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Silent Hill: The Short Message, sulla scia di P.T., senza lo stile di Hideo Kojima

Silent Hill: The Short Message vuole essere il manifesto delle nuove linee stilistiche della saga, un gioco gratuito che non ci ha convinti del tutto.

Silent Hill: The Short Message, sulla scia di P.T., senza lo stile di Hideo Kojima
PROVATO di Lorenzo Kobe Fazio   —   03/02/2024

Nell'industria dell'automotive le concept car sono auto che non vengono realizzate per essere vendute al grande pubblico. Si tratta di esemplari spesso unici, dei prototipi in tutto e per tutto, che vengono mostrati nelle fiere di settore o in eventi specifici allo scopo di anticipare soluzioni tecniche ed estetiche proposte dalla casa produttrice nei modelli futuri effettivamente commercializzati. In altri termini, le concept car sono come le demo dei videogiochi: un fugace scorcio su un prodotto futuro, inevitabilmente diverso, ma che al suo interno possiede comunque il DNA, le fondamenta di ciò che verrà realizzato e proposto in seguito.

Silent Hill: The Message è una sorta di concept game che lascia intravedere il nuovo corso di una saga la quale, a ben vedere, non ci regala un capitolo regolare completo dai tempi di Downpour, pubblicato nel 2012. Serviva una ripartenza, un primo passo che non solo ridesse lustro al nome, ma che aiutasse anche gli sviluppatori a (ri)calibrare strumenti comunicativi e tecnologici in vista di un rilancio che non può assolutamente fallire.

L'idea di un'esperienza gratuita, che rinvigorisse il clamore dei fan di lungo corso e al contempo instillasse curiosità nei neofiti, è indubbiamente vincente da ogni punto di vista. Non fosse che una strategia simile è stata cavalcata già nel 2014 da un illustre, illustrissimo predecessore, quel P.T. che ad oggi rappresenta uno dei più grandi rimpianti del mondo dei videogiochi.

Ingiusto e poco coerente che sia, il paragone tra i due prodotti è inevitabile e, alla luce di quanto provato dopo le due ore di gioco richieste per completarlo, Silent Hill: The Short Message ne esce con le ossa rotte. Ciò per fortuna, non equivale a dire che l'esperimento di Konami sia da ritenersi completamente fallito.

Silent Hill senza mistero

Il complesso in cui è ambientato Silent Hill: The Short Message si chiama Villa ed è l'unica ambientazione del gioco
Il complesso in cui è ambientato Silent Hill: The Short Message si chiama Villa ed è l'unica ambientazione del gioco

Silent Hill: The Short Message è un'avventura dalle tinte horror in prima persona, disponibile in forma gratuita sul PSN. Nel gioco vestirete i panni di Anita, una giovane adolescente in cerca della sua amica Maya, all'interno di un complesso abbandonato di una città tedesca preda dalla disoccupazione e dallo spopolamento. Il palazzo, ovviamente avvolto in una fitta nebbia, è il triste scenario di una lunga serie di suicidi e la protagonista, equipaggiata del solo smartphone, si risveglia di soprassalto in una stanza buia, senza sapere esattamente come sia finita lì dentro.

Sono le premesse di un viaggio introspettivo in cui il subconscio distorce la realtà, altera il tempo, dà forma ad una creatura raccapricciante che, come diremo meglio a breve, inseguirà la giovane in momenti specifici dell'avventura. Sulla carta Silent Hill: The Short Message introduce tematiche d'impatto, complesse, sfaccettate. Bullismo, abusi familiari, autolesionismo, suicidio per l'appunto, argomenti che nell'arco delle due ore di durata del gioco vengono indagati uno dopo l'altro, attraverso un filo conduttore globalmente coerente e coeso.

Silent Hill: The Short Message scioglie costantemente le metafore che crea, lasciando al giocatore ben poco da analizzare ed interpretare
Silent Hill: The Short Message scioglie costantemente le metafore che crea, lasciando al giocatore ben poco da analizzare ed interpretare

Senza entrare troppo nello specifico, la trama ha un suo fascino, riesce a recapitare il messaggio di fondo e si sviluppa con il giusto ritmo. Il problema, semmai, risiede nelle tecniche e modalità attraverso cui si snoda. Tiriamo in ballo P.T. per rendere più chiaro il concetto. Nell'opera di Kojima la coerenza di forma, una prima persona che solo nel finale veniva abbandonata, era piamente rispettata. Inoltre, fatto salvo per qualche breve linea di testo comunque inglobata nello scenario stesso, il dramma di Lisa lo si poteva ricostruire tramite indizi, stralci di conversazione, ipotesi costruite dall'utente stesso.

Silent Hill: The Message non doveva per forza riproporre gli stessi canoni estetici, beninteso. Eppure la scarsa efficacia narrativa rispetto al diretto predecessore, concedeteci la definizione, si palesa a più riprese. Tanto per cominciare l'alternanza tra prima e terza persona, nonché tra filmati col motore di gioco e altri dal vivo, crea un'inutile pluralità di linguaggi che non ha alcun rimando sul piano simbolico, né una reale valenza su quello registico. Qualcuno potrà apprezzare la commistione tra media, ma in generale le due anime di cui si alimenta la narrazione non si legano elegantemente l'una con l'altra.

Inoltre, a peggiorare il tutto, l'eccessiva tendenza ad interrompere il flusso del gameplay con scene interattive, nonché il progressivo e totale appiattimento del piano metaforico tramite conversazioni e documenti rinvenuti nello scenario estremamente didascalici che non lasciano praticamente spazio all'interpretazione, alla suspence, al mistero.

Difficile provare empatia per la protagonista di Silent Hill: The Short Message
Difficile provare empatia per la protagonista di Silent Hill: The Short Message

La traslazione di Silent Hill da luogo fisico a luogo dell'anima, dell'inconscio e della psiche, operato e in qualche modo ufficializzato in questo gioco, è un processo assolutamente condivisibile e apprezzabile. Purtroppo, sebbene giunti ai titoli di coda si constati il coraggio degli sviluppatori nell'aver affrontato temi delicatissimi come bullismo e suicidio, seppure si apprezzino certi passaggi del viaggio nella psiche tormentata di Anita, i veterani rimpiangeranno i toni, lo stile, le allegorie tratteggiate dai migliori capitoli della saga. Tutto è fin troppo chiaro e prevedibile per stimolare qualsiasi riflessioni e per sussurrare all'interiorità, persino alle ansie e alle paure del videogiocatore.

Ci si gode il viaggio, beninteso, ma spenta la console tutto finisce lì. Non prosegue oltre e dopo, come invece era accaduto con P.T. per l'appunto.

Lineare e poco spaventoso

Ogni scenario di Silent Hill: The Short Message è ricco di dettagli, ma il senso di costante oppressione e tensione dei vecchi capitoli è scarsamente veicolato
Ogni scenario di Silent Hill: The Short Message è ricco di dettagli, ma il senso di costante oppressione e tensione dei vecchi capitoli è scarsamente veicolato

Il confronto diretto con i migliori capitoli di Silent Hill, oltre che con P.T. stesso, è inopportuno anche sul piano ludico.

Anche da questo punto di vista, sia chiaro, The Short Message non doveva dimostrare niente a nessuno sulla carta. Non era forzatamente chiamato a riprendere stilemi e soluzioni del passato, tantopiù che, trattandosi di una sorta di nuovo inizio, vuole anzi prendere le distanze dal passato e tracciare un nuovo corso. Purtroppo però, più o meno consapevolmente, più o meno volontariamente, gli sviluppatori hanno imboccato lo stesso sentiero tracciato da P.T. innescando e convalidando un confronto in cui la creatura di HexaDrive tradisce l'assenza di un game designer brillante ed esperto come Hideo Kojima.

Al di là della prima persona, la struttura sommaria dell'esperienza ripropone lo stesso loop che distinse e caratterizzò la demo del 2014. Pur con uno scenario ben più ampio, per quanto non più elemento cardine del gameplay, anche Silent Hill: The Short Message imprigiona la protagonista in un labirinto la cui entrata ed uscita combaciano.

Purtroppo anche sul piano degli enigmi proposti, Silent Hill: The Short Message non si è distinto particolarmente
Purtroppo anche sul piano degli enigmi proposti, Silent Hill: The Short Message non si è distinto particolarmente

Il complesso abbandonato in cui sarete inizialmente prigionieri, si trasforma progressivamente nella scuola della protagonista, poi nella sua casa, con le sequenze d'intermezzo e i documenti rinvenuti chiamati a sviluppare la trama. Principalmente l'utente è esclusivamente chiamato ad esplorare e rinvenire foto, lettere e libri che sbloccano l'area successiva.

Lo smartphone che Anita stringe in una mano, purtroppo, ha una funzione totalmente secondaria ai fini ludici. Di tanto in tanto la protagonista riceverà ed invierà messaggi ad altre sue amiche, ulteriori schermate testuali che consentono alla trama di progredire e dischiudersi. Nei luoghi bui ne sfrutterà la torcia integrata.

Purtroppo il telefono non verrà utilizzato in alcun altro modo, il che è un vero peccato considerando l'evanescenza del comparto ludico di Silent Hill: The Short Message. Gli enigmi, tanto per cominciare, si contano sulle punte di una singola mano e basta osservare attentamente lo scenario per risolverli senza alcun problema.

La creatura che vi inseguirà nei labirinti di Silent Hill: The Short Message spaventa solo alla sua prima apparizione
La creatura che vi inseguirà nei labirinti di Silent Hill: The Short Message spaventa solo alla sua prima apparizione

Inoltre, in momenti specifici dell'avventura, verrete inseguiti dalla sopracitata creatura terrificante che se vi raggiungerà non vi lascerà alcuno scampo. In queste sezioni, il gioco richiama le fughe rocambolesche vissute in Shattered Memories. Dovrete muovervi di continuo e scoprire quale porta e corridoio conduce alla salvezza, orientandovi nei piccoli labirinti, senza mai farvi raggiungere dall'inseguitore.

L'idea potrebbe anche essere intrigante, ma spezza completamente la tensione dopo il primo labirinto superato con successo. Da una parte, infatti, diventa subito chiaro che, al di là di queste sezioni ampiamente anticipate e preannunciate, l'utente non corre alcun rischio. Dall'altra, banalizza ulteriormente l'esperienza, affidando agli spaventi il compito di inquietare.

Anche in questo caso, il confronto con P.T. è insomma impietoso. Kojima giocava con i rumori, con le ombre, con l'incertezza di quando, come e se Lisa sarebbe sbucata dall'angolo. Silent Hill: The Short Message, si accontenta di far saltare sulla sedia alla prima apparizione della creatura, ma si intuisce fin troppo facilmente che è un nemico prevedibile e relativamente lento.

Era fondamentale che Silent Hill: The Short Message ben figurasse. Non basta pensare che sia un contenuto gratuito per accettare un prodotto che chiaramente non brilla sotto l'aspetto narrativo e ludico. Non dopo P.T., tanto più. L'avventura di Anita propone una buona atmosfera, affronta tematiche delicatissime, ma rinuncia completamente a distinguersi sul piano della regia, della narrazione, del gameplay. Si tratta di un passatempo valido per gli amanti delle esperienze horror, ma laddove P.T. lasciava presagire un rilancio del brand con tutti i crismi, se dovessimo tracciare un bilancio ipotetico di quello che potrà essere Silent Hill nel futuro, a partire da quanto proposto da HexaDrive, non c'è molto per cui essere ottimisti. Il paragone con l'opera di Kojima non è del tutto a fuoco, né è obbligato, ce ne rendiamo conto, ma la scelta di certi elementi di gameplay lo rendono inevitabile nelle menti di chi ebbe il piacere su PlayStation 4. Silent Hill può e dovrà essere molto più di The Short Message.

CERTEZZE

  • Buona atmosfera
  • Tematiche delicate trattate con il giusto tatto

DUBBI

  • Trama fin troppo didascalica
  • Ludicamente non brilla in nessuno degli elementi proposti