Reinventare il modo di giocare a un boardgame non è semplice: il gioco da tavolo è più asciutto e minimalista nelle sue componenti e limitato a un preciso numero di pezzi fisici. Ovviamente questo non ne pregiudica l'esperienza, e sono ancora tantissime le persone nel mondo che si divertono con una plancia in cartone e piccoli token di legno, grazie soprattutto a meccaniche di gioco interessanti e ben ambientate. Le potenzialità che i giochi da tavolo offrono agli sviluppatori in termini di design sono numerose, ma le possibilità pratiche rimangono a oggi un po' limitate: c'è chi punta tutto sulla componentistica, altri mantengono una linea più minimale, e sempre più spesso abbiamo visto i nostri giochi da tavolo affiancati da applicazioni smart, veri e propri companion digitali volti ad assisterci durante le partite. Parliamo di applicazioni che tengono traccia delle statistiche o scandiscono il ritmo dei turni.
Il successivo balzo evolutivo dell'integrazione tecnologica nel mondo boardgame l'ha fatto recentemente la società italiana Xplored con Teburu, un sistema di gioco che integra nella tradizionale esperienza fisica del boardgame, composta da plancia, miniature e dadi, un elemento tech che non solo aiuta il giocatore ma va a migliorare e potenziare la sua esperienza di gioco, in modi fino a oggi mai esplorati.
In queste settimane abbiamo avuto la possibilità di farci raccontare Teburu e la prima esperienza sviluppata per il sistema di gioco intitolata The Bad Karmas and the Curse of the Zodiac direttamente dal fondatore e CEO di Xplored. Vi raccontiamo tutto nella nostra intervista di Davide Garofalo di Teburu.
Cos’è Teburu
Partiamo dalle basi. Che cos'è di preciso Teburu? Parliamo di un sistema di gioco composto da tutti gli elementi tradizionali dell'esperienza boardgame, ma rivisti e ripensati con un'anima tech. Nella scatola di Teburu quindi troverete una plancia, basette per miniature, dadi e via dicendo, da utilizzare in abbinamento ai giochi ottimizzati per la piattaforma. Il tabellone, ad esempio, sembra una normale plancia di cartone, nella quale però sono affogati un layer di sensori, un'antenna RFID e diverse altre componenti elettroniche capaci di leggere istantaneamente tutto ciò che accade sulla plancia di gioco. Le basette delle miniature poi sono dotate di un tag RFID, di un magnete e quelle più grandi addirittura di luci led. Infine (i nostri preferiti), i dadi smart: se tirate il dado sulla plancia, il sistema sarà in grado di capire il risultato del vostro roll. Tutte queste informazioni vengono ovviamente gestite da un sistema centrale, un comune tablet o smartphone, e condivise sui device dei partecipanti. In entrambi i casi è necessaria l'applicazione del titolo che si sta giocando in quel momento.
Danni inflitti dagli attacchi, parate, movimenti e tutto ciò che accade sul tabellone è registrato e riportato in tempo reale a tutti i giocatori. L'applicazione, inoltre, può fungere da tutorial per il gioco e accompagnare la partita con scene d'intermezzo tra un round e l'altro. Questo è stato fin da subito il primo aspetto di Teburu che ci ha affascinato, perché diciamolo, esistono due tipologie di giocatori da tavolo: chi adora collezionare, catalogare e ricordare a memoria ogni singolo componente inserito nei titoli della propria collezione comprese le fustelle, e chi invece vuole solo giocare, senza preoccuparsi troppo d'intavolare, sparecchiare e soprattutto gestire plancette con numerosi token colorati.
Da questo punto di vista, Davide ci ha raccontato come uno dei primi obiettivi durante lo sviluppo di Teburu fosse quello di creare un'esperienza capace di snellire questi aspetti, senza che le persone al tavolo perdessero però il feeling tipico del giocare da tavolo. "Per noi era essenziale puntare sulla concretezza del prodotto" ci racconta Davide, "Abbiamo partecipato, finché si è potuto, a tante fiere ed eventi di settore perché era essenziale per noi studiare il comportamento dei giocatori, e verificare che la loro interazione con Teburu fosse la stessa che con un qualsiasi gioco da tavolo.
Ricordo quando presentammo il progetto alla Gen Con 2019: fu momento molto importante perché ricevemmo feedback entusiasti!" L'obiettivo di Teburu infatti è quello di permettere ai giocatori di concentrarsi principalmente su ciò che accade sul tabellone, di vivere il gioco e l'interazione con gli altri partecipanti senza doversi per forza preoccupare di segnare correttamente i punti o tenere traccia degli avanzamenti con infiniti segnalini (o preoccuparsi che da un momento all'altro il proprio gatto domestico possa scombussolare il tavolo da gioco. Non mentite, lo sappiamo: succede).
Dal 2019 a oggi, però, di cose ne sono successe e anche parecchie. Sappiamo bene quanto la pandemia abbia impattato sul mondo del gaming e Xplored ha dovuto far fronte a molteplici difficoltà. L'azienda, infatti, non si occupa solo di giochi da tavolo, ma è inserita all'interno del mondo dei giochi, giocattoli e videogiochi. Parliamo di una società che crea videogiochi, principalmente mobile, con un'attenzione speciale ai prodotti phygital, ovvero i toys-to-life, che integrano l'aspetto fisico a quello digitale. Per farvi un esempio, Tori, la piattaforma sviluppata da Bandai Namco, integra applicazioni e giochi sviluppate da Xplored. Gli anni di pandemia sono stati chiaramente difficili, in cui inevitabilmente tutte le aziende hanno cercato di stabilizzare le proprie situazioni piuttosto che aprirsi a novità e nuovi investimenti. Inoltre la maggior parte delle industrie hanno subito un brusco rallentamento, per lungo tempo le spedizioni dei materiali sono state bloccate, senza dimenticare la crisi dei semiconduttori e di tutto ciò che serve per comporre circuiti elettronici.
Eppure, nonostante tutto questo, Xplored, invece di seguire il trend del blocco economico che ha caratterizzato la maggior parte dell'industria dell'intrattenimento video e boardgame, ha deciso di rilanciare, mettendo incessantemente al lavoro il suo team (composto da circa una ventina di persone) sul prototipo del primo titolo ottimizzato per Teburu, intitolato The Bad Karmas and the Curse of the Zodiac.
Ciò che ci ha colpito molto del racconto di Davide, è stato il constatare quanto diversificato sia il gruppo di Xplored. Per creare Teburu e successivamente The Bad Karmas infatti, è stato necessario scrivere l'applicazione del gioco, studiare il prototipo sotto il profilo del design industriale, lavorare dal punto di vista creativo all'aspetto finale, e ovviamente creare delle meccaniche avvincenti e interessanti.
Karmas contro Zodiac
Se pensate che il sistema di Teburu sia audace, è perché non vi abbiamo ancora raccontato come funziona nel dettaglio The Bad Karmas. Parliamo di un titolo cooperativo, un gioco tattico in cui i giocatori si scontrano con enormi boss, in totale dodici e ognuno legato a un segno zodiacale. Il gioco integra al suo interno elementi tattici tipici degli skirmish, ed elementi RPG e di crescita del personaggio. In questo modo i giocatori dovranno sia concentrarsi sul nemico di turno che prendere decisioni che andranno a impattare anche sulla crescita orizzontale del proprio personaggio. Ogni incontro si svolge in un ambiente diverso e che di conseguenza porta con sé una serie di scelte strategiche diverse, ma non è tutto.
"I nostri boss sono intelligenti e consapevoli" ci ha raccontato Davide. "Grazie al sistema Teburu infatti, gli Zodiac vengono controllati da un'intelligenza artificiale, condizionandone comportamenti e scelte tattiche. Ci saranno boss che utilizzeranno attacchi fisici diretti, altri a distanza e altri ancora che prenderanno tenacemente di mira i giocatori con determinate statistiche". Ogni comportamento del boss inoltre è studiato in base al segno zodiacale: ad esempio, Libra cercherà di mantenere un forte bilanciamento della posizione dei giocatori sulla plancia.
In questo punto della discussione ci siamo permessi una piccola digressione con Davide, perché (per esperienza di chi scrive) era inevitabile non pensare al lavoro fatto da Steamforged con il gioco da tavolo di Dark Souls e successivamente a quello di CMON con Bloodborne, per via di certe affinità elettive tra queste IP videoludiche e un sistema di gioco come Teburu. Se pensiamo proprio al gioco da tavolo di Dark Souls, dove i combattimenti boss e il pattern di attacco dei mostri sono condizionati da un mazzo di carte ripetute in rotazione, proprio a simulare un certo grado di prevedibilità tipico delle boss fight dei Souls, ci viene spontaneo chiederci come sarebbe un'ottimizzazione Teburu dello stesso gioco da tavolo. "È vero, c'è una certa affinità che lega questi videogiochi a un'esperienza come quella che offre Teburu e The Bad Karmas. In effetti avremmo potuto -e inizialmente ci abbiamo pensato- creare delle ottimizzazioni di titoli di questo tipo, ma alla fine siamo giunti alla conclusione che il modo migliore per valorizzare Teburu fosse quello di creare un nuovo gioco, che fosse nostro e originale in termini di IP" ci racconta Davide.
Adattare un titolo come Dark Souls o Bloodborne per Teburu avrebbe certamente attirato l'attenzione sull'azienda e sul prodotto, ma è anche vero, e in questo concordiamo con le parole di Davide, che l'aspettativa che solitamente si crea nel cuore di un giocatore è un elemento molto rischioso, ed è altrettanto chiaro che, per semplici questioni di trasposizione, l'esperienza del videogioco non potrà mai essere come quella del gioco da tavolo e viceversa. "Basti pensare soltanto al tipo di lavoro che abbiamo svolto per quanto riguarda l'interfaccia grafica dell'applicazione di The Bad Karmas: pensando alla nostra filosofia, tutto quello che viene mostrato a schermo deve essere informativo nel contenuto e suggestivo nella forma ma, con un adattamento da un videogioco, questo lavoro avrebbe chiaramente destabilizzato i videogiocatori"
Quella di creare una nuova IP da zero, concordiamo essere stata la scelta migliore. E va detto che The Bad Karmas ha un grande appeal. Tanto per cominciare, la scelta di creare dei boss partendo dallo zodiaco è senza dubbio intelligente e anche molto divertente. Parliamo infatti di un tema che tutti conoscono e anche se non credete nell'astrologia, instilla una piccola curiosità anche tra i più miscredenti. Tanto lo sappiamo: adesso siete curiosi di sapere com'è fatto il boss del vostro segno zodiacale! Un espediente facile e capace di parlare a tutti, e che in passato ha fatto la fortuna anche di altre produzioni... non è un caso se quella delle 12 Case è la serie migliore di Saint Seiya! Un terreno così comune di partenza come lo zodiaco inoltre, aiuterà i giocatori a orientarsi durante l'azione, perché se il comportamento di ogni boss è legato al segno zodiacale, conoscerne i tratti distintivi aiuterà sicuramente i giocatori a trovare il punto debole del loro nemico, che per altro non è mai manifesto all'inizio della partita, ma dovrà essere scoperto dai giocatori stessi.
Il tutto poi è avvolto da un sapore piacevolmente anni '80, ma con una rivisitazione moderna che lo svecchia. "Pensa a un grande classico della cinematografia anni '80 come Grosso Guaio a Chinatown: il punto non è emulare Grosso Guaio a Chinatown ma provare a ripensarlo in chiave contemporanea. Come sarebbe quel classico anni '80 se fosse stato girato negli anni 20 del 2000?" ci spiega Davide. Un'idea questa, arrivata direttamente dalla mente di Christian Cantamessa, ex sviluppatore Rockstar e attualmente impegnato a The Initiative, ma vicinissimo alla famiglia Xplored. Head of Design della società invece è un altro veterano dell'Industria, Riccardo Landi, game designer italiano con 15 anni di esperienza alle spalle. Ultimo ma non meno importante, l'aspetto lato artistico di The Bad Karmas, supervisionato da Andrew Baker, Concept Artist neozelandese che ha curato il design degli Zodiac e che vanta nel suo portfolio le creature di Love & Monsters, Lo Hobbit e i possenti Kaiju di Pacific Rim.
L'intervista con Davide è stata davvero interessante, oltre a rappresentare una boccata d'aria nel settore dei giochi da tavolo che vive attualmente di parecchi ossimori: un mercato così pieno di possibilità ma che faticano a procedere. Va detto che Teburu non è un'evoluzione assoluta e definitiva dell'esperienza bordgame, ma uno dei possibili futuri davanti a noi. Un futuro che non vediamo l'ora di provare e se anche voi siete del nostro avviso, a questo link potete trovare la pagina Kickstarter di The Bad Karmas and the Curse of the Zodiac.