Incontrarsi un giorno a Roma
Qualunque sia l’argomento, a prescindere dall’ambiente, dalle convenzioni, dalle regole scritte o non, c’è sempre un modo diverso di fare le cose. I ragazzi di Blacksheep Studios sono più che determinati a dimostrarlo.
Li abbiamo incontrati a Roma in quel di Expocartoon dove, presso il nostro City Play, dimostravano la loro ultima fatica: i Blacksheep Studios, team di sviluppo romano che ha di recente sviluppato e proposto Il Rosso e Il Nero, gioco multiplayer basato sugli accadimenti italiani durante la seconda guerra mondiale. Quattro elementi, lo zoccolo duro della società, si prestano ai nostri microfoni e ci raccontano, in una lunga intervista, la loro visione dell’italia e del mondo dei videogiochi nel nostro paese.
La prima cosa che traspare fin da subito è l’infinito ottimismo che permea i ragazzi Blacksheep, dovuto probabilmente anche a un risultato importante come quello della pubblicazione e distribuzione, per nulla semplice da raggiungere sull’italico territorio. Un’altra cosa che traspare e che ispira immediatamente simpatia è la coscienza dei propri limiti. Ben lungi dal considerarsi arrivati, Raoul e i suoi vedono questo traguardo come un’importante punto di partenza. Come a dire: la strada è ancora lunga, ma il primo passo è fatto.
Parola chiave: Indipendenza
Non c’è che dire, in casa Blacksheep hanno le idee chiare, a partire dal nome che, come ci viene spiegato, rappresenta proprio la volontà di stare fuori dal mucchio, branco, coro o comunque si voglia chiamare l’assembramento dalle evidenti analogie ovine che ben rappresenta un determinato tipo di ambiente videoludico. Un profondo desiderio di emancipazione che permea tutto il gioco, dall’ambientazione al motore.
L’ambientazione, per quanto controversa, nasconde un presupposto ben diverso dallo sterile sensazionalismo: il desiderio di rappresentare un periodo storico di sicuro interesse e complessita, in una trasposizione volutamente non storica ma comunque plausibile, in termini di ambientazione e di tipologia di combattimento, nata dallo studio del contesto storico e dalla consulenza di molti esperti. Un segnale forte insomma: anche l’Italia dispone di eventi e avvenimenti di sicuro interesse, che hanno dignità e importanza tali da meritare di essere citati in un videogame. E l’idea, a prescindere dalle critiche più o meno politicizzate, ha ottime radici e sviluppi interessanti.
La stessa indipendenza di pensiero si trova nel motore grafico, realizzato completamente con risorse interne, fondamentalmente per avere la possibilità di mostrare al mondo un prodotto sul quale rivendicare la totale paternità. E tutto questo con un team di base di quattro persone (alle quali però se ne sono affiancate altre nei periodi più concitati) e in quattro mesi di sviluppo. Una dedizione che non può derivare da altro se non dalla passione pura.
Passato e futuro
I ragazzi di BlackSheep Studios hanno la capacità di infondere l’entusiasmo in un progetto anche solo parlandone: sentendoli parlare di Il Rosso e Il Nero e dei loro progetti passati e futuri si ha la quella piacevole impressione che caratterizza il dialogo con le persone orgogliose del loro lavoro. Che negli anni non si è fermato al videogame, avendo all’attivo anche alcune produzioni e collaborazioni cinematografiche, come a dire che la voglia di fare non conosce limiti pur di manifestarsi . Volontà e passione che i Blacksheep hanno anche intenzione di trasmettere, attraverso un progetto ambizioso ma pregevole: promuovere l’Accademia Italiana del Videogioco (AIV), una vera e propria scuola/laboratorio per formare in Italia nuove persone che portino avanti il progetto, il sogno di ritagliare anche in Italia un frammento di Patria per i videogiochi.