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The Outlast Trials, abbiamo provato il survival horror cooperativo di Red Barrels

Dopo 2 capitoli con una forte componente narrativa, abbiamo provato The Outlast Trials, il survival horror di Red Barrels che diventa un'esperienza cooperativa.

PROVATO di Tommaso Pugliese   —   02/11/2022

L'originale Outlast ci metteva nei panni di un giornalista determinato a indagare su di un manicomio abbandonato, mentre Outlast 2 spostava l'ambientazione in un villaggio remoto dominato da un'inquietante setta: in entrambi i casi si trattava di survival horror passivi dotati di una forte componente narrativa, ma per il nuovo capitolo della serie Red Barrels ha deciso di fare diversamente.

Incuriositi da questo cambio di rotta, abbiamo provato The Outlast Trials grazie alla closed beta disponibile per alcuni giorni su PC e sperimentato l'idea di un'esperienza cooperativa che sotto certi aspetti fa un po' il verso ai multiplayer asimmetrici, pur rimanendo rigorosamente PvE nelle sue meccaniche. Il nuovo viaggio nell'incubo è stato all'altezza delle nostre aspettative?

Ambientazione

The Outlast Trials, gli addetti alla ricerca
The Outlast Trials, gli addetti alla ricerca

L'inquietante sequenza introduttiva di The Outlast Trials presenta l'ambientazione del gioco, un'ampia struttura segreta in cui vengono condotti esperimenti su persone attratte con l'inganno, spesso fra i senzatetto. Il personaggio che controlliamo cade anch'egli in trappola e si ritrova in questa prigione alla Hostel, mentre attorno a lui altri uomini vengono uccisi e smembrati ai fini di un qualche tipo di ricerca scientifica.

Il dolore rientra naturalmente nell'equazione, quando un membro dello staff ci avvita in testa con un trapano un casco che include un visore notturno: il buio e la capacità di vedervi attraverso sono ormai tratti distintivi del franchise e non potevano mancare neppure in questo episodio così diverso dal solito, dunque ci troveremo a ricorrervi spesso durante le partite.

Le prime fasi della beta si pongono come una sorta di tutorial narrativo, in cui il nostro personaggio (creato tramite un editor) viene in pratica disumanizzato, costretto a rinunciare alla propria identità e al proprio passato dopo essere stato lanciato all'interno di un edificio in cui però si aggirano anche crudeli killer che proveranno a farci a pezzi nella maniera più violenta possibile.

A quel punto non saremo che pedine al servizio della perversa ricerca portata avanti da questa misteriosa organizzazione, e insieme ad altri disperati ci troveremo ad affrontare sfide in cui bisogna trovare oggetti e infliggere dolore al prossimo nella speranza di essere graziati e di guadagnare una qualche via d'uscita dall'orrore. Sarà davvero possibile riuscirci?

Struttura

La spia che dovremo uccidere in The Outlast Trials
La spia che dovremo uccidere in The Outlast Trials

La closed beta di The Outlast Trials includeva un unico scenario, "Snitches Get Stitches", ambientato all'interno di una stazione di polizia. Il nostro compito, insieme ad altri tre giocatori, era quello di individuare una spia legata a una sedia, trovare una serie di chiavi per aprire il percorso designato e condurla fino a una camera di esecuzione per poi arrostirla usando una sorta di gabbia elettrificata, il tutto cercando di evitare i nemici presenti nella zona.

Il gioco completo includerà probabilmente cinque missioni e, immaginiamo, altrettante ambientazioni. Per accedervi bisognerà recarsi presso un terminale posto nell'hub in cui il nostro alter ego e i suoi compagni di sventura vengono rinchiusi, e ricorrendo al medesimo dispositivo potremo impostare l'equipaggiamento con le sue abilità speciali e i tratti sbloccabili: un meccanismo che in questo momento non è stato ancora possibile approfondire.

Gameplay

The Outlast Trials, la guardia armata di manganello elettrico colpisce uno dei nostri
The Outlast Trials, la guardia armata di manganello elettrico colpisce uno dei nostri

Una volta trasportati all'interno dello scenario, il gameplay di The Outlast Trials riprende molti degli elementi visti nei primi due giochi della serie, con una visuale in prima persona e la possibilità di correre (finché il fiato tiene), saltare sugli ostacoli o scivolare sotto di essi, nonché naturalmente nascondersi all'interno di un armadio o sotto un letto quando vogliamo sfuggire a un nemico.

Le abilità speciali forniscono qualche timido spunto offensivo, ma alla fine dei conti non si tratta che di espedienti utili a far guadagnare un po' di tempo nell'ottica della fuga: l'esperienza messa a punto da Red Barrels rimane un survival passivo, in cui si corre o ci si nasconde in caso di pericolo ma non è possibile in alcun modo fronteggiare i propri avversari.

The Outlast Trials, uno degli scenari del gioco
The Outlast Trials, uno degli scenari del gioco

Da questo punto di vista le similitudini con alcuni multiplayer asimmetrici di stampo horror sono abbastanza evidenti, inclusa la possibilità di rimettere in piedi un compagno atterrato e di taggare in maniera piuttosto immediata eventuali consumabili utili per portare a termine l'incarico: medicine e booster, ma anche bottiglie e mattoni da lanciare in giro per distrarre eventuali guardie e ricariche per la batteria del visore notturno, che ovviamente non funziona in eterno.

Giocata alcune volte, la missione "Snitches Get Stitches" si rivela abbastanza lineare: bisogna trovare delle chiavi e aprire delle porte perché il percorso della sedia su cui è legata la spia arrivi fino alla camera di esecuzione, ma riuscire nell'impresa non sarà semplicissimo a causa di alcune figure inquietanti che si aggirano all'interno dello scenario.

The Outlast Trials gioca anche stavolta con buio e luce
The Outlast Trials gioca anche stavolta con buio e luce

Quando ci vedranno dovremo scappare, rintanarci nel buio o dietro un ostacolo: una meccanica che dal punto di vista cooperativo si rivela fin da subito molto interessante, perché uno o più membri della squadra possono magari distrarre i boss e fare in modo che i loro compagni portino avanti le varie incombenze fino ad arrivare alla fase di estrazione.

Sarà interessante provare la versione completa di The Outlast Trials per verificare lo spessore di tutto il contorno composto da abilità e tratti sbloccabili, nonché l'incidenza del grado di difficoltà (ce ne sono quattro) sulla godibilità dell'esperienza. Il nostro timore è infatti che il tutto si esaurisca molto in fretta, e del resto durante i test portare a termine la stessa missione è diventato man mano semplice routine.

Realizzazione tecnica

The Outlast Trials, uno degli scenari del gioco
The Outlast Trials, uno degli scenari del gioco

Dal punto di vista tecnico, The Outlast Trials riprende lo stile dei precedenti capitoli della serie, riuscendo nella difficile impresa di non sembrare troppo generico nei suoi asset e di dotare i personaggi di un discreto set di animazioni. Il gore svolge ovviamente un ruolo centrale nell'esperienza e ci sono sequenze che troverete senz'altro disturbanti, come per qualsiasi produzione horror che si rispetti.

La versione PC durante la closed beta aveva delle regolazioni inibite, su tutte il ray tracing, ma per il momento non è una scheggia: con una RTX 3070 abbiamo dovuto utilizzare uno scaler al 70% per ottenere 60 fps relativamente stabili con tutte le opzioni grafiche al massimo e un output impostato sui 2160p. Nulla da dire, invece, sul comparto sonoro, inquietante come da copione.

The Outlast Trials si pone come una variazione sul tema a base cooperativa per la serie survival horror di Red Barrels, in attesa del prossimo capitolo vero e proprio. Un esperimento nato con in mente il mondo degli streamer, immaginiamo, che vanta senza dubbio un buon potenziale e alcune sequenze terrificanti, ma che per il momento non sembra avere tantissime cose da dire: vedremo come sarà la versione finale.

CERTEZZE

  • La formula funziona
  • Alcune sequenze disturbanti
  • Interessante il sistema di progressione

DUBBI

  • L'esperienza potrebbe essere un po' fine a se stessa
  • L'unica missione della closed beta non mostra tutte le carte del progetto
  • Su PC è sorprendentemente pesante