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Project XCloud, il provato del cloud gaming secondo Microsoft

All'E3 2019 Microsoft è tornata a parlare del suo servizio di cloud gaming Project XCloud: la libreria di Xbox abbandona il salotto di casa e la scrivania per sbarcare anche su mobile (e non solo)

PROVATO di Umberto Moioli   —   10/06/2019

Tra le tantissime novità della conferenza E3 2019 di Microsoft e Xbox, Project XCloud ha rivestito un ruolo particolare: la tecnologia di cloud gaming firmata dall'azienda americana arriverà il prossimo ottobre con una versione di prova che darà modo agli utenti di sperimentare un futuro pensato per spostare l'esperienza di gioco di Xbox dal salotto al telefono e al tablet. I dettagli non sono ancora moltissimi ma di fatto ci sono due possibili opzioni: collegarsi ai server di Azure gestiti dall'azienda per un'esperienza simile a quella di Google Stadia, tanto per capirci, e poi quella di sfruttare la propria console domestica come "cloud server" dal quale "streamare" i giochi della propria libreria mentre si è lontani da casa. Nel contesto dell'Xbox Showcase, tenutosi subito dopo la conferenza Xbox, abbiamo potuto provare la prima soluzione: una serie di smartphone Android (ma chiaramente il servizio arriverà anche su iOS) erano a disposizione dei presenti per sperimentare alcuni tra i titoli disponibili nella sconfinata libreria Xbox, collegati ad Azureper gestire per intero la parte di calcolo e giocare un po' come si fa con qualsiasi telefono cellulare.

Xbox su smartphone

Tutte le postazioni di gioco erano composte da un controller wireless Xbox collegato tramite un gancetto a un Samsung Galaxy S10 Plus: sfruttando il pad non è stato necessario utilizzare l'interfaccia virtuale personalizzata, che pure gli sviluppatori potranno creare per permettere a chi lo volesse di accedere a qualsiasi titolo della libreria passando unicamente dagli input del touch screen. Tutta la parte di adattamento del software agli schermi touch è insomma per ora passata in secondo piano, anche se diversi dettagli, che vi invitiamo a recuperare, erano stati anticipati durante la conferenza della GDC dello scorso marzo. I titoli a disposizione dei presenti erano diversi: da Gears of War 4 a Hellblade, da Halo The Master Chief Collection a Forza Horizon 4. Tutti i dispositivi erano connessi tramite wi-fi e l'esperienza di gioco risultava pulita e precisa, i controlli rapidi e a livello grafico non si notavano grossi artifici.

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Di certo un sistema del genere porta con sé un po' di input lag, seppur in misura non eccessiva, ma avendo testato i giochi nella loro versione single player si può dire che la qualità complessiva dell'esperienza rappresenta quantomeno una valida alternativa a quella classica. Insomma se la domanda è "Project XCloud Funziona?", la risposta non può che essere un "sì". Certo abbiamo messo mano alla tecnologia in un ambiente ultra controllato, indicativo solo in parte di quella che sarà la quotidianità d'uso: per un test più credibile dovremo attendere ancora qualche mese. Durante l'Xbox Showcase, Microsoft metteva in mostra unicamente smartphone e tablet, questi ultimi non testabili, e non siamo riusciti a farci dire come funzionerà su altri dispositivi. Se ad esempio su PC ci sarà un'applicazione dedicata piuttosto che una web app da aprire direttamente dal browser. Nei prossimi mesi sarà interessante capire i dettagli mancanti, vedere più da vicino come funziona la modalità home server collegata con la propria Xbox e capire che lavoro Microsoft farà con i singoli sviluppatori per rendere non solo tecnicamente possibile il cloud gaming, ma anche godibile il gameplay nel suo insieme.

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Project XCloud si è presentato all'E3 2019 con uno spazio piuttosto breve nel corso della conferenza Microsoft e poi con un test altrettanto rapido durante il successivo Xbox Showcase. L'occasione è stata utile per provare la parte dell'offerta basata sul servizio Azure, quindi il cloud gaming più classico e propriamente detto. Su smartphone il test è stato positivo, i tempi di risposta rapidi e la qualità grafica apparentemente senza grossi compromessi. I dubbi, volendo, sono legati al test del servizio in un ambiente meno controllato e poi alla necessità di capire come si inserirà nell'offerta di Microsoft, sempre più impegnata a espandere i suoi servizi e a preparare la carica della prossima generazione di console.

CERTEZZE

  • Un servizio di cloud gaming inserito all'interno di un ecosistema già molto sviluppato
  • Il test ha dato buoni riscontri

DUBBI

  • Ancora non sappiamo l'offerta del servizio nella sua interezza
  • Funzionamento da verificare in un ambiente meno controllato