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Stygian: Outer Gods, abbiamo provato il survival horror a metà fra Lovecraft e Resident Evil

A qualche anno dall'interessante Reign of the Old Ones, Stygian: Outer Gods ci catapulta nuovamente nelle atmosfere lovecraftiane della saga, trasformandosi però in un survival horror in prima persona.

PROVATO di Tommaso Pugliese   —   09/03/2025
Uno dei personaggi di Stygian: The Outer Gods

Disponibile con una demo in occasione dello Steam Next Fest, Stygian: Outer Gods segna il ritorno della serie prodotta da Fulqrum Publishing con un nuovo capitolo, che arriva a quasi cinque anni da Reign of the Old Ones, ma si presenta con un'impostazione completamente diversa: quella di un survival horror in prima persona palesemente ispirato a Resident Evil Village.

Tanto è bastato per convincerci a provare questa nuova avventura horror dalle atmosfere lovecraftiane, che rispetto al titolo Capcom introduce alcuni elementi ruolistici pensati per rendere ancora più complessa un'esperienza che appare fin da subito caratterizzata da un approccio spietato, in parte legato a scelte precise e in parte frutto di un bilanciamento che andrebbe fortemente rivisto.

Nel nome del padre, fra trama e atmosfere

La demo di Stygian: Outer Gods ci introduce alle fasi iniziali di una campagna in cui vestiamo i panni di Jack, un ricercatore che un giorno viene informato del fatto che suo padre, fino a quel momento dato per disperso, è ancora vivo e si trova da qualche parte in un villaggio sperduto, Kingsport. L'uomo parte dunque alla volta di questo luogo remoto, avvolto dalla nebbia e dominato da un inquietante faro.

Il viaggio è tuttavia costellato di eventi inattesi e visioni che spingono il protagonista spesso a chiedersi cosa sia reale e cosa no: il medesimo espediente narrativo viene utilizzato nel gioco per sottoporci un breve tutorial ambientato sulle rive di Kingsport, dopodiché l'azione si sposta in una zona più centrale del villaggio.

Qui Jack si ritrova all'interno di una minuscola casa insieme alla donna che lo ha spinto a partire, Victoria, con a disposizione uno specchio presso cui salvare la partita e un banco di lavoro dove fabbricare oggetti di vario genere (bendaggi, steccature e grimaldelli, inizialmente) utilizzando i materiali raccattati in giro oppure acquistati presso un misterioso commerciante mascherato.

Il cancello che dovremo aprire nella demo di Stygian: The Outer Gods
Il cancello che dovremo aprire nella demo di Stygian: The Outer Gods

Lo spiazzo in cui si trova la casa si pone come una sorta di crocevia, una zona franca dove non si nascondono presenze minacciose e che dà su di un enorme cancello che dovremo cercare di aprire collocando tre pezzi di un grosso medaglione, procedendo in tal modo verso una nuova zona della mappa e concludendo la demo.

Ethan, sei tu? La struttura di Stygian: Outer Gods

Se avete giocato al già citato Resident Evil Village, la descrizione che abbiamo appena fatto della mappa presente nella demo di Stygian: Outer Gods (che sarebbe anche consultabile, non fosse per un bizzarro bug che spesso ne rende impossibile la visualizzazione) dovrebbe risultarvi familiare, insieme naturalmente alla struttura a compartimenti stagni per i diversi percorsi che da quello spiazzo è possibile intraprendere.

La nostra compagna d'avventura in Stygian: The Outer Gods
La nostra compagna d'avventura in Stygian: The Outer Gods

Esattamente come nel titolo Capcom c'è anche la possibilità di fracassare delle cassette di legno, che però purtroppo non contengono mai risorse utili al protagonista: gli oggetti, in generale, sono davvero scarsissimi e ciò non fa che esasperare ulteriormente il grado di sfida dell'esperienza, legato tuttavia più ai suoi problemi di bilanciamento che non a meccaniche sfidanti, ma ben implementate.

Procedendo lungo i sentieri che ci conducono alle zone più periferiche dello scenario, infatti, finiremo per imbatterci in due tipologie di nemici: delle streghe armate di falce e dei cani-zombie, entrambi capaci di infliggere danni enormi con ogni singolo attacco, tanto che basteranno due o tre colpi andati a segno per incorrere nel game over e dover ripartire dall'ultimo salvataggio.

Uno dei mostri di Stygian: The Outer Gods
Uno dei mostri di Stygian: The Outer Gods

In teoria il nostro personaggio può parare, ma la manovra si rivela scarsamente efficace e, in combinazione con un sistema di collisioni a dir poco impreciso, che dona ai nemici un allungo esagerato mentre i nostri fendenti vanno spesso a vuoto, l'intero impianto si rivela ben presto essere davvero mediocre, bisognoso di una profonda revisione prima del lancio.

Realizzazione tecnica

Stygian: Outer Gods è mosso dal potente Unreal Engine 5, ma pecca in maniera evidente sul fronte dell'ottimizzazione e il risultato è che, pur in presenza di una grafica che si muove fra alti e bassi (bassissimi, anzi), le prestazioni del gioco sono imbarazzanti: per ottenere i 60 fps su di una RTX 4070 è necessario optare per i 1440p tenendo il DLSS su bilanciato, ma anche così i cali sono molto frequenti.

Lo scenario desolato di Stygian: The Outer Gods
Lo scenario desolato di Stygian: The Outer Gods

È l'effettistica a pesare come un macigno, visto che le strade di Kingsport sono letteralmente vuote e la qualità degli asset lascia spesso a desiderare, con texture in bassa risoluzione messe in bella vista ma soprattutto personaggi e animazioni davvero scadenti: le già citate streghe e i cani-zombie sembrano usciti da una produzione di vent'anni fa, a giudicare da come si muovono e dal modo in cui interagiscono con lo scenario.

Il comparto sonoro se la cava meglio, ma più che altro perché agisce in sottrazione: i rumori ambientali contribuiscono a creare una certa atmosfera, anche se in determinati contesti spaziali le grida sguaiate non hanno molto senso. Mancano praticamente del tutto i dialoghi, affidati soltanto a delle righe di testo che per il momento non includono una traduzione in italiano.

Una delle fasi iniziali di Stygian: The Outer Gods
Una delle fasi iniziali di Stygian: The Outer Gods

A giudicare dai trailer, la versione completa di Stygian: Outer Gods introdurrà diversi altri elementi, ad esempio le armi da fuoco (anche se scommettiamo non sarà semplice trovare delle munizioni...) e ulteriori carte per il potenziamento delle abilità passive del protagonista, ma il quadro disegnato dalla demo è quello di un prodotto che necessita ancora di parecchio lavoro.

La demo di Stygian: The Outer Gods non ci ha fatto venire granché voglia di giocare la versione completa, francamente: la versione è parecchio sporca, male ottimizzata, piena di glitch più o meno fastidiosi e caratterizzata da un grado di sfida eccessivo, legato a un sistema di rilevazione delle collisioni molto approssimativo e da un bilanciamento che va decisamente rivisto. Si salvano per il momento alcuni momenti, l'atmosfera di determinate sequenze e un impianto che, per quanto derivativo, alla fine potrebbe avere qualcosa da dire.

CERTEZZE

  • Storia e ambientazione interessanti
  • In alcuni momenti l'atmosfera c'è
  • Le meccaniche RPG potrebbero avere un senso

DUBBI

  • Ostico e frustrante, il bilanciamento va rivisto
  • Nemici pessimi per realizzazione e comportamento
  • Pesante e sporco sul piano tecnico