Era la fine del 2023 quando ci è apparso come un miraggio, tra infiniti reel tutti uguali, il post di un nuovo gioco da tavolo prodotto da Go On Board con il benestare di CD Projekt Red basato sull'universo narrativo e videoludico di The Witcher, seconda incursione del team produttivo a seguito degli ottimi risultati raggiunti con The Witcher: The Old World. Dopo aver venduto sei polmoni, due reni e tre mamme, abbiamo dato le nostre belle coordinate bancarie a Gamefound e abbiamo finanziato il progetto.
Un anno e mezzo dopo ed ecco che tra le nostre mani è arrivato un pacco di modeste dimensioni e dal peso non indiscreto. Dentro ci attendeva The Witcher: Path of Destiny. Ci abbiamo giocato (parecchio) e siamo dunque pronti a parlarvene nel dettaglio.
Congiunzione delle Sfere
The Witcher: Path of Destiny, come molti dei nuovi giochi da tavolo che si affacciano sul mercato oggigiorno, è un ibrido di idee fortunate e successi senza tempo. A metà tra il gioco di ruolo e quello di carte, la sua peculiarità sta nel riuscire a costruire un'avventura solida e sempre differente a partire dalle peripezie che hanno fatto la storia dell'universo narrativo dello strigo.
Si può scegliere, infatti, tra tre racconti tratti dal primo romanzo di Sapkowski (almeno nell'edizione base). Questi sono il canovaccio che guiderà la partita dei giocatori, chiamati a collaborare per raggiungere il finale della storia, ma anche a competere per aggiudicarsi il titolo di protagonista assoluto del racconto.
Una volta scelto il proprio personaggio (le cui fattezze arrivano direttamente dalla controparte videoludica della saga letteraria), la partita ha inizio. Questa consiste nell'accumulare i simboli indicati da ogni capitolo della storia (tre in tutto, suddivisi a loro volta in tre turni), i quali decideranno che piega prenderà l'avventura. Il gioco diventa, quindi, anche una sorta di librogame, con i giocatori che si ritrovano a dover andare alla pagina indicata del racconto per poter procedere nella storia.
I simboli si ottengono utilizzando delle carte, che a ogni turno vengono scelte dai giocatori tra quelle presenti sulla plancia seguendo la linea di comando corrente. Senza scendere troppo nel dettaglio, anche perché diventa parecchio complesso da spiegare per iscritto, vi basti sapere che ogni storia presenta delle caratteristiche differenti, con anche modalità che variano più o meno radicalmente rispetto a quelle appena spiegate, introducendo meccaniche uniche alle singole storie.
Però sì, la base è sempre la stessa: leggere la storia, costruire la propria mano e la timeline (le carte utilizzate) in modo tale da ottenere il maggior numero di simboli attivi possibile e risolvere il tutto a seconda delle regole speciali delle singole storie. Inutile dire che tale approccio permette un'alta rigiocabilità, con anche un livello di varietà che molti titoli presenti sul mercato si sognano.
Il limite massimo di partecipanti è cinque, ma è possibile anche giocare da soli, facendo affidamento, se si vuole, a delle tabelle che permettono di "automatizzare" i turni degli altri personaggi.
Le partite scorrono abbastanza velocemente, il che non vi porterà via più di un paio d'ore a storia (pure meno, se avete iniziato a ingranare la marcia) e anche se difficile da spiegare, non lo è affatto da imparare. Anzi, potrebbe essere la giusta via di mezzo tra chi vuole una serata più tranquilla e chi, invece, si vuole perdere in una campagna da gioco di ruolo, non purissima ma comunque avvincente (c'è da dire che partono avvantaggiati, avendo alle spalle una base narrativa che farebbe impallidire qualsiasi concorrente).
La versione principale
Il gioco base di The Witcher: Path of Destiny contiene tre storie tratte da Il Guardiano degli Innocenti (il primo libro a livello cronologico della saga letteraria di Sapkowski), Il Confine del Mondo, Lo Strigo e Il Male Minore.
La prima è la campagna introduttiva, la più lineare e semplice, ideale per i novizi. Le altre aumentano gradualmente la difficoltà, ma solo in termini di meccaniche da tenere a mente, non per un'effettivo incremento della sfida proposta. Specialmente questi tre racconti mettono in competizione i giocatori, anche se marginalmente, perché l'obiettivo è più o meno comune, ovvero raggiungere uno dei finali del racconto, che può concludersi molto bene o molto male, ma non mancano anche le vie di mezzo.
Passiamo alla parte saliente, quella che stuzziccherà maggiormente i fan della saga: i personaggi con i quali è possibile giocare. Immancabile Geralt, ma al suo fianco troviamo anche Ciri, Yennefer, Dandelion (Ranuncolo per i compatrioti, Jaskier per i puristi) e Vesemir.
Ognuno presenta una tabella con riportate le sue abilità uniche e la barra del livello, cinque segnalini potere, quattro segnalini abilità, due segnalini livello, una pedina in cartone con piedistallo e due miniature, una raffigurante il personaggio e l'altra il suo simbolo distintivo. Queste ultime sono uno dei piatti più succosi; di alta qualità, come ci ha abituato il mercato da qualche anno a questa parte.
Oltre a quelle dei personaggi principali sono presenti anche tre ulteriori miniature, quelle di Renfri e Stregobor (una li vede raffigurati insieme, spalla contro spalla), che verranno utilizzate solo durante la campagna de Il Male Minore.
Altro protagonista della confezione è la plancia di gioco, un tappetino veramente confortevole al tatto e facile da riporre, con illustrazioni che ricordano quel piccolo capolavoro di Thronebreaker.
Espansione Mostri Leggendari
Oltre al gioco principale, nel nostro bello scatolone apparentemente senza fondo si trovavano anche alcune espansioni. La prima, una delle due più corpose, è quella dei Mostri Leggendari.
Solitamente, quando si compra un'espansione di un gioco da tavola non ci si aspetterebbe di distaccarsi troppo dalla via maestra. Tutto il contrario! Questo contenuto aggiuntivo propone una rivisitazione dell'edizione di base, chiedendo ai giocatori di collaborare per sconfiggere una delle quattro creature rese disponibili: l'Aguara, il Katakan, l'Hym o il leggendario Leshen.
Al posto di un racconto si hanno le statistiche, le abilità e le condizioni per affrontare e sconfiggere i mostri, i quali necessiteranno di strategie differenti per poter essere sopraffatti.
Attraverso un comodissimo segnapunti che funge da barra della salute della creatura, i giocatori hanno a disposizione tre capitoli per sconfiggere il mostro, seguendo praticamente lo stesso modus operandi del gioco base, quindi costruendo il proprio mazzo in modo tale da accumulare il maggior numero di simboli, che si tramuteranno nei danni inflitti alla bestia.
Oltre alle quattro miniature dei mostri, adattate alle proporzioni dei personaggi principali, l'espansione presenta dei nuovi segnalini mostro esclusivi, alcune carte in più (parte delle quali introduce la meccanica delle rune per sferrare attacchi più distruttivi), istruzioni per poter utilizzare questi mostri anche nel vecchio gioco realizzato dallo stesso team (The Witcher: The Old World), un dado per permettere alle creature di danneggiare i giocatori e il semplice ma ingegnoso segnapunti, oltre a due nuovi alleati (sottoforma di carte da giocare): Eskel e Lambert.
Espansione Caccia Selvaggia
Era chiaro sin da subito che The Witcher: Path of Destiny volesse richiamare gli appassionati del terzo capitolo della saga videoludica, Wild Hunt. Non ci ha sorpreso più di tanto, quindi, vedere annunciata l'espansione dedicata alla Caccia Selvaggia, con Eredin e i suoi tre generali pronti a scendere sul campo del destino.
Cosa pensate porti con sé questa ulteriore aggiunta? Ma ovviamente una nuova modalità di gioco che spinge l'esperienza condivisa verso i lidi degli asimmetrici.
In questo caso, un giocatore controllerà la Caccia Selvaggia, mentre il resto dovrà fermare il suo piano nefasto.
Quest'espansione aggiunge una nuova plancia dedicata ai quattro cavalieri spettrali e cinque miniature (quattro per ogni singolo cavaliere e una tutti assieme), oltre a segnalini, carte, una storia dedicata alla Caccia e una modalità automatica per giocare anche da soli contro Eredin e la sua cricca.
Espansione Naglfar
L'ultima espansione presente si trova all'interno di una scatolina in cartoncino fine con la più fastidiosa apertura a incastro della storia (un comune denominatore dell'intera fattura di tutto ciò che arriva fuori dalla confezione del gioco base), che la farà rovinare anche se vi si pone tutta la cautela del mondo.
Dentro si trova la miniatura del Naglfar, la leggendaria nave della mitologia norrena che nell'universo narrativo di The Witcher diventa il vascello della Caccia Selvaggia capace di saltare tra le Sfere.
La particolarità è che questo è il contenuto aggiuntivo di un contenuto aggiuntivo. Il suo principale utilizzo lo si ha nell'espansione della Caccia Selvaggia, dove diventa un'ulteriore gatta da pelare per i giocatori che devono sconfiggere gli spettri generali.
Tuttavia, la miniatura viene anche con tutto il necessario per rendere la Caccia Selvaggia un mostro leggendario da utilizzare seguendo le regole e utilizzando le parti dell'omonima espansione.
Geralt su Rutilia
Come regalino per aver seguito il progetto dal primo giorno ci è arrivato al galoppo anche Geralt su Rutilia, una variazione del personaggio presente nel gioco base che lo va a sostituire in tutto e per tutto, aggiungendo quel tocco di casualità che contraddistingue il destriero dello strigo.
La ciliegiona sulla torta
Come ogni crowdfounding che si rispetti, non potevano mancare gli Stretch Goals. In una scatola a parte, ancora più grande di quella che ospita l'avventura principale, si apre un mondo di oggetti aggiuntivi, nuove storie e, soprattutto, miniature.
Si uniscono al già ben fornito quintetto di eroi altre cinque icone della serie: Triss, Letho, Dijkstra, Yarpen e Letho. Questi potranno essere utilizzati con tutte le storie e le espansioni presenti senza limitazioni (a meno che non vengano segnalate).
Cinque nuovi personaggi per cinque nuove avventure. Si affacciano all'orizzonte le coste di Skellige, le ali del Drago d'oro, le promesse dell'Ultimo desiderio, le bugie di Un briciolo di verità e l'inganno del Doppler (quest'ultimo una specie di Werewolf Within a squadre in salsa The Witcher). Oltre alle miniature di tutti i nuovi personaggi sono presenti anche quelle di Nivellen, del Luogo di Potere e dell'incredibile drago Villentretenmerth.
Chiudono il cerchio poi tutta una serie di segnalini speciali per i nuovi racconti, dei divisori per Skellige, le plancie per le automazioni del giocatore singolo, cinque alleati (Milva, Shani, Keira Metz, Zoltan e Vernon Roche, anche questi sotto forma di carte) e vari altri ammenicoli per rendere le partite ancora più ricche, nel caso non lo fossero già abbastanza per voi.
Quello che manca
Sembra strano, ma il crowdfounding di The Witcher: Path of Destiny offriva molto più di quello che abbiamo preso noi. Tra i vari segnalini realizzati in acrilico e altri abbellimenti secondari spiccano le statuine dei compagni e la versione Ronin del gioco base, adattata per far immergere i giocatori nel "what if" manga che ha saputo catturare l'immaginazione di molti appassionati. Per quanto avremmo apprezzato avere tutto, ma proprio tutto, la spesa economica iniziava a farsi sentire.
Il gioco vale la candela?
Finanziare un progetto come The Witcher: Path of Destiny non è stata roba da poco. Solo per quello che abbiamo preso, con anche spedizione e dazi vari, abbiamo speso attorno ai 270 euro.
Il massimo, tutto incluso, si aggirava intorno ai 430, che per gli standard dei crowdfounding di giochi da tavolo non è neanche così folle come cifra, però si tratta di elementi che non saranno esclusivi della campagna Gamefound, bensì verranno messi in commercio all'incirca dopo sei settimane dalla fine della spedizione a tutti coloro che hanno supportato il progetto.
Questo significa che tra sei settimane anche voi potrete mettere le mani sul gioco? Forse, però si tratterebbe della versione inglese (come la nostra), dato che quelle distribuite in altre lingue (tra cui l'italiano, non temete) arriveranno ai sostenitori tra l'estate e l'autunno.
Staremo a vedere, quindi, quando questo piccolo gioiellino raggiungerà le case di tutti gli appassionati dello strigo.
Voi lo prenderete o lo lascerete sullo scaffale? Fatecelo sapere nei commenti.