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Starlink: Battle for Atlas, la prova della Gamescom 2018

Ubisoft sembra credere in Starlink molto più del previsto. Lo abbiamo provato per capire se la fiducia della casa sia giustificata o meno

PROVATO di Aligi Comandini   —   21/08/2018

È un ring difficile quello dei Toys to Life, una arena che ha visto ritirarsi colossi come Disney e Activision, nonostante una posizione nel genere all'apparenza inattaccabile. Eppure con tutte le difficoltà di produzione dei giocattoli, le vendite altalenanti, e le innumerevoli problematiche che insorgono ogni volta che si tenta di creare un prodotto videoludico di un certo livello per grandi e piccini, persino la caduta di due megacorporazioni dalle risorse immense non sorprende più di tanto. Ubisoft queste montagne da scalare deve averle per forza tenute in considerazione al momento della concettualizzazione di Starlink: Battle for Atlas, ma ha deciso comunque di continuare sulla sua strada, forte di un reparto "toys" sempre più abile (il merchandising dell'azienda ha fatto un balzo qualitativo enorme negli ultimi anni), e desiderosa di tappare la voragine che si è venuta a formare quando Skylanders e Disney Infinity si sono spenti. Starlink però ve lo abbiamo già descritto sulle nostre pagine, e fin dall'inizio ci è parso un progetto più ambizioso e curato di quelli sopra descritti, oltre che molto più complesso da un punto di vista di puro gameplay.

Fiducia nell'astronave

La casa francese ha dimostrato tutto il suo supporto per il titolo immediatamente durante la fiera di Colonia, dedicando a Starlink un evento a parte con la possibilità di testare a dovere il prodotto. Il focus della presentazione in realtà era la storia, con tanto di atto 1 a disposizione dei presenti, e una notevole libertà lasciata durante il secondo capitolo, ma oggi solo di quest'ultimo possiamo parlarvi, a causa degli embarghi. Più che sufficiente, ad ogni modo, per farsi un'idea ancor più precisa del gioco, che ha guadagnato nuovi eroi e mostrato i muscoli in molti aspetti (pur barcollando in altri). Partiamo però dai lati positivi, perché sono tanti e rendono Starlink - come abbiam già detto in passato - un titolo notevolissimo per qualunque ragazzino amante delle navi spaziali.

Starlink: Battle for Atlas, la prova della Gamescom 2018

Il gioco dopotutto vi mette alla guida di astronavi estremamente variegate, guidate da un nutrito cast di eroi (ognuno reso più unico da una specifica abilità di combattimento). Il gameplay è intuitivo, ma non basilare, e le battaglie si dividono in scontri spaziali e planetari, con comandi differenziati. Per intenderci, nello spazio l'astronave si controlla in modo molto simile alle fasi libere contro certi boss di Starfox 64, anche se con un marcato "magnetismo" dei proiettili che permette di colpire i nemici con facilità estrema, laddove sulla terraferma la capacità di fluttuare in ogni direzione delle navi rende il tutto più accomunabile a uno sparatutto in terza persona con un po' di inerzia nel movimento. Il sistema non è però puramente action: vi sono elementi GDR significativi, legati ad upgrade delle navi, alberi delle abilità passive degli eroi, e a un sistema di debolezze elementali dei mostri, con quest'ultimo che indica comodamente le armi più utili per disintegrare l'avversario del momento prima delle battaglie.

Allergia ai pezzi di plastica

Le debolezze aumentano sensibilmente l'elemento tattico del gameplay, ma spingono anche alla sostituzione costante delle armi (una cosa probabilmente voluta per portare i giocatori a recuperare collezioni complete delle bocche da fuoco per le loro navicelle). È per certi versi una soluzione simile ma nettamente meno limitante delle parti di mappa bloccate viste in Skylanders, che qui vengono riproposte solo sotto forma di porte speciali apribili con determinate combinazioni di elementi (non che ce ne sia grande varietà, quindi è difficile rimanere davvero "bloccati" per la mancanza di un lanciafiamme o simili). Aggiungete la possibilità di usare armi e velivoli anche senza bisogno del pezzo corrispondente, e otterrete una struttura meno orientata verso il facile guadagno rispetto ai prodotti di Activision e Disney.

Starlink: Battle for Atlas, la prova della Gamescom 2018

Non che la spinta all'acquisto non ci sia: le navicelle sono molto diverse tra loro, sia per velocità che per resistenza, e i poteri dei singoli eroi offrono notevoli vantaggi contro alcune minacce, che spingono a variare spesso strategia e composizione. Insomma, il gioco dà il meglio di sé quando si ha a disposizione una collezione di navi, armi personaggi, ma resta comunque godibile anche con un set base, perché privo di seri blocchi nella progressione. I difetti? La ripetitività: alla base Starlink è ambizioso, ha una storyline complessa, molte quest e la posssibilità di viaggiare di mondo in mondo senza troppe difficoltà, ma non vanta la varietà dei tripla A più recenti, portando il giocatore a completare una lunga lista di battaglie e fetch quest classiche ( anche se abbiam provato solo l'inizio del titolo e la qualità degli atti avanzati è tutta da stabilire). Preso come prodotto per i più giovani, comunque, il lavoro fatto è a tratti impressionante, e siamo curiosi di vedere se possa crescere ulteriormente.

Starlink è una sfida difficile per Ubisoft, che la casa francese sembra voler affrontare con l'arma della qualità a qualunque costo. Il suo target è chiaro, ma la mole di contenuti e la cura per ogni singolo dettaglio del titolo dimostrano la volontà del team di sviluppo di creare un prodotto nettamente superiore ai suoi defunti concorrenti, pensato per riportare in vita i Toys to Life con un colpo di coda inaspettato. Le qualità ci sono, ora non resta che capire se stiamo osservando la nascita di un universo o una semplice supernova.

CERTEZZE

  • Curatissimo e ricco di contenuti
  • Gameplay accessibile ma variegato e divertente

DUBBI

  • Quest abbastanza "classiche" ripetitive sul lungo andare