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Rainbow Six Siege, l’Anno 5 e 6

Ubisoft ha deciso di cambiare strategia e, a partire dall'Anno 5, adotterà un approccio molto diverso sia per lo sviluppo del titolo sia per la componente e-sport

SPECIALE di Umberto Moioli   —   16/02/2020

Ubisoft cambia marcia con Rainbow Six Siege, già a partire dall'Anno 5. Ieri nella nostra anteprima di Void Edge abbiamo raccontato di una stagione ancora simile a quelle precedenti, ma già a partire dalla seconda metà del 2020 le cose sono destinate a cambiare radicalmente. Nel corso del Six Invitational lo sviluppatore ci ha spiegato in che modo vuole sfruttare i prossimi dodici mesi per mettere le basi per gli anni a venire: un processo che coinvolgerà tutta l'esperienza raccolta finora, sia a livello di gameplay e offerta, sia per quanto concerne l'attivissima componente e-sport. Dopo un lancio problematico e una rapida evoluzione, lo sparatutto ha oramai raggiunto la maturità, e gli step necessari per consolidare la sua posizione e garantirgli un futuro di successo nel tempo vanno presi ora, quindi le novità saranno davvero tantissime. In fondo se ci pensiamo, rispetto ad alcuni mostri sacri del genere come League of Legends o CS:GO, Siege è ancora un prodotto molto giovane e ha grandi margini di crescita.

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Un modello di sviluppo… diverso

La seconda stagione sarà come la prima, con gli operatori di Sud Africa e Norvegia ad unirsi al gruppo, accompagnati dal rework di House. Ma a partire dalla terza dell'Anno 5 le cose ad ogni nuovo appuntamento andranno così: gli operatori introdotti non saranno più due ma uno solo, affiancato dal rework di una mappa. La terza e la quarta stagione avranno quindi un operatore ancora misterioso e poi uno tailandese, affiancati dai rework di Skyscraper e Chalet. Ubisoft Montreal ha dichiarato che resta l'intenzione di portare il totale dei personaggi disponibili a più di cento unità, perciò questa modifica allunga moltissimo la prospettiva di supporto di Siege. Facendo un breve conto, l'Anno 6 dovrebbe iniziare con 58 operatori all'attivo e darà il via ad almeno una decade di nuove aggiunte.

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La scelta è stata giustificata con due ragioni diverse: da una parte i ragazzi di Montreal vogliono essere sicuri che ogni aggiunta sia rifinita alla perfezione, che vi possano dedicare il giusto lavoro. Dall'altra hanno bisogno di più tempo per concentrarsi sugli eventi e sulle playlist arcade, che nella testa del team dovranno garantire una costante varietà di cose diverse da provare. Un modo per stimolare sia gli utenti affezionati a tornare sul titolo ancora e ancora, sia quelli nuovi a lanciarsi nello sparatutto competitivo potendo contare su qualche modalità più leggera e meno impegnativa rispetto a quelle standard. In generale le aggiunte avverranno nel corso della stagione in modo più fluido, non solo all'inizio, e saranno puntellate dalla promessa di un maggior impiego di risorse per lavorare sulle meccaniche fondanti del gameplay. Resta invece l'impegno per rendere il Battle Pass ogni trimestre più ricco di contenuti.

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Cambia anche l’esport

Così come cambia la produzione di contenuti, così si modificheranno le stagioni e-sportive di Rainbow Six Siege. Il prossimo maggio si terrà a San Paolo, in Brasile, l'ultima Pro League. Terminato questo appuntamento le cose cambieranno e partirà un nuovo formato che prevede dei campionati regionali per ciascuna delle quattro aree interessate dal gioco (Nord America, Sud America, Europa e Asia-Pacifico) con formule diverse per ciascuna. In Nord America, ad esempio, la stagione verrà puntellata da una serie di appuntamenti giocati dal vivo. Per l'Europa aspettiamo di capire esattamente quali saranno le scelte operate da Ubisoft ma, considerando la quantità di paesi coinvolti, è probabile che vengano prima valorizzati i tornei nazionali e poi i team più vincenti vadano a scontrarsi con gli altri per decidere chi andrà a giocarsi i Major.

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A proposito, questi saranno tre nel corso dell'anno (solo nel 2020 saranno due, visto che è ancora un anno ibrido) e si terranno nelle diverse aree geografiche, alternandosi. Ad agosto 2020 in Nord America, a novembre 2020 in Europa, a maggio 2021 ancora in Europa, quindi ad agosto 2021 in Nord America e poi a novembre 2021 in Asia oppure in Oceania. Resterà invece fisso a febbraio il Six Invitational che verrà preceduto da una alcune qualificazioni a cui potranno accedere, per ciascuna regione, quei team che meglio si sono comportati nel corso di tutta l'annata. L'obiettivo di tutti questi cambiamenti è rendere la scena competitiva più chiara per chi guarda e più stimolante per i team che dovranno fare bene sempre e comunque, dovendosi guadagnare la partecipazione al Six Invitational fino alla fine, un punto dopo l'altro. Verrà infine aggiornato il sistema di revenue share con i team: la fase tre di questo programma coinvolgerà 44 team divisi in tre fasce che, a seconda di alcuni parametri, verranno posizionate in uno di questi livelli garantendosi un supporto (e un trattamento economico) diversi.