avrebbe dovuto debuttare nell'ormai "lontano" 2018. Scopriamolo allora, diamo un'occhiata ai suoi contenuti più da vicino. Da oggi 15 luglio 2020, infatti, è disponibile in Early Access su Epic Games Store come esclusiva temporale, ma in generale la sua pubblicazione definitiva è prevista su PC (anche via Steam) e su Xbox One.

Che cos’è Ooblets

Partiamo da una domanda tutto sommato banale, e cioè: che cos'è Ooblets? Con un nome così strambo, non si sa mai cosa tentino di rifilarci gli sviluppatori di Glumberland, software house ad oggi sconosciuta. Ma ecco che già qualche breve video di presentazione e l'introduzione stessa, nei primi minuti dall'avvio, giocano a loro favore: Ooblets è una produzione in cui ci si dedica alla coltivazione, in cui si vive la propria personalissima avventura in città (nella regione di Oob) e in cui si collezionano piccole creature ora simili a piantine ora più vicine all'aspetto di animaletti strambi.

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Vi vengono in mente dei rimandi particolari ad altre produzioni? Ma è ovvio, naturalmente. Ooblets non fa altro che attingere a piene mani da videogiochi estremamente noti al pubblico in generale, e letteralmente osannati da quello particolare: Harvest Moon (per la coltivazione dei campi e per la gestione della propria fattoria), Animal Crossing (per la vita in una piccola cittadina), Pokémon e parzialmente Digimon (per la collezione di creature "tascabili"). La componente legata all'imitazione è dunque onnipresente, visibile in ogni aspetto, anche se raramente davvero forzata.

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Questo non vuol dire, però, che gli sviluppatori di Glumberland abbiano solo "copiato", anzi: la loro impronta personale c'è, ed è anche fortemente autoriale. Ad esempio hanno pensato a qualcosa di molto originale lato gameplay, negli scontri tra gli Ooblet, i mostriciattoli che abitano il mondo di gioco assieme agli esseri umani.

Gameplay a passo di danza

Nel corso della nostra prova di Ooblets abbiamo avuto modo di valutare pregi e difetti del sistema di combattimento legato agli Ooblet, che rappresenta un po' il cuore del gameplay. Fondamentalmente il protagonista ottiene subito la sua prima creatura, scegliendone una tra una manciata di quelle proposte dagli abitanti della nuova regione inesplorata (Oob): c'è un fungo, c'è un robottino, c'è una sorta di scarabeo corazzato, e un altro personaggio più difficile da identificare. Ma uno vale l'altro perché più avanti si potranno collezionare tutti gli Ooblet desiderati, semplicemente "coltivandoli": ne parleremo a suo tempo.

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L'influenza dei Pokémon è talmente palese che non vale la pena tornare su questo aspetto: ci limiteremo a segnalare come, almeno per il momento, il design dei mostriciattoli sia sì simpatico e molto tenero, anche per via dell'eccellente utilizzo dei colori pastello e della direzione artistica in generale, ma anche scontato. Funghi, uccelli, robottini, un pesce con le zampe: manca davvero quel "quid" che ha sempre reso onore ai Pokémon, ai Digimon, ma anche ai TemTem, se volessimo fare riferimento ad una produzione più recente. Gli Obleet per ora sono simpatici e basta, mai brillanti. Le cose potrebbero cambiare (forse, molto forse) con nuovi aggiornamenti.

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Il gameplay, invece, è molto originale. Il giocatore non deve lanciare in battaglia il suo Ooblet per massacrare di botte quelli selvatici o dei suoi avversari: queste creature danzano, e si sfidano rigorosamente in pacifiche gare di danza. Con tanto di pubblico, ovviamente. Ogni scontro è scandito da vari turni, in quella che appare a tutti gli effetti una partita a carte. Il giocatore può giocare un certo numero di carte ogni turno (in base ai Beat) in proprio possesso, poi tocca all'avversario. Vince chi per primo arriva ad accumulare 20 passi di danza, indicati su due diverse barre laterali.

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Spiegare un simile sistema di combattimento può portare a confusione, in realtà è tutto estremamente intuitivo: due mazzi di carte per ogni giocatore, ogni carta una mossa di danza sul palco, vince "chi danza di più". Ovviamente alcune carte permettono di guadagnare turni, di sottrarre "punti danza" al nemico, e via dicendo. Il sistema di gioco, apparentemente superficiale, è in effetti nei primi sconti banale: vincere è facilissimo. Pian piano però le cose migliorano e si fanno più interessanti: gli Ooblet possono essere potenziati, guadagnando così nuove mosse di danza; gli avversari si accaniscono e fanno di tutto per vincere. Ogni Ooblet, poi, possiede uno stile e dei balli tutti suoi.

La fattoria e la città

Ooblets prevede che il giocatore scandisca il tempo a sua disposizione con tre diverse occupazioni: incontrare e far ballare nuovi Ooblet, d'accordo, ma anche visitando la città, i suoi luoghi, i suoi abitanti; e poi badando alla fattoria. La coltivazione è una meccanica di gioco fondamentale, tanto che serve anche per ottenere nuove creature. Dopo ogni scontro, infatti, il protagonista ottiene un seme dagli avversari: questo seme germoglierà, se accuratamente accudito, fino a far nascere un nuovo Ooblet. Meraviglie della natura.

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Ma dissodare, seminare, zappare, irrigare, innaffiare e tutte le altre azioni richiedono energia: quest'ultima è indicata in alto a destra, accanto all'ora del giorno (che non è mai legata a quella reale); terminate le forze, il giocatore ha bisogno di fare un sonnellino oppure di mangiare qualche barretta energetica. In effetti la meccanica legata alla stamina è più che altro fastidiosa e limita le azioni giornaliere, oltre a minare il senso di libertà generale, peraltro al momento non eccessivo dato che a parte la città principale di Oob c'è poco altro da esplorare.

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La città è stata pensata come una sorta di hub, ma volendo è possibile ignorarla completamente e vivere nella propria fattoria, personalizzandola quasi in ogni aspetto. D'altra parte solo visitando il centro cittadino sarà possibile fare amicizia con gli altri personaggi presenti e ottenere nuove missioni principali e secondarie; nulla di troppo originale, ma necessarie per garantire un minimo filo narrativo e l'occasione per introdurre i nuovi mostriciattoli collezionabili.

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Il valore di Ooblets andrà però valutato proprio sul lungo periodo: attualmente a mancare è una direzione chiara, a fronte di tanti aspetti di gioco sì piacevoli, sì interessanti, sì ben integrati, ma che è possibile godere con ben più profondità su altre produzioni, piuttosto che in un mix che molto spesso funziona e che in molte altre occasioni invece, sa di già visto.

Ooblets è senza dubbio un titolo interessante, che attinge a piene mani dalle meccaniche di gioco più amate di produzioni come Harvest Moon, Pokémon e Animal Crossing. Il giocatore dà inizio alla sua nuova vita presso Oob, gestisce la propria fattoria, conosce gli abitanti e il circondario, comincia a collezionare i mostriciattoli del luogo e a farli combattere tra loro a passi di danza. La violenza non trova mai spazio nella produzione di Glumberland, tanto che si "combatte" a passi di danza; la direzione artistica è deliziosa, e i pochi ambienti di gioco ad oggi disponibili curati nei minimi dettagli. Purtroppo quasi ogni aspetto della produzione sa di già visto e, almeno allo stato attuale, non presenta particolari elementi di profondità; anche il design degli Oob non è granché. Questo non vuol dire che manchino possibilità di personalizzazione e cose da fare: ci auguriamo che prima del lancio, però, la produzione assuma una produzione chiara, precisa, una propria identità. I discorsi buffi dei personaggi dopo un po' stancano, e collezionare gli Oob ha poco senso se privi di obiettivi sul lungo periodo. Staremo a vedere.

CERTEZZE

  • Direzione artistica adorabile
  • Combattimenti originali
  • Molto rilassante

DUBBI

  • Quasi tutto sa di già visto
  • Mancano veri obiettivi a lungo termine
  • Ogni aspetto di gioco ha bisogno di maggiore profondità