Molte persone credono che nel momento in cui una serie inizia a generare spin-off, questa perda irrimediabilmente parte del suo fascino. Se hanno ragione o meno forse non sta a noi dirlo, ma è senza dubbio vero che questi giochi satellite raramente si rivelano all'altezza della saga principale a meno che, come nel caso della serie Shin Megami Tensei di Atlus, questa non sia già pensata per essere un caleidoscopio di personaggi, tematiche e gameplay diversi, con alcuni importanti elementi fissi che ne sottolineino la stessa nobile origine. Ma la genesi di questa idea, quella di avere sottomano una saga così malleabile, risale a ben prima di Shin Megami Tensei, uscito nel 1992 su Super Nintendo, gioco che venne a sua volta pensato e sviluppato come una sorta di remake di Digital Devil Story: Megami Tensei, uscito su NES nel 1987. Una storia, quella di questa serie, effettivamente molto complessa da riassumere se non si ha la velleità di scrivere una sorta di enciclopedia, e sulla quale per forza di cose saremo costretti a tagliare corto per arrivare subito alla parte che in questo specifico momento ci interessa di più: quella relativa alla nascita e allo sviluppo di Persona 5, gioco di cui ben presto uscirà la versione aggiornata, perfezionata, espansa e soprattutto totalmente tradotta anche in italiano chiamata Persona 5 Royal.
Genesi e demoni
Inizialmente chiamato Shin Megami Tensei: Persona (in occidente Revelations: Persona), questa nuova diramazione del progetto Atlus arriva nei negozi nel 1996 su PlayStation, mettendo sul piatto un'ambientazione atipica per l'epoca ma un gameplay piuttosto canonico. Come in tutti i Megami Tensei, il fulcro è la presenza di demoni da combattere e da sottomettere, in modo da essere utilizzati in battaglia. A differenza dei giochi precedenti, queste creature interdimensionali vengono concepite non solo richiamando il folklore shintoista, sempre comunque presente, ma utilizzando concetti e caratteristiche tipiche della psicologia jungiana. La fonte d'ispirazione appare chiara nella suddivisione delle personalità delle creature come dei personaggi presenti, tutti riconducibili a uno dei dodici archetipi in cui lo svizzero Carl Gustav Jung ha suddiviso le personalità umane, per apparire più sfumata e fantastica nella forma che i demoni acquisteranno nelle loro diverse forme evolutive.
Nonostante queste caratteristiche rimaste pressoché immutate nel corso del tempo, e l'ambientazione scolastica, Shin Megami Tensei: Persona è un gioco molto diverso dagli episodi più recenti, ed è totalmente privo dei Social Link, mancanza che lo rende di fatto un gioco di ruolo di stampo orientale abbastanza canonico in quanto a gameplay. Ma il successo è immediato; del resto tra tanto, troppo fantasy, ritrovarsi alle prese con un setting moderno, unito a un mistero dalle tinte horror che dilaga nelle classi di una scuola di provincia, la St. Hermelin High, rappresentò un'irrinunciabile boccata d'aria fresca per gli appassionati del genere.
Due capitoli due
Anche Persona 2: Innocent Sin, seguendo da molto vicino la struttura del predecessore, non si discosta molto dal tipico gioco di ruolo giapponese. Cambia la scuola in cui si dipana il mistero, cambia il cast, ma il gameplay rimane lo stesso tranne per un'importante aggiunta: il Rumor System. Attraverso questa novità, i personaggi principali possono apprendere voci di corridoio e diramarle alla popolazione, con un effetto a catena che cambierà sensibilmente gli incontri all'interno dei dungeon. Persona 2: Innocent Sin, uscito in Giappone nel '99 su PlayStation, verrà localizzato in inglese soltanto nel 2011 e nella sola versione per PSP. Ma in pieno stile giapponese, che come sappiamo fa spesso scelte di marketing poco chiare, esiste un secondo Persona 2, ed è Persona 2: Eternal Punishment. Gli autori infatti hanno voglia di narrare nuove storie ma non sono ancora pronti a sviluppare un vero e proprio terzo capitolo. Eternal Punishment, dal gameplay praticamente identico a Innocent Sin, è la risposta a questa esigenza, e come il predecessore non arriverà in occidente se non due anni più tardi, nel 2002, e ancora una volta soltanto su PSP. Nel frattempo in Atlus iniziano i lavoro su Persona 3, il capitolo della svolta che porterà la serie ufficialmente nel nuovo millennio, introducendo tutte quelle caratteristiche che oggi ci fanno aspettare ogni gioco con impazienza, tra cui naturalmente l'imminente Persona 5 Royal.
La maturità
Ci vorranno anni prima che Atlus metta il punto su Persona 3, distribuendolo finalmente nei negozi. Il gioco arriva sugli scaffali nel 2006, su PlayStation 2, e in oriente verrà accolto da critica e pubblico come si accolgono i grandi del genere. È proprio in questo nuovo gioco che vengono introdotti i Social Link che permetteranno al classico gioco di ruolo di arricchirsi con tratti molto simili a un Life Simulator, permettendo ai giocatori di vivere una vera e propria vita alternativa. Il calendario scandisce i giorni, settimane, mesi e stagioni, regola le esigenze scolastiche del protagonista e dei suoi pari, permettendo di scegliere come e con chi passare i giorni più tranquilli. Più si frequenterà una determinata persona, più si stringerà il rapporto che avremo con lui e il suo archetipo jungiano, a cui sono legati i demoni che potremo utilizzare in battaglia che di riflesso diverranno sempre più forti. Frequentare la stessa persona permette di accedere anche ad altre zone della città e ad altre attività. In Persona 3 ci si ritrova alle prese con un unico Dungeon, chiamato Tartarus, nel quale ogni livello è creato proceduralmente e in cui si può avanzare soltanto portando avanti contemporaneamente le storyline legate alla vita reale del protagonista. Un elemento che fece molto scalpore è la pistola con la quale i protagonisti devono spararsi in testa per richiamare il loro "inner self", l'io interiore. Con Persona 3, Atlus inizia a sfoggiare quello che ben presto diventerà un inimitabile stile grafico e sonoro: il gioco introduce numerosi estratti animati, dalla qualità di un vero e proprio anime, e uno schema di colori legato alla trama e ai protagonisti, nel caso di Persona 3 il viola e l'azzurro. Con Persona 3, Atlus prende anche il piacevole vizio di creare dopo circa un anno dall'uscita dell'originale, una versione espansa e perfezionata dello stesso gioco, qui chiamata Persona 3 FES (abbreviazione di Festival) in cui viene introdotta tra le altre cose la possibilità di vivere l'avventura nei panni di una ragazza.
La consacrazione
Il capitolo della maturità, in tutti i sensi! I temi trattati, i personaggi principali, la colonna sonora, il giallo e l'arancione dell'ultima estate da bambini... ogni elemento di Persona 4 sfiora la perfezione, ancor di più in versione Golden, quella definitiva uscita su PlayStation Vita. Persona 4 è la consacrazione di uno stile grafico che lascia senza fiato, e di un gameplay che trova finalmente il suo specialissimo bilanciamento. I dungeon continuano ad essere procedurali, e questo li rende in qualche modo ripetitivi, ma il sistema basato sui Social Link permette di respirare le atmosfere rurali della piccola città di Inaba in cui è ambientato in un modo così personale da colpire straordinariamente nel cuore.
Le giornate a studiare mentre fuori piove (il meteo influenza la concentrazione), le domeniche di sole passate nei giardini con gli amici, il primo motorino che permette di sbloccare nuove zone nei dintorni del paese e di raggiungere la spiaggia e il mare, dove passare il pomeriggio avvinghiati alle cosce della tipa che più ci piace; e poi gli esami da preparare in contrasto con un mondo da salvare, la globalizzazione che colpisce duro le imprese locali, i strani fenomeni attorno al tempi di zona, le voci di corridoio tra i banchi di scuola. In Persona 4 c'è davvero tutto quello che rende Persona, la serie, così grande e così speciale.
Tutte queste emozioni sono state fino ad oggi esclusivo appannaggio di chi conosce il giapponese o l'inglese. Persona 5 Royal, in uscita il 31 marzo, sarà il primo capitolo della serie ad essere tradotto in italiano. Un occasione da non perdere per chiunque sia stato costretto, proprio per colpa di questa barriera linguistica, a seguire la serie da lontano. Preparatevi ad emozioni forti, fortissime, e a nuovi articoli firmati Multiplayer.it!