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Resident Evil: Resistance, testato l'online di Resident Evil 3 Remake

A Londra abbiamo provato Resident Evil: Resistance, il comparto multiplayer competitivo online 4 contro 1 di Resident Evil 3 Remake, mettendoci nei panni dei nuovi Mastermind. Il nostro test

PROVATO di Aligi Comandini   —   28/02/2020

È sempre divertente partecipare ad eventi stampa che prevedono la presenza della componente online di un dato gioco, perché spesso ci si ritrova a competere contro colleghi provenienti da tutto il globo terracqueo. Giusto per chiarire, il divertimento scaturisce principalmente dal fatto che molti di questi colleghi il più delle volte non sono specialisti nel gioco scelto, e può capitare che l'evento si trasformi rapidamente in un massacro, perché nel gruppetto spunta magicamente quello o quell'altro espertone del dato shooter e/o picchiaduro. Questa volta però il gioco scelto era il remake di Resident Evil 3, e più precisamente Resident Evil: Resistance, la parte online competitiva del titolo che abbiamo provato.

Noi non siamo giocatori eccezionali, dotati di riflessi incredibili, o geni della tattica, ma siamo estremamente sadici nella nostra naturale competitività. Ora, immaginate cos'è successo quando i rappresentanti di Capcom sono arrivati, ci hanno messo nei panni del Mastermind, e ci hanno detto "cercate di eliminare gli altri giocatori". Ecco, vi anticipiamo solo che dopo l'esperienza meritiamo come minimo una serie cinematografica a là Saw. Come minimo.

Mastermind: essere il cattivo

Attenzione: raccontandola così potrebbe sembrare che Resident Evil Resistance sia una aggiunta a dir poco esaltante all'interno del remake di Resident Evil 3, e forse ci siamo fatti un po' prendere la mano dalla foga del momento nell'intro... quando in verità siamo di fronte a una modalità extra che, seppur graditissima e dotata di un discreto potenziale, non avrebbe con ogni probabilità avuto le caratteristiche necessarie per sopravvivere sul mercato da solo.

Parliamo infatti di un multiplayer asimmetrico quattro contro uno, dove un gruppo di sopravvissuti deve scappare da mappe predefinite a più fasi (noi per l'esattezza abbiamo testato la nuova "Casinò"), cercando di completare obiettivi variabili mentre un malefico Mastermind li osserva dalle telecamere sparse per le varie stanze, e piazza trappole e mostruosità varie qua e là. Un concept che rappresenta una variazione sul tema sicuramente curiosa, ma la cui applicazione lascia a desiderare in più elementi, a partire dall'immediatezza degli scontri, e dal mostruoso sbilanciamento dell'esperienza in favore del cattivo contro giocatori inesperti.

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Ci spieghiamo meglio: ogni fase degli scontri ha un certo termine di tempo, che può venir allungato completando gli obiettivi descritti sopra - si va dall'attivazione di interruttori al ritrovamento di chiavi sparse nella mappa per aprire la porta d'uscita - e diminuisce quando si subiscono danni o si cade vittima di uno dei pericoli sul campo. Potrebbe sembrare una struttura semplice da assorbire, ma la verità è che il Mastermind ha un arsenale mostruoso di amenità a sua disposizione, che vanno da torrette attaccate alle telecamere, alla possibilità di evocare vari tipi di bioweapon (semplici zombie o mostri sensibilmente più veloci e aggressivi).

Tali evocazioni non sono gratuite, e dipendono da una barra che inizialmente permette solo di utilizzare trappole relativamente semplici come mine, tenaglie, o non morti scarsamente preoccupanti, eppure già questi strumenti diventano devastanti se utilizzati a casaccio contro un team incapace di comunicare alla perfezione e di gestire al meglio le proprie risorse.

Sopravvissuti, ma neanche troppo

Nei panni dei sopravvissuti, d'altro canto, il numero di armi e proiettili in Resident Evil: Resistance è significativamente maggiore rispetto a quello che ci si aspetterebbe in un Resident Evil, eppure il flusso di minacce evocate è costante, la gestione degli obiettivi non semplicissima (poiché le mappe, per quanto non enormi, sono abbastanza elaborate), e contro ben quattro diversi Mastermind dotati di capacità variabili adattarsi ad ogni ostacolo diventa rapidamente un inferno se non si conosce già a menadito il gioco.

Noi, ad esempio, abbiamo fatto un vero e proprio massacro, con team al massimo capaci di superare la prima fase, e mai neanche una lontana probabilità di completarla. Il tutto con la stessa identica preparazione degli altri giocatori. Per carità, la situazione dovrebbe cambiare notevolmente con team preparati, ma a parità di esperienza, ci è sempre sembrato che i Mastermind avessero un sensibile vantaggio, limitabile solo con la disattivazione sistematica delle telecamere sparse per la mappa (che a sua volta richiede comunque della strategia e una buona coordinazione).

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Tutto ciò può rendere assai frustrante interpretare i "buoni", e riteniamo quindi che sia necessario fare qualche modifica alle tempistiche delle fasi iniziali per facilitare l'assorbimento delle meccaniche, o comunque fornire una sessione tutorial molto completa per assicurarsi che buona parte dei giocatori online comprendano le basi del gioco. Per carità, l'interfaccia è abbastanza cristallina, ma vista la complessità del tutto non crediamo basti.

Le belle idee ad ogni modo non mancano, ci teniamo a precisarlo: a inizio partita è ad esempio possibile anche terrorizzare i giocatori con la propria voce e un microfono, invece di settare le solite frasi automatiche da "cattivo stereotipato predefinito". Troviamo sia una trovata geniale nella sua semplicità, anche se abbiamo un po' di paura per gli eventuali psicopatici che potrebbero comparire online grazie a questa caratteristica.

In più, ci è piaciuta molto la diversificazione tra le quattro scelte, con Alex Wesker in grado di evocare molteplici mostri e un'enorme pianta carnivora dotata di un range impressionante, e Ozwell più concentrato sulla difesa delle telecamere e l'uso di marchingegni, laser, mine e mitragliatori. Molto piacevoli anche le abilità finali, come la pianta appena citata, e la possibilità di "possedere" i mostri attaccando attivamente, che può risultare devastante se coglie i sopravvissuti di sorpresa.

Probabilmente non avrebbe avuto la forza di reggersi sulle sue gambe in solitudine, ma Resident Evil: Resistance è comunque una gradita aggiunta, che ci ha divertito parecchio nei panni dei sadici Mastermind. Certo, riteniamo ci siano ancora un po' di ritocchi da fare al bilanciamento per assicurare un'esperienza altrettanto gradevole da entrambi i lati (e un po' di modifiche a comunicazione e accessibilità), ma si tratta comunque di una modalità con del potenziale, che potrebbe crescere oltre le nostre moderate aspettative se supportata da una community appassionata.

CERTEZZE

  • Interpretare i Mastermind è uno spasso
  • C'è parecchia tattica se i giocatori coinvolti sanno quel che fanno

DUBBI

  • Sistema poco intuitivo, che si sposa piuttosto male con le partite con matchmaking casuale
  • Essere un sopravvissuto non è altrettanto divertente