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PS5, Sony svela i suoi piani, ma la next gen non cambia direzione

La next gen è finalmente in bella vista. Sappiamo tutto della strategia Microsoft e ora, finalmente, tutto di quella Sony. Ma cosa è cambiato davvero?

SPECIALE di Francesco Serino   —   17/09/2020

Ora il quadro è completo. Attraverso l'evento di ieri, Sony ha finalmente rivelato tutti o quasi i dettagli della sua strategia per convincerci a infilare una PS5 nelle nostre case.

Dopo aver lasciato campo libero a Microsoft, che ha sfruttato l'occasione per proporre al pubblico l'atipica ma molto allettante per la sua economicità Xbox Serie S, Sony si è ripresa la scena confermando quasi tutte le ultime voci di corridoio su data di uscita e prezzo apparse in rete negli ultimi giorni. Se i 499 Euro chiesti per la versione con lettore Blu-ray non rappresentano una sorpresa, i 399 per la PlayStation 5 Digital Edition non possono lasciare indifferenti, considerata la qualità tecnica dell'hardware proposto. Sembra proprio che qualcosa sia cambiato nelle ultime settimane, che Sony abbia dovuto ripensare all'ultimo la sua strategia per inseguire al ribasso l'aggressiva offerta Microsoft, cosa che riteniamo possibile perché non sarebbe in fondo l'unica risposta chiara e diretta a quanto messo in piedi fino ad oggi dal duo Satya Nadella e Phil Spencer.

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PlayStation Plus Collection

Un servizio come la PlayStation Plus Collection, che permette di giocare alle più grandi esclusive di PlayStation 4 sulla nuova console, non sarebbe mai esistito senza il fiato sul collo di Xbox Game Pass, segno che non c'è nulla di più importante di una sana concorrenza. Il problema, in questo caso, è che mentre sappiamo benissimo come funziona Game Pass, i dettagli della PlayStation Plus Collection rimangono ancora avvolti da un insostenibile mistero.

Il servizio farà parte del normale abbonamento Plus? I giochi saranno presenti fin da subito o verranno aggiunti strada facendo? Mentre aspettiamo risposte da fonti ufficiali, pur dando per scontato lo scenario migliore e nonostante le differenze sostanziali tra i due servizi, è chiaro che la PlayStation Plus Collection è stata pensata soprattutto per intralciare i piani del Game Pass, o almeno per offuscarne in parte il fascino. L'obiettivo di entrambi è quello di mantenere il prezzo d'ingresso il più basso possibile, in modo che non ci sia altra spesa di rilievo oltre quella necessaria per acquistare la console. Allo stato attuale, un elemento come la PlayStation Plus Collection non va però in nessun modo decifrato come un'alternativa al Game Pass, ma più come uno straordinario "Pacchetto Benvenuto", che diventa molto più interessante per tutti quelli che faranno di PlayStation 5 la loro prima console Sony o in assoluto.

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Economicamente vostra...

Non abbiamo dubbi che PlayStation 5 diventerà la console da gioco più popolare della generazione, e ne abbiamo ancora meno dopo il PS5 Showcase di poche ore fa. Alla luce di quanto detto, appare però altrettanto vero che le regole del gioco al momento le stia dettando proprio Microsoft. E se non bastassero gli esempi descritti fino ad ora per confermare la nostra tesi, non è più possibile avere dubbi davanti al netto cambio di strategia che porterà esclusive come Spider-Man Miles Morales e il pantagruelico Horizon Forbidden West anche su PlayStation 4. Una notizia che spiazza, ma solo se non si è voluto credere a chi in questi mesi vi raccontava di un concetto next gen sempre più labile, del fatto che un certo tipo di gioco non richiede poi chissà quale potenza per girare; ma sopratutto che in un contesto dove non esistono più hardware proprietari che obbligano a ricompilare per intero un software per permettergli di girare sufficiente bene, la maggior parte dei videogiochi possono essere perfettamente scalabili, basta abbassare la risoluzione, togliere dettaglio alle ombre, usare texture meno definite e così via.

Esattamente quello che accade da sempre su PC, dove anche se viene immessa sul mercato una scheda video, è possibile farsi bastare la vecchia ancora per moltissimi anni. Logicamente a tutto c'è un limite, ma non saranno i classici action in terza persona a poter cambiare il paradigma, tranne in rari casi come Control e la sua gestione della fisica che non a caso non richiede una migliore GPU, ma una migliore CPU. Mettendo da parte gli spiegoni, come abbiamo applaudito Microsoft per la coraggiosa scelta di rendere totalmente fluido il suo passaggio generazionale, siamo ben contenti che Sony stia perseguendo la stessa strada, anche se solo per alcuni titoli. Del resto, l'autunno si preannuncia molto caldo per l'occupazione, ed è bene pensare a chi non potrà permettersi investimenti secondari come lo è una console da gioco, in modo anche da ottimizzare gli introiti di giochi che non costano poco da sviluppare e che potrebbero non sfruttare al massimo il loro potenziale di vendita senza il supporto di un hardware già presente nelle case di oltre cento milioni di utenti.

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Esclusiva o no?

Per quel che concerne queste conferenze digitali come gioiosa macchina da guerra e d'informazione, anche quest'ultima edizione conferma come in casa Sony continui a regnare la più completa confusione. Nell'ora passata davanti alla live abbiamo visto messaggi sbagliati, comunicati a metà, al punto che buona parte dei dettagli più importanti, incluse le date di uscita dei giochi più attesi, li ha dovuti scrivere Geoff Keighley sul suo account Twitter. Una cosa mai vista prima, per una situazione che diviene particolarmente spiacevole quando questo dialogare a mezza bocca ti induce a pensare che sia davvero voluto, che sia un modo per nascondere al pubblico di massa quelle informazioni che potrebbero in qualche modo infondere un retrogusto amaro al grande spettacolo. Pubblico di massa, esattamente, perché dopo la presentazione con Mark Cerny che sembrava interrogarti per l'ultimo difficilissimo esame universitario, Sony ha deciso di cambiare radicalmente target, e questo lo si è visto anche nella scelta di chiudere con il logo del nuovo God of War azzardando anche una data di uscita. Come se servisse un logo per dirci che un nuovo God of War è in sviluppo, come se bastasse un anno di uscita per difenderci dai sempre più comuni posticipi.

Ma la scelta di elevare questo straordinario Demon's Souls a possibile killer app per la next gen Sony è, senza alcun dubbio, una mossa da campioni. Sono gli hardcore gamer quelli che si precipiteranno in negozio al day one, e sono giustamente gli hardcore gamer quelli che si papperanno la pietanza in assoluto più prelibata del menù. Per tutti gli altri c'è uno Spider-Man Miles Morales che per quanto non abbia la stessa carica, è il gioco perfetto da affiancare al grosso remake Blue Point/Japan Studios, anche se questa fascia di pubblico potrebbe subentrare soltanto dopo. Peccato che Sony abbia perso l'occasione per mostrarci il sistema operativo della sua nuova console, e altri dettagli che non saranno fondamentali come lo sono i giochi, ma che ricoprono un ruolo sempre più importante su un hardware che si pone come strumento insostituibile nella vita da salotto.

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Attacco e accerchiamento

In fondo, dall'ultimo appuntamento di ieri, la direzione di questa stramba next gen non è poi cambiata di molto. L'unico grosso colpo è quello rappresentato dall'esclusiva, solo temporale, di Final Fantasy 16, ma siamo certi che chi vuole giocare ad Elite Dangerous, Sea of Thieves, Fifa, Cyberpunk e aspetta Flight Simulator, Gears Tactics e il prossimo Stalker cambierà idea per questo? Guardate cosa è accaduto quando Microsoft ha fatto lo stesso con Tomb Raider: pubblico diverso, esigenze diverse. Ma la potenza di Demon's Souls dimostra che a Microsoft manca quel grande titolo che ti fa correre nei negozi, o che ti spinga a sottoscrivere un abbonamento il primo possibile.

In definitiva, Sony conferma di avere la console destinata ad essere la più popolare del lotto; Microsoft continua invece la sua strategia di accerchiamento che siamo certi porterà a buoni risultati, specialmente se riuscirà a imporsi non più come alternativa a PlayStation, bensì come ecosistema complementare nel quale si potrà entrare anche a costo zero, o quasi. E poi c'è Nintendo, beata lei...