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Rustler, nuovo provato per la versione early access

Jutsu Games torna dopo un anno di distanza dall'alpha del suo Rustler con una versione early access tutta da gustare: GTA si sposta nel medioevo?

PROVATO di Emanuele Gregori   —   18/02/2021
Rustler
Rustler
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È passato esattamente un anno da quando vi abbiamo parlato della nostra prima, breve esperienza con Rustler. Ben noto anche come Grand Theft Horse, il titolo indipendente dei polacchi di Jutsu Games è stato in grado di far discutere parecchio di sé. La capacità di unire i due grandi amori del team: gli albori della serie GTA e l'ironia dei Monthy Python, è stata la formula vincente che ha permesso al progetto di raggiungere l'obiettivo prefissato per la campagna su Kickstarter e di andare avanti con i lavori.

Giusto recentemente su Steam è stata messa a disposizione del pubblico una versione demo di Rustler comprendente il prologo, ovvero poco meno di quel che avevamo potuto giocare lo scorso anno. Nel frattempo noi ci siamo portati avanti e abbiamo passato qualche ora in più nella versione in accesso anticipato che verrà rilasciata al pubblico proprio oggi: 18 febbraio 2021.

La storia di un Guy qualunque

Rustler: uno strano inseguimento medievale
Rustler: uno strano inseguimento medievale

Proviamo a racchiudere in pochissime righe il folle plot di Rustler. Nel frattempo vi consigliamo di recuperare anche il nostro precedente provato per avere altre considerazioni in merito.

Guy è un ragazzo pelato che vive in periferia, in un medioevo anacronistico e sopra le righe, fatto di cavalli della polizia con le sirene intermittenti e di parcheggi con le iconiche "P" disegnate sopra. Un mondo colmo di inquisizione, spade nella roccia, terratondisti, cavalieri del sacro graal che si rivelano una distilleria clandestina e chi più ne ha, più ne metta.

Rustler: Guy si risveglia dopo una sbronza
Rustler: Guy si risveglia dopo una sbronza

Se c'è qualcosa su cui davvero Rustler fa centro, limitando al minimo storico le sbavature, è proprio nella ricostruzione liberissima di un medioevo totalmente surreale, ma capace allo stesso tempo di farci sentire in un territorio dell'est Europa di un millennio fa.

Guy ha un solo obiettivo: diventare qualcuno e farsi un nome nella malavita. La sua è un'ossessione e sa che per essere davvero considerato un grande personaggio, dovrà partecipare e portare a termine il Gran Torneo. Su questo presupposto si muove l'intera campagna, longeva il giusto e inframmezzata da una serie di incarichi secondari che, seppur divertenti, tendono a diventare maledettamente ripetitivi quando necessari propedeuticamente all'avanzamento di quelli principali.

Rustler: la notte ha sempre il suo fascino
Rustler: la notte ha sempre il suo fascino

Nell'insieme la storia di Rustler si conferma il gioiello citazionistico che avevamo potuto notare già lo scorso anno, con ancor più elementi, con una nuova isola grande circa tre volte la precedente e con un adattamento in italiano che ci ha davvero sorpresi in positivo.

Gameplay ridotto all’osso

Rustler: l'adrenalina del ring
Rustler: l'adrenalina del ring

La sensazione l'avevamo già avuta a suo tempo, ma abbiamo deciso di partire senza pregiudizi. Se la parte puramente autoriale tende ad essere un forte punto a favore di Rustler, il gameplay ci ha sempre lasciato diversi dubbi. Purtroppo dopo un anno quei dubbi sono stati confermati e tutto in Rustler sa di approssimativo. All'atto pratico l'esperienza è divisa tra il classico giocazzeggio in giro per la mappa, che permette anche di prendere parte ad una manciata di lavoretti secondari come l'aratura dei campi, e la conclusione di una serie di incarichi, principali o secondari. In più di un'occasione i secondi diventa funzionali all'avanzamento dei primi, rendendo il tutto sufficientemente ripetitivo. Questa sensazione è alimentata anche da controlli e situazioni che spingono spesso ad errori banali o non voluti, con la noiosa conseguenza di dover ricaricare la partita e ricominciare la missione da capo. Se sommate a questa problematica la necessità di sorbirsi nuovamente sia i dialoghi (fortunatamente skippabili velocemente), così come caricamenti e eventi di gioco scriptati, ci si ritrova a perdere più tempo a rivedere le stesse cose, che a giocare missioni che richiedono pochi minuti di gameplay attivo per essere portate a termine.

Questi problemi vengono accentuati da un combat system che, esattamente come un anno fa, non fa certo gridare al miracolo per la sua profondità. Questi problemi derivano anche a soprattutto dalla mancanza di attenzione ai dettagli, alle collisioni, e alla volontà di omaggiare il passato, ma senza un occhio interessato al presente. Sappiamo bene infatti come i progetti vecchio stile meglio riusciti, sono quelli in grado di svecchiare meccaniche che oggi risulterebbero quasi anacronistiche e, in questo senso, ci riesce difficile accettare che ci si possa ancora incastrare tra due elementi dello scenario quasi impercettibili, ancor più con una visuale dall'alto. Soprattutto quando questo comporta l'essere tirati giù da cavallo dalla polizia e sbattuti i galera, perdendo tutto e dovendo ricaricare la partita.

Rustler: la vita di montagna in periferia
Rustler: la vita di montagna in periferia

A questo importante livello di approssimazione si aggiunge anche quello legato ai nuovi alberi di abilità, aggiunti grazie ad un goal della campagna di raccolta fondi e che stentiamo a credere che possano aver richiesto più di un paio di giornate di lavoro al team. Poche scelte, per di più esteticamente abbozzate e che si riducono all'aumento dei punti vita, alla riduzione del consumo della stamina, alla possibilità di raccogliere le cose andando a cavallo e poco più.

Dispiace davvero notare come i ragazzi di Jutsu Games abbiano speso così tanto nella riproposizione di situazioni e dialoghi esilaranti, lavorando magistralmente anche su una colonna sonora che mischia l'hip hop ai riarrangiamenti dei Queen, lasciando da parte la rifinitura di un gameplay che, in tutta onestà, non avrebbe richiesto neanche un grande occhio.

Rimangono una serie di situazioni divertente ed immediate, che però perdono mordente dopo una manciata di ore e che spingono a giocare solo per il carisma del mondo e per quello di Guy, al quale non si può non volere bene, quasi fosse una versione cresciuta e antesignana del protagonista di Bully.

Rustler si conferma l'interessante esperimento che avevamo già analizzato lo scorso anno. Lì dove l'aspetto puramente narrativo e citazionistico è capace di mettere d'accordo quasi tutti, è il gameplay raffazzonato, poco approfondito e per niente curato a lasciarci ancora diversi dubbi. L'ispirazione ai vecchi GTA deve rimanere tale e convivere con un avanzamento tecnologico che permetta di piazzare Rustler nell'Olimpo delle avventure top down. Così purtroppo non è, e il gioco fa di tutto per rendersi maledettamente frustrante, mettendo a dura prova la pazienza e la caparbietà del giocatore. Un punto di partenza sicuramente importante per Jutsu Games, che ora è chiamata a mantenere le promesse e a donare al pubblico la più genuina e ilare avventura alla Grand Theft Auto 2 sin dai tempi dello stesso indimenticabile gioco di Rockstar North.

CERTEZZE

  • Ilare e ultracitazionista
  • Lo spunto narrativo è esilarante
  • Scelte musicali che hanno del genio

DUBBI

  • Input lag ancora da migliorare
  • Tutto troppo approssimativo tecnicamente
  • Gestione dei checkpoint inesistente