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Sifu, l'anteprima con tutto quello che sappiamo sul nuovo gioco di Sloclap

Dalla storia alle peculiari meccaniche, fino alle ispirazioni cinematografiche: tutto quello che sappiamo su Sifu nella nostra anteprima.

ANTEPRIMA di Alessandra Borgonovo   —   17/07/2021

Seguendo la strada tracciata con Absolver, lo sviluppatore Sloclap ha sorpreso lo scorso febbraio annunciando un altro gioco a tema arti marziali che emana stile da ogni pixel: Sifu. Questo però è l'unico aspetto che li accomuna, poiché laddove Absolver poneva enfasi sul multiplayer, Sifu è invece un'esperienza per un solo giocatore incentrata sul percorso del protagonista per diventare maestro di kung fu. Non solo, il trailer di annuncio ci ha presentato un gioco fortemente ispirato al cinema: avete presente la scena d'apertura del corridoio? Non vi ricorda un certo Old Boy? L'originale del 2003, ovviamente, non il remake del 2013. Ecco, questo è soltanto uno, per ora il più evidente, richiamo al cinema da parte degli sviluppatori ma non mancano altri riferimenti in un gioco tanto lineare nel suo impianto narrativo quanto più singolare nel gameplay. Riepiloghiamo tutto quello che sappiamo su Sifu finora.

Una storia di vendetta


Sifu è un videogioco di arti marziali e, poiché è ispirato al cinema, la storia che racconta segue gli stessi dettami: nei panni del giovane protagonista studente di kung fu, cerchiamo vendetta dopo che la nostra famiglia è stata misteriosamente assassinata. All'interno di una città cinese fittizia daremo la caccia ai colpevoli, combattendo i nemici tanto nelle strade quanto negli enormi palazzi che formano lo skyline della città. Fin qui sembra tutto molto lineare e in effetti, narrativamente, lo è. A cambiare le carte in tavola, soprattutto in termini di gameplay, è il ciondolo magico indossato dal protagonista che lo protegge dalla morte. Ogni cosa però ha un prezzo: potremo vivere per combattere un altro giorno ma, in cambio, invecchieremo di un certo numero di anni ogni volta. La morte trova comunque una propria strada per venirci a prendere, solo più lunga, e con ogni rinascita diventiamo sì più vecchi ma anche più saggi, sbloccando nuove abilità lungo il percorso.

Assolvere la morte

Sifu, la vendetta del giovane protagonista non si fermerà davanti a nessuno
Sifu, la vendetta del giovane protagonista non si fermerà davanti a nessuno


Come spiegato da Felix Garczynski, Community Manager di Sloclap, dopo la pubblicazione di Absolver il team ha deciso di mettere a frutto l'esperienza maturata per dar vita a un gameplay ancora una volta legato alle arti marziali ma più innovativo. Questo li ha portati al concept di Sifu, un gioco d'azione in terza persona caratterizzato da intensi combattimenti di kung fu e in grado di restituire un'autenticità senza precedenti. L'ispirazione è ovviamente dovuta in larga parte alla passione per questa disciplina: il resto l'hanno fatto i film di arti marziali, che assieme sono stati la spinta decisiva nella costruzione di un'avventura coinvolgente, dal gameplay profondo e stimolante. E stimolante lo è davvero, Sifu, perché l'idea di non poter morire ma dover comunque pagare un enorme pegno per i nostri errori è proprio quello che stimola a un'esecuzione quanto più perfetta possibile. Non abbiamo alcun limite su come aprirci la strada verso i nostri obiettivi, potendo usare pugni, calci e qualsiasi altra arma improvvisata sia disponibile nelle immediate vicinanze.

Molto importante sarà il posizionamento nei confronti dell'ambiente circostante, ottenendo da quest'ultimo il maggior vantaggio possibile: sapendo di poter spingere i nemici giù per le scale o scaraventarli oltre un parapetto, è essenziale valutare a colpo d'occhio quale possa essere il punto migliore da sfruttare senza per questo farne la nostra unica linea di difesa. Non solo riflessi dunque, poiché anche l'improvvisazione gioca un ruolo chiave in questa esperienza dove la nostra vita potrà non essere in gioco sul momento ma lo diventerà sul lungo termine.

Sifu, la varietà delle ambientazioni sembra promettente
Sifu, la varietà delle ambientazioni sembra promettente

Quanto in là potremo spingerci, nel nostro ciclo di rinascita, prima che il corpo ci tradisca costringendoci a ricominciare da capo? Soprattutto, quanto la vecchiaia influenza le nostre capacità in combattimento, rivelandosi persino una scelta ideale per progredire in alcune fasi del gioco? Resteremo noi stessi, giovani studenti di kung fu, fino alla fine? O quando arriveremo al termine del viaggio avremo perso più di quanto avremo guadagnato? Dietro le apparenze di un gioco semplice e coinvolgente c'è più di quanto non appaia e non vediamo l'ora di testarlo con mano: seppur in ottica completamente diversa, anche in Sekiro: Shadows Die Twice la morte era una tappa necessaria per imparare. In Sifu la questione è più delicata. Arriverà un momento in cui, troppo vecchi per proseguire, dovremo iniziare un nuovo viaggio, ma l'idea che qualcun altro abbia sfruttato la rinascita come parte integrante dell'esperienza ci invoglia a giocarlo e metterci alla prova.

Ispirazioni cinematografiche e non

Sifu, la famosa scena del corridoio di Old Boy è uno dei tanti richiami al cinema
Sifu, la famosa scena del corridoio di Old Boy è uno dei tanti richiami al cinema

Come accennato e com'era ovvio già dal trailer di annuncio, Sifu è fortemente ispirato al kung fu e al cinema delle arti marziali. In un'intervista con IGN, i co-fondatori di Sloclap Pierre Tarno e Jordan Layani hanno citato la filmografia di Jackie Chan, immancabile quando si deve trattare il tema, The Prodigal Son del 1981 e altre pellicole come The Raid tra le fonti di ispirazione per il design di Sifu. Non è tutto, perché il gioco attinge anche dall'esperienza personale degli sviluppatori: Layani e altri membri del team praticano infatti Bak Mei Kung Fu, motivo per cui riusciamo già dai trailer a percepire un senso di autenticità.

La stessa idea di morte e rinascita va presa come una metafora, ispirata dalla filosofia del kung fu secondo cui la maestria si ottiene attraverso la pratica: in un gioco che vuole restituire il più possibile l'essenza del kung fu sarebbe stato stonato permettere ai giocatori di migliorarsi semplicemente leggendo un libro, come quasi sempre accade. La meccanica dell'invecchiamento vuole invece simboleggiare gli anni di pratica necessari per padroneggiare un'arte marziale. Un'idea che troviamo fantastica. Ci sono ancora tante incognite soprattutto dietro il sistema che regola la rinascita del protagonista, ad esempio se gli anni che passano saranno sempre gli stessi (a giudicare dall'ultimo trailer, no) e da cosa dipende un'eventuale discrepanza. O ancora, che tipo di esperienza otterremo a ogni rinascita, fino a che punto vale la pena "restare noi stessi" e soprattutto se il gioco non ci spingerà a dover invecchiare per riuscire a procedere in alcuni punti - cosa che sospettiamo, perché dopotutto non c'è esperienza senza crescita, e invecchiare dopo la "morte" è, in un certo senso, crescere. È una meccanica più sottile di quanto non sembri a un primo sguardo e nasconde tutta l'essenza di Sifu: se introdotta con il giusto equilibrio ci troveremo davanti un'esperienza unica, valorizzata da uno stile artistico che bilancia l'autenticità del gameplay con una resa più stilizzata del mondo del kung fu, offrendo un'estetica rigida e pittorica che ci ha già catturato. Una sorta di "speed painting" che abbini il linguaggio visivo al ritmo incalzante e adrenalinico del combattimento.

Sifu è un gioco che ha attirato fin da subito la nostra attenzione, non solo per l'autenticità che trasmette il suo sistema di combattimento ma, soprattutto, per la meccanica dell'invecchiamento che sembra essere un percorso obbligato nel corso dell'avventura. Stando alle parole degli sviluppatori, la padronanza avviene con la crescita e invecchiare, anziché morire, si fa metafora di questo concetto durante il viaggio di vendetta del protagonista. Pur essendo pensato per restituire al giocatore la sensazione di vestire i panni di un esperto di arti marziali, Sifu è anche progettato per essere un'esperienza che non fa sconti: durante la campagna dovremo far nostro un sistema di combattimento che viene descritto come incalzante e adrenalinico, che soprattutto attraverso i suoi cinque boss principali potrebbe mettere a dura prova i nostri riflessi e la nostra capacità di adattamento. Seppur dispiaciuti dal rinvio al 2022, è giusto lasciare agli sviluppatori il tempo necessario a sviluppare quella che ha le carte in regola per essere un'esperienza kung fu in grado di lasciare il segno.

CERTEZZE

  • Combattimento autentico, serrato e adrenalinico
  • Lo stile artistico si sposa bene con l'azione incalzante
  • La meccanica dell'invecchiamento è molto interessante...

DUBBI

  • ... ma bisogna vedere quanto sarà equilibrata nel gioco
  • Cinque boss significa una campagna relativamente breve?