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Steam Deck: le prime impressioni a caldo sul PC-console portatile di Valve

Un'intensa due giorni con Steam Deck ci ha permesso di approfondire la nostra conoscenza del PC-console portatile di Valve: ecco le nostre prime impressioni a caldo

PROVATO di Pierpaolo Greco   —   17/04/2022

Mentre l'America e una parte dell'Europa hanno ormai potuto mettere le mani con relativa tranquillità sullo Steam Deck, qui in Italia siamo ancora disperatamente in attesa di ricevere i primissimi sample del chiacchierato e interessante PC-console creato e prodotto da Valve. Se si escludono, infatti, una manciata di giocatori abbastanza rapidi da riuscire a rientrare nel primo gruppo di spedizioni, siamo praticamente tutti in attesa che la società di Half-Life e Steam sblocchi un nuovo gruppo di device e cominci finalmente a distribuire il prodotto anche a chi rientra nel gruppo Q2 dei pre-order.

Noi stessi di Multiplayer.it siamo stati alla disperata ricerca per settimane del modo migliore per poter toccare con mano e soprattutto poter analizzare e quindi recensire questo anomalo pezzo di hardware che punta a conquistare una fetta di mercato molto peculiare. Una zona grigia che in qualche modo rappresenta l'anello di congiunzione tra computer e console: Steam Deck potrebbe essere considerato concettualmente un incrocio tra un mini-PC, un tablet e un ultrabook viste le sue dimensioni portatili, l'assenza di una tastiera fisica e la presenza di uno schermo, ma allo stesso tempo è chiaro che la sua idea di usabilità è mutuata dalle console e in particolare dalla regina di quelle portatili, Nintendo Switch.

Bisogna poi sottolinearlo: Steam Deck non è certo il primo esperimento di questo tipo, tra AYA NEO e OneXPlayer, abbiamo già visto altri esponenti che puntano a conquistare questa "nicchia" di mercato, ma è indubbio che il prodotto di Valve abbia una marcia in più a partire da un prezzo di partenza incredibile, l'uso di componentistica studiata specificatamente per potenziare questa macchina e una gestione software che si basa sulla più importante piattaforma di digital delivery PC, praticamente il monopolista del settore: Steam.

Quando comincierà una distribuzione massiccia di Steam Deck?
Quando comincierà una distribuzione massiccia di Steam Deck?

Dopo mesi di attesa abbiamo finalmente avuto l'occasione di passare del tempo intenso con il Deck: una due giorni che ci ha permesso di prendere confidenza con il dispositivo, usarlo in ogni minuto libero e ritrovarci così a poter smentire o confermare quelle impressioni d'uso che molte testate internazionali hanno a lungo sciorinato nelle scorse settimane.

Potete infatti considerare questo articolo come una specie di hands-on con il device, un primo contatto che abbiamo scelto di declinare in un articolo duale: da un lato gli elementi che ci hanno convinti e dall'altro tutti quegli aspetti che invece ci hanno lasciati interdetti. Ma questo è chiaramente solo un primissimo assaggio per mitigare l'attesa che ci separa dalla nostra recensione di Steam Deck: quello sarà il reale pezzo di approfondimento che, dopo tutte le analisi del caso, potrà definitivamente sancire il valore della macchina di Valve.

Caratteristiche hardware

Steam Deck in tutto il suo splendore
Steam Deck in tutto il suo splendore

Prima di entrare nel dettaglio dei nostri ci piace / non ci piace, vogliamo raccontarvi ancora una volta cos'è Steam Deck, cosa c'è al suo interno e perché questi due elementi sommati insieme lo rendono un prodotto decisamente atipico.

Per capire appieno le potenzialità di Steam Deck bisogna rendersi conto del suo particolare posizionamento sul mercato: il device di Valve è, a tutti gli effetti, un PC, ma il suo form factor e la configurazione software con cui si presenta nelle mani dell'acquirente, lo rendono in termini di esperienza d'uso e soprattutto di ergonomia, una console portatile con un design che può ricordare a colpo d'occhio Nintendo Switch, pur con tutte le differenze del caso.

All'interno della scocca troviamo una APU prodotta da AMD con l'obiettivo di andare incontro alle specifiche esigenze di Valve. Il SoC è quindi composto da una CPU quad core con 8 thread basata su architettura Zen 2 in grado di raggiungere i 3,5 GHz di clock in boost e da una GPU con 8 compute unit costruita intorno alla tecnologia RDNA 2 capace di viaggiare a 1,6 GHz in boost clock e in grado di tirare fuori 1,6 TERAFLOPS di potenza bruta nei calcoli in virgola mobile a 32 bit. Il tutto è circondato da 16 GB di RAM di tipo LPDDR5 con 5500 MT/s di transfer rate e da uno spazio variabile da 64 a 512 GB a seconda del modello.

Sul mercato troviamo infatti 3 varianti di Steam Deck che differiscono solo ed esclusivamente in funzione della capienza della memoria e della tecnologia utilizzata per il collegamento di questa con la scheda madre (e anche per una manciata di accessori secondari inclusi nella confezione). L'entry level costa 419€ e presenta 64 GB di spazio con chip eMMC e collegamento PCI express 2.0; arrivando a 549€ di spesa si può acquistare il modello con 256 GB di spazio alloggiati su un SSD di tipo NVMe e PCIe 3.0; infine il modello di punta costa 679€ e presenta 512 GB di SSD NVMe sempre PCI express 3.0 ma con prestazioni superiori rispetto alla variante precedente. In tutti i casi il modulo di memoria sfrutta il socket 2230 m.2, ma non sembrerebbe essere saldato su scheda madre anche se Valve sconsiglia vivamente la sostituzione da parte dell'utente. Troviamo però anche uno slot per le schede microSD che dovrebbe garantire una certa espandibilità a discrezione del possessore senza che questa vada a minare sensibilmente le prestazioni.

L'altro elemento fondamentale di Steam Deck è chiaramente il suo display: un LCD di tipo IPS da 7 pollici con risoluzione 1280 x 800 (ovvero 720p con rapporto 16:10), frequenza di aggiornamento di 60 Hz e luminosità dichiarata di 400 nit. Lo schermo è touch e presenta una calibrazione in grado di rendere più leggibili i testi, considerate le ridotte dimensioni della superficie di visualizzazione.

A completare il tutto troviamo poi ogni tipo di collegamento wireless con Bluetooth 5.0, Wi-Fi 2,4 e 5 GHz, 2 altoparlanti per offrire audio stereo, doppi microfoni per l'acquisizione della voce del giocatore e una certa riduzione del rumore ambientale, una quantità enorme di pulsanti per gli input, attacco minijack per auricolari e una singola porta USB-C 3.2 Gen2 che funge sia da collegamento elettrico che come output DisplayPort 1.4 con supporto fino alla risoluzione 8K a 60 Hz.

Considerato poi che Steam Deck è, a tutti gli effetti, un device portatile, cruciale è la sua autonomia: Valve dichiara una forbice incredibilmente larga di 2-8 ore di longevità grazie a una batteria da 40 Wattora che può essere ricaricata attraverso l'alimentatore da 45 Watt incluso nella confezione. Allo stesso tempo il sistema è in grado di lavorare su un wattaggio che passa da un minimo di 4 Watt a un massimo di 15 Watt, con l'obiettivo di tenere a bada il più possibile i consumi e, chiaramente, il riscaldamento del sistema.

Tutto questo ben di Dio ha un rovescio della medaglia che vi spiegheremo meglio nel corso delle nostre considerazioni: Steam Deck è particolarmente grande con i suoi 30 cm di larghezza e 12 centimetri di altezza, senza contare i 669 grammi di peso. Un volume di cui bisogna tenere conto soprattutto alla luce del suo form factor che dovrebbe inneggiare alla portabilità.

Scheda tecnica di Steam Deck

  • SoC: APU AMD
    • CPU: Zen 2 4c/8t, 2,4-3,5GHz (fino a 448 GFlops FP32)
    • GPU: 8 RDNA 2 CU, 1,0-1,6 GHz (fino a 1,6 TFlops FP32)
    • Potenza dell'APU: 4-15 Watt
  • RAM: 16 GB di RAM LPDDR5 (quattro canali da 23 bit, 5500 MT/s)
  • Memoria:
    • eMMC da 64 GB (PCIe Gen 2 x1)
    • SSD NVMe da 256 GB (PCIe Gen 3 x4)
    • SSD NVMe ad alta velocità da 512 GB (PCIe Gen 3 x4)
  • Display:
    • 7 pollici di tipo LCD IPS Touch
    • Risoluzione 1200 x 800
    • Frequenza di aggiornamento 60 Hz
    • Rapporto di aspetto 16:10
    • Luminosità 400 nit
  • Sensori: Giroscopio, IMU a 6 assi, Sensore di luce ambientale
  • Connessione:
    • Bluetooth 5.0
    • Wi-Fi dual-band, 2,4 GHz e 5G Hz, 2 x 2 MIMO, IEEE 802.11a/b/g/n/ac
  • Audio:
    • Stereo con DSP incorporato
    • Doppi microfoni
  • Porte:
    • Jack cuffia/auricolari stereo da 3,5 mm
    • USB-C 3.2 Gen 2 con DisplayPort 1.4 fino a 8 K a 60 Hz o 4K a 120 Hz
  • Alimentazione: caricatore USB-C da 45 Watt
  • Batteria: 40 Wattora per 2-8 ore di gioco
  • Slot microSD: UHS-I supporta SD, SDXC e SDHC
  • Dimensioni: 298 mm x 117 mm x 49 mm
  • Peso: 669 grammi
  • Sistema operativo: SteamOS 3.0 (basato su Arch) e Desktop KDE Plasma
  • Prezzo:
    • Versione con 64 GB eMMC: 419€
    • Versione con 256 GB SSD NVMe: 549€
    • Versione con 512 GB SSD NVMe: 679€

Cosa ci piace di Steam Deck

Pierpaolo alle prese con Steam Deck
Pierpaolo alle prese con Steam Deck

Ed entriamo finalmente nel vivo della nostra esperienza d'uso partendo dagli elementi che maggiormente ci hanno convinto di Steam Deck: tutti quegli aspetti che ci hanno colpito positivamente del device targato Valve e che, di fatto, lo rendono un qualcosa di davvero peculiare e unico nel panorama PC e console.

Lo schermo

Il primo elemento che ci ha lasciato un'ottima impressione è anche quello che si nota immediatamente appena si accende Steam Deck: il suo schermo. Complici una densità di pixel di appena 215 PPI e una cornice nera fin troppo abbondante, eravamo rimasti abbastanza interdetti sulle prime, ma in realtà una volta avviati i giochi ci siamo dovuti ricredere con grande rapidità.

Il display è luminoso quanto basta per essere visibile in gran parte delle situazioni d'uso abituali anche e soprattutto in mobilità grazie al rivestimento anti-riflesso integrato nel modello massimo, quello che abbiamo avuto a disposizione. Inoltre restituisce un'eccezionale qualità in merito alla resa dei colori: pur non avendo potuto svolgere dei test di calibrazione e calcolo del gamut, è evidente come il bilanciamento delle tonalità e la resa della gamma di luminosità e contrasto siano in grado di restituire un ottimo colpo d'occhio davanti ai titoli più "colorati": da Hades a Cyberpunk 2077 passando per la visione di film e serie in streaming, Valve Deck offre un eccellente impatto visivo che ci ha lasciati piacevolmente colpiti.

Certo, è evidente che i 7 pollici siano un limite quando ci sono molti testi da leggere, finestre da navigare o piccoli elementi su schermo che vanno centrati a colpi di touch, e magari recuperare quel pollice abbondante della cornice avrebbe aiutato, ma per essere la primissima iterazione del device, non possiamo che ritenerci soddisfatti di quanto prodotto da Valve. Ah, come nota a margine, ci sentiamo molto convinti a consigliarvi proprio la versione top del dispositivo se pensate di passare gran parte del vostro tempo all'aperto in condizioni di luce molto elevata: il rivestimento anti-riflesso può essere un optional da non trascurare.

Le prestazioni

Complice la granularità delle opzioni a disposizione del giocatore di cui parleremo poco più avanti, in combinazione con gli usuali settaggi a cui ci hanno abituato 30 anni di gioco su PC, Steam Deck riesce a offrire un livello prestazionale talvolta persino sbalorditivo. Su questo fronte è davvero difficile criticare il lavoro di design e ottimizzazione dell'hardware operato a 4 mani da Valve e AMD e l'uso di uno schermo con risoluzione 720p è davvero la ciliegina sulla torta per puntare alla massima fluidità senza appesantire eccessivamente CPU e GPU.

Chi è abituato a giocare su Nintendo Switch e, dopo decine e decine di indie e multipiattaforma si è ormai rassegnato a qualità grafiche sottotono e frame rate estremamente altalenanti, poter all'improvviso godersi un Lego Star Wars: La Saga degli Skywalker senza compromessi, un Hades spaventosamente fluido e persino un Elden Ring con una qualità di rendering di alto livello, può rimanere addirittura sconcertato. In un attimo ci si rende conto che il compromesso a cui ci ha costretti Switch ci aveva assuefatto ed effettivamente c'è una possibilità alternativa per godersi del gran gameplay senza rinunce grafiche (a patto di essere in grado di rassegnarsi alla mancanza delle esclusive Nintendo, ovviamente).

Davvero, sul fronte delle prestazioni Steam Deck è una grande sorpresa.

Le molteplici opzioni di configurazione

Un altro aspetto che abbiamo davvero adorato di Steam Deck, dando spazio alla nostra nomea di PCisti incalliti, è la grande abbondanza di opzioni di configurazione con cui poter adattare il device alle nostre specifiche esigenze e, addirittura, alle condizioni d'uso del momento.

Attraverso un menu a comparsa che è possibile richiamare con il tasto Menu, è sempre possibile impostare al volo un limitatore del frame rate a 60/30/15 FPS, agire sul TDP totale del sistema da un minimo di 4 Watt al massimo teorico di 15 Watt, limitare la frequenza di clock della GPU e attivare varie modalità di upscaling per ridurre la risoluzione di rendering e liberare ulteriore potenza di calcolo. Agire su questi parametri dà risultati istantanei con importanti ripercussioni sulla durata prevista della batteria: vi rendete conto che il vostro viaggio dura più del previsto e vi è rimasta poca autonomia? Abbassate il frame rate a 30 FPS e magari riducete anche a mano il TDP ed ecco che in un attimo potreste riuscire ad aumentare anche del 50% la longevità residua. Volete giocare al massimo della disponibilità perché siete in casa e una spina è sempre a portata di mano? Allora sbloccate tutto e buon divertimento.

Steam Deck permette di giocare praticamente senza compromessi grafici
Steam Deck permette di giocare praticamente senza compromessi grafici

Come se questo non bastasse, per i veri feticisti dei benchmark sempre attraverso il medesimo menu è anche possibile abilitare un overlay di Steam con le prestazioni mostrate in tempo reale in alto a sinistra sullo schermo. Ma l'elemento davvero incredibile è che questo overlay offre 5 diversi settaggi per determinare la profondità dei valori mostrati: dal semplice numero con gli FPS a uno spaccato per singolo core del clock e del wattaggio consumato. Sì, sappiamo già dove si rischia di andare a parare davanti a tutte queste impostazioni e valori e difatti c'è un rovescio della medaglia di cui vi parleremo nella seconda parte dell'articolo. Però è indubbio che poter gestire così di fino la propria console portatile è un qualcosa a cui non siamo abituati. E che ci fa piacere.

Sì, è una console

Sembra una stupidaggine, ce ne rendiamo conto, ma questo dibattito va ormai avanti fin da quando Steam Deck è stato annunciato. Dal nostro punto di vista sarebbe semplicemente ridicolo valutare il device di Valve come se fosse un PC di dimensioni ridotte, una via di mezzo tra un mini computer e un ultrabook. È chiaro che è anche questo, ma prima di tutto conta l'esperienza d'uso e quello che il Deck vuole emulare e simulare è un utilizzo a mo' di console. Portatile. E su questo fronte, il pezzo di hardware della compagnia di Steam fa esattamente quello che promette: è relativamente facile da utilizzare, è stabile, offre un'interfaccia utente focalizzata sull'avvio dei videogiochi e soprattutto assolve a una specifica funzione: serve a giocare. Quasi in modo esclusivo.

Purtroppo rimangono una lunga serie di evidenze che tradiscono l'anima PC del device (e la presenza costantemente in background di Steam con le sue procedure di installazione e configurazione) e di questo parleremo più avanti, ma è indiscutibile che in termini di funzionamento, la sua specificità è tutta relativa alla possibilità di far girare dei videogiochi senza troppe complicazioni.

E, tra l'altro, proprio le sue radici gli permettono di essere quel qualcosa in più che, purtroppo, Switch non riesce ancora a essere: un device che offre della multimedialità. Se siete in movimento e vi volete prendere una pausa da Street Fighter V, potete tranquillamente aprire il desktop e navigare su qualsiasi sito web, dare un'occhiata a YouTube o lanciare un film su qualsiasi piattaforma di streaming. Ah, e se pure la configurazione è ancora estremamente farraginosa, potete tranquillamente far partire la versione cloud del Game Pass trasformando in un attimo Steam Deck nel migliore device per giocare in mobilità a qualsiasi cosa presente nel servizio Microsoft.

Un dettaglio dei pulsanti posteriori e della griglia di aspirazione
Un dettaglio dei pulsanti posteriori e della griglia di aspirazione

Ma in fin dei conti rimane un PC

Forse questo paragrafo, l'ultimo in cui mettiamo in evidenza gli aspetti che ci hanno convinto di Steam Deck, rappresenta già un punto di confine tra il bene e il male incarnati dal device Valve. Perché il Deck è anche, in fin dei conti, un PC e questo può essere un elemento positivo per molteplici aspetti. Lo SteamOS 3.0 con il desktop KDE Plasma sempre avviabile in background è proprio quello che gli permette di svolgere quelle funzioni che abbiamo descritto nel paragrafo precedente: ci puoi navigare, vedere roba in streaming, persino lavorare se cominci a munirti di mouse e tastiera esterni e riesci a fare i conti con il piccolo schermo (oppure lo usi come base di una postazione desktop).

E chiaramente, se avete voglia di mettere le mani in profondità, è possibile installare Windows 10, lanciarsi sugli emulatori e fare tutto quello che vi passa per la testa, con quella classica dinamica d'uso che caratterizza da sempre il mercato PC. Se non prendiamo troppo in considerazione la potenza bruta della macchina e la sua dipendenza da una batteria, davvero possiamo ammettere che Steam Deck non ha limitazioni.

C'è però anche un rovescio della medaglia davanti a tutta questa libertà; il classico dualismo che i PCisti conoscono bene: da grandi poteri derivano grandi responsabilità che su PC si traducono nella necessità di perdere del tempo su configurazioni, impostazioni e dinamiche che allontanano pericolosamente Steam Deck dal suo aspetto "consolaro". È bellissimo poter fare qualsiasi cosa, ma ogni tanto uno vorrebbe solo far partire un gioco al volo, senza preoccuparsi di nient'altro. E forse siamo ancora lontani dal raggiungimento di questo obiettivo.

Cosa non ci piace di Steam Deck

Un dettaglio della croce digitale e del trackpad, uno dei talloni d'Achille di Steam Deck
Un dettaglio della croce digitale e del trackpad, uno dei talloni d'Achille di Steam Deck

Abbiamo volutamente concluso il precedente paragrafo con un tono amarognolo perché la due giorni in compagnia di Steam Deck non ci ha regalato soltanto gioia e piacevolezza, ma ci ha confermato tutta una serie di dubbi che già nutrivamo in funzione dei primi hands-on e poi delle recensioni apparse online. Il device di Valve è un eccezionale primo tentativo, ma si porta in dote moltissimi peccati di gioventù anche dovuti a una certa perdita di focus nel disegnare alcuni aspetti della macchina. Ed è potenziato da un sistema operativo ancora troppo giovane.

La qualità costruttiva

Se l'interno della console sembra essere praticamente esente da difetti, o comunque evidenzia l'ottima collaborazione tra Valve e AMD, è nella costruzione della scocca e in particolare dei suoi sistemi di input che non ci sentiamo di poter gridare al miracolo.

La macchina offre una quantità enorme di pulsanti: una croce digitale, due analogici con click, 4 pulsanti frontali, 2 trackpad, 4 bottoni posteriori, 2 dorsali, 2 grilletti e 2 pulsanti per i menu. Il tutto corredato da un paio di motori per la gestione della vibrazione aptica. In tutto questo ben di dio qualcosa è riuscito meglio e qualcosa denota invece una necessità di risparmiare. Pur apprezzando l'uso della vibrazione per simulare il feedback e la rumorosità di una tastiera meccanica quando si utilizza quella virtuale dell'interfaccia Steam, è indubbio che la vibrazione di Steam Deck sia particolarmente limitata, probabilmente a causa di un errato rapporto tra potenza dei motorini e la consistenza del device.

Ma sono in particolare i 2 trackpad ereditati dal compianto Steam Controller che ci hanno davvero lasciati interdetti. Nonostante fossimo arrivati preparati anche a causa delle numerose recensioni del device, non ci aspettavamo di trovarci di fronte a due sistemi di input così poco precisi, poco reattivi e poco piacevoli da utilizzare. Non solo bisogna prendere le misure con queste superfici per riuscire a muoversi con la giusta sensibilità tra i menu quando li si utilizza per simulare il puntatore del mouse, ma svolgere operazioni che richiedono il click lascia talvolta persino infastiditi per un feeling tattile veramente poco piacevole.

L'ergonomia

Direttamente connessa a quanto detto poco sopra è l'ergonomia di Steam Deck. Tra l'altro criticabile in due aspetti. Da un lato c'è quello ovvio: il Deck è un device grande, enorme per chi è abituato a Nintendo Switch, ma lo è persino in confronto ad alcuni tablet che presentano, se non altro, una presa più ragionata in funzione dell'uso concreto. I 669 grammi affiancati a una larghezza di quasi 30 cm restituiscono con forza l'idea di un device ingombrante, davvero gigantesco e in questo senso non aiuta neanche la custodia ufficiale rinforzata che contribuisce a dare un volume generale alla macchina che la renderà persino scomoda da portare se, ad esempio, avete uno zainetto piccolino, adatto a un portatile da 13 pollici per intenderci.

I pulsanti superiori di Steam Deck sembrano scomodi, ma in realtà sono solo anti-estetici
I pulsanti superiori di Steam Deck sembrano scomodi, ma in realtà sono solo anti-estetici

Questa mole ha, tra l'altro, ripercussioni sull'utilizzo della console in condizioni tipiche del gioco in mobilità: mentre si è distesi nel letto, sul water, magari in piedi nella metro o nell'autobus e così via. In tutte queste situazioni basteranno pochissimi minuti per percepire prima un affaticamento dei polsi e poco dopo il classico formicolio sulle ultime 2-3 dita delle mani a causa dell'addormentamento degli arti. Diciamo che l'unica posizione davvero comoda per usare Steam Deck è seduti con gli avambracci poggiati su una superficie rigida. Se questo non è possibile, aspettatevi di fare continue e frequenti pause durante le sessioni di gaming per non perdere la sensibilità delle mani.

Il secondo malus relativo all'ergonomia è il posizionamento dei pulsanti. Dobbiamo dire che i bottoni risultano molto più comodi del previsto nonostante il loro posizionamento così vicino al lato superiore della macchina che si dimostra essere solo anti-estetico. Il problema è però relativo alla combinazione tra i pulsanti frontali e quelli posteriori che sembra essere stato pensato senza riflettere adeguatamente sulle reali dimensioni delle mani umane.

È abbastanza difficile da spiegare a parole, però durante la nostra prova e nonostante le nostre mani grandi, abbiamo notato che se si impugna il Deck in modo tale da utilizzare con comodità gli analogici e i 4 pulsanti frontali, si percepisce che per qualche millimetro i 4 bottoni speciali sul retro risultano scomodi da raggiungere obbligando a delle strane torsioni delle mani. Se invece si impugna lo Steam Deck per raggiungere agilmente proprio la parte posteriore, allora ci si renderà conto che ABXY risultano più in basso del necessario, restituendo una sensazione di comodità solo parziale.

Lo stato del sistema operativo

Pur riconoscendo il grandissimo lavoro svolto da Valve in merito al suo SteamOS 3.0 è chiaro da tantissimi, piccoli elementi che siamo ancora molto lontani da un software e un'interfaccia utente paragonabili a quanto visto su console. Passare dai menu relativi ai giochi al desktop obbliga ogni volta a un riavvio del device, per quanto automatico, e quando si prova a utilizzare il Deck proprio nella sua modalità simil-Windows risulta immediatamente evidente che l'esperienza d'uso è ancorata a quella di un normale PC con mouse, tastiera e monitor di generose dimensioni.

I testi sono piccoli, le aree di interazione sono microscopiche, non c'è alcun tipo di artificio o scelta di design che vada incontro alle peculiarità del device di Valve e la sensazione è di trovarsi di fronte a una mod applicata su un normale sistema operativo per computer. Mod tra l'altro, non studiata per sfruttare a dovere il touch e la ridotta area visiva.

Il trackpad di Steam Deck può essere utilizzato come un mouse nella modalità desktop
Il trackpad di Steam Deck può essere utilizzato come un mouse nella modalità desktop

Per non parlare di un elemento che ci ha letteralmente fatto esplodere la testa: come si fa a non mettere il pop-up automatico della tastiera digitale ogni volta che si apre un campo di testo? Tra l'altro con un device che ormai è sul mercato da più di 2 mesi? E invece ci siamo dovuti armare di santa pazienza, fare un paio di ricerche online e finalmente scoprire l'assurda combinazione di tasti necessari a farla apparire.

Per fortuna che, se non altro, quando il device è in modalità gioco tutto è molto più ottimizzato e curato, per quanto ancora lontano dalla nostra idea di esperienza d'uso adatta ai neofiti.

Non è user friendly

Avete presente quell'appesantimento delle interfacce di PlayStation e Xbox che abbiamo visto avvenire di generazione in generazione per andare incontro al potenziamento delle capacità multimediali delle varie console? Oppure alcuni ambiti del sistema operativo di Nintendo Switch che sembrano richiedere un po' troppi touch e click per raggiungere velocemente quella funzionalità che si vuole attivare al volo? Ecco Steam Deck è tutto questo all'ennesima potenza.

Perché mi devi chiedere quale versione lanciare tra DirectX e Vulkan per un gioco certificato Steam Deck? Perché mi devi mostrare la procedura di installazione delle librerie aggiuntive e dei toolkit quando lancio per la prima volta un gioco? Perché devo impazzire per trovare il menu che mi permette di formattare una microSD nuova di zecca e renderla compatibile con Steam Deck senza farlo in automatico la prima volta che la inserisco? Bastano pochissime ore con Steam Deck per rendersi conto della schizofrenia che ha portato Valve a rendere la macchina non perfettamente adatta né al classico utente console né al PCista tutto d'un pezzo.

Per esempio è bellissimo avere tutte quelle opzioni a disposizione per ottimizzare con il massimo della granularità le impostazioni relative all'autonomia (abbiamo messo questa cosa addirittura tra gli elementi positivi del Deck) ma, allo stesso tempo, perché non mettere 3 belle impostazioni gigantesche e immediatamente visibili che ci permettano di optare tra massime prestazioni, massima autonomia e impostazione bilanciata?

Insomma Steam Deck è tanto cara e bella, ma di certo non è user-friendly.

Il pulsante menu è utilissimo durante una partita perché consente di configurare al volo Steam Deck
Il pulsante menu è utilissimo durante una partita perché consente di configurare al volo Steam Deck

L'autonomia

Qui vogliamo subito mettere le mani avanti: per avere un giudizio approfondito e decisamente più sensato dovrete attendere la recensione completa di Steam Deck che arriverà nei prossimi giorni, però allo stesso tempo non possiamo fare a meno di dire la nostra sull'autonomia della macchina anche dopo poche ore di utilizzo. La nostra due giorni in compagnia della macchina ci ha lasciato in testa una grande convinzione: di fronte alle dichiarazioni di Valve su un'autonomia compresa tra le 2 e le 8 ore ci sentiamo di dire che l'uso reale porta il Deck molto più vicino al limite inferiore che a quello superiore. Soprattutto se scegliamo di usare la console per giocare e non vogliamo obbligarci a sperimentare sostanziali limitazioni di frame rate.

Ora è chiaro che poter giocare anche solo 2 ore a Elden Ring o Cyberpunk 2077 o Forza Horizon 5 mentre siamo in giro o nel tragitto casa-lavoro è un sogno, però con un oggetto che dovrebbe puntare fortissimo sull'aspetto portabilità, forse avremmo desiderato un range di utilizzo molto più vicino alle 4-5 ore. Ma, un po' come abbiamo detto per il display, è chiaro che per essere una prima iterazione di un device nuovo di zecca, non possiamo che ritenerci soddisfatti con riserva.

E poi è tutta una questione di ottimizzazione e gestione dei processi in background: è possibile che da qui a 6 mesi, l'autonomia della console venga aumentata dal lavoro svolto da Valve dietro le quinte. O almeno lo speriamo visto che durante il nostro primo contatto abbiamo faticato davvero moltissimo a raggiungere anche le 2 ore dichiarate e usare la console mentre è in carica rende ancora più lento un processo troppo lungo, specie se confrontato con le ultime innovazioni di ricarica rapida che riusciamo a vedere e sperimentare in ambito smartphone.