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Reggie saluta Nintendo e va in pensione

Dopo tre lustri di Nintendo, Reginald Fils-Aimé, a cinquantotto anni, andrà in pensione: ripercorriamone la carriera.

SPECIALE di Alessandro Bacchetta   —   22/02/2019

Giovedì ventuno febbraio, in questi anni già ricchi di stravolgimenti dirigenziali, Reginald Fils-Aimé, presidente di Nintendo of America, ha comunicato il suo imminente pensionamento. A partire dal 15 aprile 2019 verrà sostituito da Doug Bowser, sul quale evitiamo di fare ulteriori battute, ma in sostanza è come se il presidente della Juventus si chiamasse Magath, o se il prossimo Papa si rinominasse Lucifero I: insomma, una situazione involontariamente ironica che ha scaturito una pletora di battute infelici (comprese le nostre).

Reggie saluta Nintendo e va in pensione

Reginald Fils-Aimé, dicevamo: per gli amici Reggie, presentatosi al pubblico Nintendo all'E3 2004, praticamente da sconosciuto, quando vennero annunciati Nintendo DS e quello che sarebbe divenuto Twilight Princess. Fu una delle conferenze migliori mai viste alla fiera, forse la migliore in assoluto tra quelle Nintendo, e in parte fu anche merito di Reggie, che infiammò la platea con un atteggiamento guascone al quale nessuno era abituato, e difatti la sua prima frase, "my name is Reggie. I'm about kickin' ass, I'm about takin' names, and we're about makin' games", è rimasta nella storia. All'epoca era "solamente" il vicepresidente del reparto vendite e marketing di Nintendo of America, ma probabilmente godeva già della stima di Satoru Iwata, che non solo scelse di farlo parlare a quella conferenza, ma lo nominò anche presidente di Nintendo of America due anni dopo, quando divenne chiara a tutti l'abilità di Reggie in ambito marketing (siderale in questo senso il passaggio dai confusi spot GameCube a quelli Nintendo DS). Succedette in questo ruolo a Kimishima, e paradossalmente fu il primo occidentale a divenire presidente della divisione americana della compagnia.

La vita pre-Nintendo

La storia di Reginald Fils-Aimé è davvero atipica, e interessante. Reggie, se vogliamo vederla così, rappresenta l'ultimo atto di un ipotetico Romeo e Giulietta dal lieto fine, ambientato tra Haiti e gli Stati Uniti d'America. Reginald è nato il 25 marzo 1961, nel Bronx, a New York City, da una coppia di immigrati haitiani; i due non fuggirono dal luogo natio per cercare fortuna altrove, del resto erano istruiti e benestanti. Emigrarono negli Stati Uniti perché il nonno materno era parte del governo eletto democraticamente, mentre il nonno paterno, negli anni '50, era un generale dell'esercito che quel governo lo depose; una situazione complicata, in sintesi. Evidentemente i genitori decisero che il loro amore era superiore alle faide tra Montecchi e Capuleti, e decisero di scappare - con maggior fortuna di Romeo e Giulietta - a New York. Dove cinquantotto anni fa, come detto poc'anzi, nacque proprio Reggie. Il futuro presidente di Nintendo of America ha ricevuto un'ottima istruzione, culminata nella laurea ottenuta alla Cornell University (sempre New York), in Economia Applicata e Management: proprio durante una conferenza universitaria di ex studenti illustri, nel 2007, Reggie ha rivelato questi dettagli biografici. Da lì in poi la sua carriera è stata in ascesa continua. Dal 1983 al 1991 ha lavorato alla divisione "cibi e bevande" di Procter & Gamble, poi è divenuto vicepresidente di Panda Management Co. (una catena internazionale di ristoranti cinesi), nonché direttore del marketing nazionale di Pizza Hut, che durante la sua gestione ha lanciato la Bigfoot Pizza (da italiani vi consigliamo di non indagare, ma negli USA pare sia stata molto apprezzata).

Reggie saluta Nintendo e va in pensione

Successivamente è stato a capo del settore marketing della Guinness Import Co., e responsabile di tutti i brand della società, compresa l'omonima (buonissima, aggiungiamo) stout, la Harp, la Pilsner Urquell. Poi è passato alla Derby Cycle Corp. (una delle più grandi produttrici di biciclette in Europa), come direttore delle vendite e del marketing a livello internazionale. Ma il vero salto di qualità, quello che gli ha permesso di essere notato da Nintendo, è rappresentato dal lavoro svolto per VH1, rete del network MTV, dal 2001 al 2003. Durante la sua gestione gli spettatori, principalmente un pubblico giovane e/o molto giovane, sono aumentati del 30%; ha anche organizzato un concerto per beneficenza a New York, in cui ha ricavato 35 milioni di dollari, in seguito all'attentato dell'undici settembre. Da lì è passato, come anticipavamo, a ricoprire il ruolo di vicepresidente del reparto vendite e marketing di Nintendo of America. Durante gli anni a VH1 ha conosciuto anche la sua attuale moglie, Stacey Stanner, una PR, fotografa e scrittrice, con cui Reggie vive a Seattle assieme ai suoi tre figli, avuti da un'altra donna di cui non conosciamo l'identità.

Nintendo e oltre

Fils-Aimé non si può considerare il responsabile principale dell'inversione di tendenza nelle fortune Nintendo; è comunque uno dei volti celebri dietro il successo di Nintendo DS e Wii, che più di ogni altra piattaforma kyotese hanno puntato sulla propria identità commerciale, e sulla nuova immagine aziendale. Se Iwata ha diretto le operazioni, Reggie è stato comunque il suo uomo di fiducia negli Stati Uniti, il che non è poco; ha anche inquadrato molto bene la strategia dietro al successo di Nintendo Wii, citando più volte le teorie di Clayton Christensen sul Blue Ocean, dando un serio contesto teorico al nome in codice Revolution. Durante questi anni Reggie, annunciatosi al pubblico Nintendo come personaggio genuino e di rottura, ha subito quella che in politica verrebbe definita "svolta governativa". Niente più annunci provocatori, molta diplomazia e giusto qualche battuta a ricordarci che, nonostante ormai fosse il presidente della divisione americana, in fondo era ancora quello del "kickin' ass". E in effetti è sempre stata la figura buona e paciosa della compagnia, quella bonacciona, in netta contrapposizione con la riverenza suscitata da Miyamoto, e con il carisma e l'intraprendenza di Iwata. Coi due ha comunque formato il volto pubblico della Nintendo di quegli anni, un triumvirato esplicitato anche sotto forma di pupazzi all'E3 2015. Sotto la sua gestione è stato aperto un dipartimento vendite e marketing a Redwood City, in California, ed è stata inaugurata la nuova, lussuosa sede aziendale a Redmond, nello stato di Washington.

Reggie saluta Nintendo e va in pensione

La morte di Satoru Iwata, sommata al periodo di emergenza durante Wii U e 3DS, ha naturalmente stravolto tutto; Reggie, come ogni altro dirigente, ha sopportato l'impegno gravoso di sostenere l'azienda dopo la repentina morte del proprio leader, che lui stesso ha definito "unico". E sul perché Iwata fosse unico abbiamo scritto diversi pezzi, anche poco tempo fa, in occasione dei tre anni dalla scomparsa. Quel momento è stato molto particolare, critico sul piano amministrativo, ma fervido a livello creativo: cosa sarebbe successo a Nintendo era già stato pianificato da tempo, e sotto le gestione Iwata (NX, che sarebbe divenuto Switch), il compito dei dirigenti era mantenere salda l'azienda per non far naufragare il progetto venturo. Fils-Aimé ha svolto egregiamente anche questa mansione, senza mai perdere, almeno allo sguardo delle telecamere, il buonumore; è stato il primo presidente di Nintendo of America ad avere nazionalità statunitense, il primo non nipponico a ricoprire il ruolo. Ed è stato anche il primo occidentale ad entrare nel Consiglio di Amministrazione dell'azienda, un onore non da poco. Ora, a cinquantotto anni, dopo aver indossato cappellini di Mario e averci giurato che Zelda è il suo gioco preferito, va in pensione. Furukawa lo ha ringraziato, aggiungendo subito dopo che il suo sostituto, Doug Bowser, è un erede altrettanto capace e meritevole, che sicuramente non farà pesare a Nintendo la transizione. Non sapremo mai quanto Furukawa abbia forzato il pensionamento, e quanto Reggie l'abbia voluto: fosse anche stato cacciato, da buon aziendalista, avrà fatto il possibile per separarsi così com'è successo, in ottimi rapporti, soprattutto col proprio pubblico di appassionati, che non ha mai smesso di ringraziare. Doug Bowser, parallelamente a Furukawa in Giappone, ha gestito - brillantemente - il marketing statunitense di Nintendo Switch: è possibile che il giovane presidente abbia voluto premiarlo appena possibile. Per certo sappiamo che non solo è finita l'era Yamauchi, ma ormai anche quella Iwata: l'ultimo volto famoso di quel periodo era proprio Reggie, l'ultima console concepita sotto la loro gestione Nintendo Switch. Tutto ciò escludendo dai cicli generazionali quel folletto di Miyamoto, che aleggia nelle sale Nintendo dal 1977... e speriamo non smetta mai.

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