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The Game Awards 2022: chi conquisterà il titolo di gioco dell'anno?

L'8 dicembre 2022 verrà proclamato il titolo che salirà sul trono di gioco dell'anno: diamo un'occhiata alle candidature e ai loro punti di forza.

VIDEO di Diego Trovarelli   —   25/11/2022
The Game Awards 2022: chi conquisterà il titolo di gioco dell'anno?

Ci siamo: Geoff Keighley ha finalmente annunciato i finalisti dei The Game Awards 2022, i giochi che gli utenti e la giuria potranno votare da qui all'8 dicembre, giorno della cerimonia di premiazione.

Su tutte spicca ovviamente l'ambita categoria relativa al gioco dell'anno; vediamo dunque quali sono i nomi che concorrono per il premio dei premi, cercando anche di capire quali sono i rispettivi assi nella manica che potrebbero garantire la vittoria.

A Plague Tale: Requiem

La direzione artistica di A Plague Tale: Requiem teme davvero pochi confronti
La direzione artistica di A Plague Tale: Requiem teme davvero pochi confronti

Seguito diretto di Innocence, A Plague Tale: Requiem torna a seguire le peripezie di Amicia e Hugo, due fratelli in fuga e alla disperata ricerca di un rimedio alla maledizione che affligge il più piccolo due.

Dopo gli eventi narrati nel prequel, i due protagonisti hanno ricominciato una nuova vita assieme alla madre e all'alchimista Lucas; tuttavia il potere che alberga nel corpo di Hugo è più vivo che mai, e scatena orde di ratti inarrestabili ogni qual volta il bambino è in pericolo. Fratello e sorella si mettono così in marcia alla volta di una misteriosa isola intravista da Hugo durante una delle sue crisi, speranzosi di trovare una cura per il morbo.

L'avventura stealth confezionata da Asobo Studio è un sequel eccezionale, straziante e dal trasporto emotivo straordinario. Ciascuno dei personaggi è tratteggiato alla perfezione, ed è incredibile il modo in cui l'esperienza ludica riesca a deliziare l'utente con un senso di scoperta costante e coinvolgente.

Al netto di un comparto tecnico di qualità assoluta, nel quale spiccano gli scenari realizzati con una dovizia di particolari impressionante, il tono epico della produzione è esaltato da una direzione artistica che teme ben pochi rivali, e che potrebbe fare la differenza nella corsa allo scettro di gioco dell'anno.

Elden Ring

L'offerta ludica proposta da Elden Ring è sterminata
L'offerta ludica proposta da Elden Ring è sterminata

Annunciato, atteso, bramato e infine giunto sul mercato riuscendo a mantenere le più rosee aspettative degli appassionati. Cos'altro si può dire ancora che non sia stato già detto di Elden Ring?

L'ultima fatica di Hidetaka Miyazaki è ambientata nell'Interregno nel periodo successivo alla Disgregazione, l'evento che ha visto la distruzione dell'Anello Ancestrale, e ci mette nei panni di un Senzaluce, un esule chiamato a ricomporre i frammenti dell'artefatto così da poter diventare Lord Ancestrale.

La produzione targata FromSoftware, che ha beneficiato persino del supporto di George Raymond Richard Martin alla sceneggiatura, è un'opera monumentale, che mette insieme in un unico calderone tutta la conoscenza e l'esperienza che la software house ha maturato nel corso degli anni.

Quello proposto da Elden Ring è un universo carico di fascino e mistero, un mondo impreziosito da un level design di qualità elevatissima e che assicura la possibilità di approcciare gli scontri in molti modi diversi.

Tuttavia, l'aspetto che più impressiona è quello relativo alle dimensioni dell'offerta: siamo al cospetto di un'avventura immensa e letteralmente zeppa di contenuti, caratteristica che potrebbe fare dell'action pubblicato da Bandai Namco il vero avversario da battere la sera dell'8 dicembre.

God of War Ragnarok

God of War Ragnarok sembra pronto a replicare il trionfo del prequel datato 2018
God of War Ragnarok sembra pronto a replicare il trionfo del prequel datato 2018

Il Ragnarok videoludico è finalmente arrivato e ha portato con sé una ventata gelida di furia e distruzione. L'epopea norrena di Kratos e Atreus si arricchisce di un nuovo capitolo, che scaraventa padre e figlio nel Fimbulwinter, il terribile inverno che anticipa l'avvento della fine del mondo.

Una situazione non facile per il Fantasma di Sparta, aggravata dall'introduzione di tanti nuovi nemici e dalla ferocia di tutti coloro che hanno giurato di fargliela pagare, e che per un motivo o per un altro ce l'hanno a morte con l'ex generale greco.

Esattamente come il prequel, God of War Ragnarok è un turbine adrenalinico di metallo e sangue, un more of the same in cui il sistema di combattimento si dimostra evoluto rispetto al passato e in grado di dare soddisfazioni ancora maggiori. A trarne beneficio è l'esperienza di gioco generale che, pur ricalcando la struttura dell'episodio del 2018, si rivela più profonda e stratificata, e arricchita da dinamiche di gameplay ulteriormente rifinite.

La versione norrena di Kratos si è già portata a casa l'alloro di gioco dell'anno ai The Game Awards del 2018, chissà quindi che non riesca a bissare il successo anche nel 2022.

Horizon Forbidden West

Il comparto tecnico di Horizon Fobidden West è impressionante
Il comparto tecnico di Horizon Fobidden West è impressionante

Se c'è un titolo che finora ha dato in pasto al pubblico un assaggio della next-gen, questo è Horizon Forbidden West.

Il secondo tassello della saga cominciata nel 2017 riprende la narrazione a sei mesi dagli eventi raccontati in Zero Dawn, e torna a seguire le vicissitudini di Aloy, stavolta impegnata a raggiungere l'Ovest Proibito per indagare su una misteriosa Piaga Rossa. La missione della Cercatrice appartenente alla tribù Nora trabocca di pericoli e insidie ma ha un obiettivo nobile: trovare una copia di GAIA, l'intelligenza artificiale che permette di riparare la biosfera e salvare così il pianeta.

Lungo il suo viaggio Aloy attraversa regioni ostili e biomi differenti: da lande desolate a villaggi in rovina, da deserti sconfinati a valli lussureggianti; una struttura che consente a Forbidden West di sfoggiare tutti i suoi muscoli in termini grafici, caratteristica che potrebbe farlo salire sul trono di gioco dei giochi 2022.

Dal punto di vista tecnico, infatti, l'ultima avventura di Aloy è un gioiello di inestimabile valore, una dimostrazione di forza che tocca vette difficilmente eguagliabili dalla concorrenza; il tutto accompagnato da una marea di contenuti di valore e da un gameplay intenso e profondo. Cinque anni fa Zero Dawn si vide soffiare la statuetta di gioco dell'anno da The Legend of Zelda: Breath of the Wild: è giunto il momento di rifarsi per Guerrilla?

Stray

Stray ha sicuramente dalla sua parte il fattore originalità
Stray ha sicuramente dalla sua parte il fattore originalità

Del sestetto in lizza per il premio più ambito, Stray è senza dubbio l'underdog. O meglio, l'undercat. Già, perché l'opera del piccolo studio francese BlueTwelve ci mette ai comandi un gatto randagio dal pelo arancione finito chissà come in una cyber città in rovina e popolata da robot.

Nel suo percorso alla ricerca di un modo per tornare alla colonia felina a cui appartiene, il nostro protagonista stringe una curiosa alleanza con B-12, piccolo drone dotato di una sofisticata intelligenza artificiale impegnato in una missione di recupero dei propri ricordi. Inizia così una storia bizzarra che si rivela una piccola gemma, resa ancora più preziosa da un personaggio principale davvero inusuale e sulle cui movenze il team di sviluppo ha lavorato con estrema perizia.

Ammirare il nostro micio virtuale esibirsi in atteggiamenti incredibilmente simili a quelli di un qualsiasi gatto reale è stupefacente, elemento che fa pendere l'ago dell'originalità completamente a favore di Stray nella lotta al titolo di gioco dell'anno.

Nessuno dei rivali, infatti, sembra poter contare sul fattore "singolarità" come il prodotto pubblicato da Annapurna Interactive, e se la giuria dei The Game Awards si dimostrerà sensibile a questo tema come lo fu lo scorso anno con It Takes Two, potremmo davvero assistere a qualche sorpresa.

Xenoblade Chronicles 3

È davvero arduo trovare un difetto in Xenoblade Chronicles 3
È davvero arduo trovare un difetto in Xenoblade Chronicles 3

L'unica esclusiva Switch in corsa per la corona di miglior videogioco degli ultimi dodici mesi è Xenoblade Chronicles 3, GDR sviluppato da Monolith e uscito sulla console ibrida di Nintendo in pieno periodo estivo.

La vicenda racconta di un mondo squarciato dal conflitto tra le nazioni di Keves e Agnus, e di come sei personaggi provenienti da entrambi gli schieramenti uniscano le proprie forze nel corso di un'avventura dai toni leggendari.

È davvero difficile muovere una critica al JRPG di Nintendo: l'universo creato dagli sviluppatori è incantevole ed epico al tempo stesso, il cast dei personaggi è strepitoso e il sistema di combattimento è quanto di più solido e intuitivo nel panorama del genere ruolistico.

Tutto questo ben di Dio va ad aggiungersi a una narrativa che tocca tematiche profonde e incisive, e che non manca di far riflettere il giocatore che ha la fortuna di stringere il Joy-con tra le mani.

Un'opera imperdibile che presta il fianco giusto a qualche sbavatura di carattere tecnico - che comunque risulta ben poca cosa all'interno di una produzione così curata e rifinita - e che ha tutte le carte in regola per trionfare all'appuntamento più importante dell'anno.

E voi? Siete d'accordo con le candidature? E qual è secondo voi il vostro gioco dell'anno? Diteci la vostra nei commenti.