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The DioField Chronicle, provato del nuovo GDR strategico di Square Enix

Abbiamo provato la demo di The DioField Chronicle, il GDR strategico di Square Enix in uscita su tutte le piattaforme a settembre: ecco le nostre prime impressioni.

PROVATO di Christian Colli   —   09/08/2022

Annunciato del tutto a sorpresa nel corso dello State of Play di marzo, The DioField Chronicle non è mai stato preso troppo sul serio per tutta una serie di motivi: il comparto tecnico visibilmente arretrato, il nome strampalato e il ridotto battage pubblicitario fanno pensare a un budget medio/basso, ma dopo aver giocato la corposa demo per alcune ore possiamo dire che gli appassionati di GDR strategici dovrebbero avere più di una ragione per tenere d'occhio questa produzione Square Enix multipiattaforma in uscita a settembre.

A parte il fatto che ci ha lavorato anche Lancarse, uno sviluppatore nipponico conosciuto soprattutto per aver collaborato con Atlus su Shin Megami Tensei: Strange Journey oltre dieci anni fa, nel nostro provato di The DioField Chronicle vi parleremo delle nostre prime impressioni, che sono abbastanza positive, seppur con qualche riserva.

Dio Field!

The DioField Chronicle, i protagonisti della storia
The DioField Chronicle, i protagonisti della storia

Diciamo che The DioField Chronicle non è che si presenti proprio bene. Il comparto tecnico è sicuramente antiquato, ma un'osservazione che vale soprattutto per il modelli 3D che sono minuziosamente dettagliati, ma anche legnosi nelle animazioni e davvero troppo inespressivi. Questo non aiuta a sollevare le sorti di una trama che nel corso della demo ha faticato davvero a spiccare. Abbiamo scoperto che DioField - si chiama proprio così! - è un'isola ricca di Giada, una potente risorsa dalle molteplici capacità che fa gola alle fazioni in guerra nel continente, l'Impero e l'Alleanza che gli oppone resistenza.

Ora tutti puntano gli occhi sui giacimenti di Giada di DioField che, per conto suo, ha altre gatte da pelare, tra banditi e mostri che infestano le sue regioni. La storia, almeno all'inizio, segue le peripezie di alcuni mercenari al soldo del duca di Hende che, neanche a dirlo, finiranno coinvolti in una complicata cospirazione.

I protagonisti, purtroppo, sono abbastanza stereotipati e l'inespressività che abbiamo già criticato non aiuta nelle frequenti cinematiche ricche di dialoghi ed esposizione. La narrativa sembra essere adulta e complessa e a tratti ci ha ricordato il recente Triangle Strategy, sempre di Square Enix, ma anche Il Trono di Spade; del resto la colonna sonora l'ha composta lo stesso autore della serie TV, Ramin Djawadi. A un certo punto, per fortuna, si sblocca una libreria in cui è possibile consultare schemi e riepiloghi per raccapezzarsi tra i tantissimi personaggi menzionati, sui loro ruoli nel conflitto e i rapporti di potenza che li legano o dividono.

Per conoscere meglio i vari protagonisti, invece, sembra che si debba fare affidamento su alcune missioni secondarie che raccontano le loro storie e il loro passato. La scrittura, in questo senso, non ci è sembrata molto brillante. I primi personaggi che recluteremo nella squadra si uniscono alla nostra causa senza troppe cerimonie e la nostra speranza è che la sceneggiatura li sviluppi meglio nelle ore a venire.

Mercenari

The DioField Chronicle, DioField è un'isola nel mezzo di un conflitto
The DioField Chronicle, DioField è un'isola nel mezzo di un conflitto

In termini di gameplay, invece, siamo rimasti sorpresi molto più positivamente. The DioField Chronicle è un GDR giapponese tattico abbastanza tradizionale, a prima vista. Il giocatore assume il controllo di Andrias, il protagonista, e lo muove in terza persona nella base dei mercenari, Elm Camp, dov'è possibile accedere a servizi e funzionalità tradizionali come il negozio, la modalità Practice che permette di ripetere le missioni già completate, e così via. Nelle prime battute del gioco si sblocca anche un personaggio che permette di spendere gli SP guadagnati in battaglia per migliorare gli archetipi delle unità, sbloccando bonus e abilità aggiuntive. Si tratta di un Albero delle abilità molto intuitivo, nonostante le biforcazioni, che è possibile resettare in qualsiasi momento spendendo una certa quantità di guld, la valuta di DioField.

Spostarsi nella base è velocissimo grazie a un sistema di viaggio rapido che permette di accedere in un attimo a ogni stanza, ma dobbiamo ammettere che, in questo senso, abbiamo trovato abbastanza inutile la costruzione 3D dello scenario, quando sarebbe bastato un semplice elenco di funzionalità. Tanto di cappello per lo sforzo, quindi, anche se questo Elm Camp, almeno inizialmente, appare un tantino scarno.

The DioField Chronicle, i nemici telegrafano i loro attacchi prima di usarli
The DioField Chronicle, i nemici telegrafano i loro attacchi prima di usarli

Si intravedono anche diverse potenzialità nello sviluppo dei personaggi, che comunque accumulano individualmente un'altra risorsa, chiamata AP, che consente di acquistare potenziamenti più specifici per ciascuno di essi. Caratterizzati da un archetipo - difensore, attaccante, a distanza e così via - i personaggi impugnano armi diverse che li definiscono. Un'unità armata di scudo reggerà meglio i colpi dei nemici in mischia, mentre arcieri e maghi possono colpire da lontano ma sono molto più vulnerabili. È una materia che gli appassionati del genere dovrebbero conoscere molto bene, dopotutto.

Più interessante, invece, la dinamica dell'Aiutante. In battaglia potremo schierare infatti fino a quattro personaggi, ma a ciascuno di essi può essere associato un Aiutante, ovvero un personaggio che normalmente resterebbe in panchina. Fondamentalmente, l'Aiutante appare solo se usiamo le sue specifiche abilità, ma non sembrerebbe avere altro ruolo negli scontri. Pur guadagnando meno punti esperienza rispetto alle unità schierate in prima persona, garantisce comunque una varietà in più di abilità utilizzabili.

Il sistema di combattimento

The DioField Chronicle, Bahamut è la prima evocazione del gioco
The DioField Chronicle, Bahamut è la prima evocazione del gioco

Veniamo quindi ai combattimenti, cioè alle missioni che possiamo avviare dall'apposita cartina geografia di DioField. La demo non offre una gran varietà in termini di gameplay; è più che altro un tutorial che insegna le basi del combattimento, il quale ci è sembrato fin da subito intuitivo e interessante, ma non privo di spigolosità. La prima cosa che bisogna sapere è che il combattimento in The DioField Chronicle è un ibrido: Square Enix lo chiama Real-Time Tactical Battle e, infatti, l'approccio iniziale non è troppo diverso da quello dei Real Time Strategy. Le quattro unità si muovono liberamente e non sono vincolate a una griglia come in tanti strategici nipponici; il giocatore può semplicemente selezionarne una, o tutte insieme, e quindi selezionare il punto della mappa in cui vuole che si dirigano, o il bersaglio su cui devono convergere.

I nemici nella maggior parte dei casi sostano in punti specifici della mappa, ma in qualche occasione sono scriptati per puntare direttamente sui protagonisti, per esempio quando siamo impegnati a difendere un luogo specifico. Questo significa che bisogna reagire in tempo reale alle mosse dei nemici, spostando le unità e scegliendo i bersagli nel momento opportuno.

The DioField Chronicle, Meteor è una magia di Waltaquin
The DioField Chronicle, Meteor è una magia di Waltaquin

Una caratteristica interessante di The DioField Chronicle, infatti, è quello che chiamiamo comunemente "telegraph", cioè un effetto visivo che anticipa l'attacco di un nemico in un'area specifica e delimitata. Alcune unità ostili useranno incantesimi o abilità speciali che sono telegrafate, appunto, qualche istante prima e noi dovremo avere cura di spostare subito le nostre unità dall'area d'effetto oppure di usare un'abilità che stordisce il bersaglio per interrompere il caricamento dell'attacco. Alcuni nemici, come i boss, dopo un po' diventano immuni agli stordimenti, perciò non è possibile abusare delle alterazioni di stato per aggirare la meccanica degli attacchi telegrafati e bisogna per forza reagire con prontezza.

Potrebbe sembrare che The DioField Chronicle pretenda un po' troppo dai riflessi dei giocatori, che in pratica dovrebbero avvistare l'attacco in arrivo, selezionare il personaggio giusto - per esempio, Izelair - e scegliere un'abilità di stordimento Shield Bash per interrompere il nemico, e tutto nel giro di un paio di secondi o anche meno. In realtà, il titolo Lancarse va in "pausa tattica" ogni volta che si apre l'elenco delle abilità, consentendo ai giocatori di scegliere con calma cosa fare.

The DioField Chronicle, il sistema di combattimento si chiama RTTB
The DioField Chronicle, il sistema di combattimento si chiama RTTB

La maggior parte delle abilità sono posizionali, nel senso che colpiscono una determinata area, e quindi c'è bisogno di muovere un'unità nel modo giusto per intercettare più nemici possibile nell'area d'effetto del suo attacco. L'attacco Full Frontal Assault di Fredret, per esempio, investe i nemici nella sua traiettoria e sposta il cavaliere dietro di loro. Leaping Attack di Andrias, invece, colpisce un'area circolare a distanza, ma sposta il mercenario nel suo centro, ricollocandolo potenzialmente in mezzo ai nemici imbufaliti. Altre abilità funzionano a canalizzazione: Convalescent Circle di Waltaquin, per dire, curerà i compagni nell'area d'effetto fintanto che la maga resterà immobile.

Ogni volta che si usa un'abilità, bisogna aspettare alcuni secondi prima di poterne usare altre: un vero e proprio tempo di ricarica che induce il giocatore a scegliere con cura quali incantesimi usare e quando. Considerando, però, che ogni abilità sostanzialmente "congela" il gioco per la durata della sua animazione, la dinamica mezza in tempo reale e mezza a turni potrebbe far storcere il naso a chi cerca un gameplay più omogeneo.

The DioField Chronicle, le abilità mettono il combattimento in pausa per l'animazione
The DioField Chronicle, le abilità mettono il combattimento in pausa per l'animazione

In generale, però, il sistema di combattimento ci ha fatto una buona impressione, e la struttura delle mappe si presta a un uso intelligente e strategico di spazi e meccaniche. Si può attirare l'attenzione del nemico entrando nel suo campo visivo per poi condurlo in una strettoia e sfruttare il collo di bottiglia per tempestare i bersagli di abilità ad area fintanto che sono troppo vicini, per fare un esempio.

I nemici, inoltre, lasciano cadere particelle di Giada che ripristinano punti vita, punti magia - qui chiamati EP - oppure un indicatore, detto TP Gauge, che rappresenta una specie di vera e propria super mossa sotto forma di evocazione. La prima che il gioco mette a disposizione fin dalla primissima missione, e senza troppe cerimonie, è Bahamut. Basta caricare l'indicatore e poi selezionare l'abilità corrispondente per scatenare sui nemici una breve cinematica e una caterva di danni. Sta al giocatore decidere quando e come scaricare la TP Gauge: nella demo, per esempio, si impara a evocare anche Goldhorne, un cervo che guarisce tutta la squadra, ma che richiede due cariche della TP Gauge.

The DioField Chronicle, le mappe sono molto curate e dettagliate
The DioField Chronicle, le mappe sono molto curate e dettagliate

Pur essendo ridimensionato da un comparto tecnico non esattamente tra i più sofisticati, e una narrativa che nelle prime ore appare si concentra più sui rapporti di potere dei nemici che sulla caratterizzazione dei protagonisti, The DioField Chronicle si è rivelato un GDR strategico ibrido dalle interessanti potenzialità. Ricordandovi che sarà possibile importare il salvataggio della Demo nella versione finale del titolo Square Enix, vi consigliamo di aspettare la nostra recensione senza cedere ai pregiudizi, perché questo è proprio uno di quei casi in cui non si dovrebbe giudicare un libro dalla copertina.

Anche noi avevamo sottovalutato The DioField Chronicle dopo il suo annuncio e invece il titolo Square Enix e Lancarse ha parecchie frecce al suo arco. Pur non potendo contare su un comparto tecnico all'ultimo grido, questo nuovo GDR strategico sembrerebbe offrire agli amanti del genere un approccio diverso dal solito che mischia le dinamiche in tempo reale coi combattimenti a turni tipici della tradizione nipponica. Tenetelo d'occhio.

CERTEZZE

  • Sistema di combattimento ibrido molto promettente
  • Una buona varietà di personaggi da sviluppare

DUBBI

  • La storia e i personaggi diventeranno più coinvolgenti?
  • Varietà e complessità delle missioni avanzate da verificare