Chi è questo Tom Clancy che compare prima del titolo di tutti i giochi di guerra sviluppati da Ubisoft? Nonostante quel che si sente in fila alla cassa da GameStop, non è un programmatore né un game designer, bensì uno dei più prolifici autori di best seller degli anni '90 insieme a Michael "Jurassic Park" Crichton. La storia che lo ha visto trasformarsi da scrittore di thriller di innegabile successo in uno dei marchi più riconosciuti nell'industria dei videogiochi è piuttosto interessante, e ci porta dritti a The Division 2. Ecco il resoconto di come, attraverso un contratto senza eguali, Ubisoft spese 60 milioni di euro per comprarne il nome.
Tom Clancy e i videogiochi
Abbiamo visto sportivi trasformarsi in scarpe da ginnastica, volti noti rimanere indissolubilmente legati a marchi gastronomici e/o prodotti cosmetici, ma il primo e al momento unico a vendersi il nome è stato Tom Clancy. Lo scrittore americano, purtroppo scomparso nel 2013, non ha mai nascosto il suo interesse per i videogiochi tanto da fondare, nel 1996 e insieme al capitano della marina militare statunitense Doug Littlejohn, la software house Red Storm Entertainment. L'obiettivo è inizialmente quello di sfruttare i dettagliati scenari di fantapolitica messi in piedi da Clancy nei suoi libri per tirarne fuori videogiochi tanto complessi quanto credibili. Il successo non tarda ad arrivare, come l'interesse di publisher alla ricerca di nuovi team da assoldare. Red Storm verrà poi acquistata, sulla scia del grandissimo debutto del primo Rainbow Six per PC e mentre si prepara ad iniziare lo sviluppo di Ghost Recon, proprio da Ubisoft. Il successo dei giochi Red Storm è tale che il colosso francese inizierà ad utilizzare il brand Tom Clancy's anche per progetti ideati e sviluppati da altri team interni, come per esempio lo Splinter Cell realizzato prevalentemente dalla divisione dislocata a Montreal. Tom Clancy's Splinter Cell crea anche il primo irreversibile scollamento tra il nome dell'autore e le sue opere: il gioco darà infatti vita a una serie di libri scritti da diversi autori, tutti nascosti sotto lo stesso pseudonimo, David Michaels, ma sempre uniti sotto la nobile egida di Tom Clancy e rigoroso genitivo sassone, indispensabile per nobilitare anche i capoversi più disastrosi di cui quei tomi erano effettivamente pieni. Tom Clancy sembra puntare a una pensione da favola, e piazza il suo marchio un po' ovunque e senza un reale controllo della qualità, dando vita a diverse serie di romanzi alquanto scadenti (Op Center e NetForce sono effettivamente illeggibili) e permettendo a Ubisoft di aumentare l'offerta dei suoi titoli a dismisura.
In Francia iniziano però a farsi qualche conto in tasca, scoprendo che sarebbe costato molto meno riempire di soldi lo scrittore una sola volta, piuttosto che continuare a pagargli un numero crescente di royalties. Nel 2008, la compagnia guidata da Yves Guillemot, CEO di Ubisoft, consegna la "proposta indecente" a Tom Clancy che accetta, a sorpresa, di vendere il suo nome a Ubisoft per una cifra, mai rivelata ufficialmente, che dovrebbe aggirarsi intorno ai 60 milioni di euro. Il Tom Clancy dei videogiochi, e di tutte le proprietà intellettuali che potrebbero scaturire da essi, diventa così di proprietà francese, in una prima volta che non abbiamo mai più visto ripetersi. E che continua a portare fortuna se ancora oggi, a distanza di sei anni dalla sua scomparsa, la firma diventata logo farà la sua apparizione anche sull'imminente The Division 2, o più precisamente Tom Clancy's The Division 2. A sei anni dalla morte dello scrittore, l'unione potrà sembrare forzata, ma in realtà ha molto più senso che in tanti altri giochi Ubisoft riuniti sotto lo stesso marchio (HAWX per esempio). È proprio la necessità di creare un prodotto come The Division, basato su continui aggiornamenti, che spingerà la compagnia al sorprendente acquisto. Per quel che riguarda più strettamente Tom Clancy, l'uomo, non ce la sentiamo certo di condannarlo, del resto il meglio lo aveva già scritto...
Libri consigliati di Tom Clancy
Qualcuno ama raccontare che la fantapolitica sia come la fantascienza, ma noiosa. La definizione è certamente divertente, ma vi sconsigliamo di prenderla troppo sul serio. Abbiamo le prove: se scritta bene come quella di Tom Clancy nel suo periodo migliore, la fantapolitica è un concentrato di meccanismi emotivi che tiene incollati fino all'ultima pagina. Naturalmente è necessario che lo scrittore sia all'altezza del compito, che conosca a fondo come funzioni la macchina dello Stato e i suoi gangli più complicati e segreti. Tom Clancy si è sempre avvalso di consulenti di prima categoria, e questo spiega molte cose, ma la confidenza con la quale ha raccontato certe complesse dinamiche ha spinto alcuni a dubitare addirittura del suo passato da semplice assicuratore. La maggior parte dei suoi libri migliori sono quelli con il consulente della CIA prima, e presidente degli Stati Uniti dopo, Jack Ryan. L'epopea di questo ragazzo irlandese inizia nel 1986, attraverso l'opera prima e lettura obbligata La Grande Fuga dell'Ottobre Rosso, e prosegue per oltre venti libri di cui almeno la metà scritti con o da altri autori. I migliori naturalmente sono come sempre i primi: Il Cardinale del Cremlino, Debito d'onore, Pericolo Imminente, fino ad arrivare a Potere Esecutivo. Un altro grande successo di Tom Clancy, e libro immancabile per chi ama la fantapolitica o il techno thriller, è Rainbow Six, proprio il romanzo che ha ispirato l'omonimo gioco. Rainbow Six segue le avventure di altri personaggi ma è comunque ambientato nello stesso universo narrativo di Jack Ryan.
Film basati sulle opere di Tom Clancy
Oltre a generare tantissimi libri e a ispirare un cospicuo numero di videogame, la fervida immaginazione del prolifico Tom Clancy è servita anche a Hollywood. Le opere cinematografiche basate sui lavori dello scrittore sono logicamente meno dei suoi libri, ma la qualità media è paradossalmente più alta. Anche in questo caso, il primo da vedere è Caccia a Ottobre Rosso. Nel film l'ammiraglio russo che prova a espatriare portando in dote una nuova classe di sottomarini nucleari agli Stati Uniti è interpretato da Sean Connery, mentre il giovane Jack Ryan da un ottimo Alec Baldwin. Successivamente, il famoso personaggio verrà interpretato alla perfezione da Harrison Ford che, non contento di aver preso parte ad ogni trilogia che conta, si infila anche in questa firmata Tom Clancy e composta da Giochi di Potere del 1992, Sotto il Segno del Pericolo del 1994 e The Sum of All Fears del 2002. In quest'ultimo film, il peggiore del lotto, Jack Ryan è interpretato da Ben Affleck che passerà successivamente il testimone a Chris Pine per il più che discreto reboot Shadow Recruit, distribuito nelle sale nel 2014. Non male nemmeno la recentissima serie Jack Ryan, prodotta da Amazon e disponibile in esclusiva attraverso il servizio Amazon Prime Video.