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Zombie Army 4: Dead War provato su PS4

Un ultimo, rapido provato della versione finale di Zombie Army 4: Dead War per PS4 prima del nostro giudizio: ecco le nostre impressioni

PROVATO di Tommaso Pugliese   —   23/01/2020

Zombie Army 4: Dead War farà il proprio debutto a breve e abbiamo provato la versione finale del gioco su PS4 per capire quanti e quali passi in avanti siano stati compiuti dalla serie targata Rebellion a pochi giorni dal lancio ufficiale su PC, PlayStation 4 e Xbox One.

Nel caso non lo sapeste, il franchise in questione si pone come uno spin-off di Sniper Elite ambientato in un universo alternativo in cui Hitler, messo alle strette alla fine della seconda guerra mondiale, decide di giocare un'ultima, terribile carta.

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Il Fuhrer usa infatti le conoscenze dell'occulto acquisite dal Terzo Reich per dar vita al più potente esercito che si sia mai visto, quello composto da feroci non-morti. Così le migliaia e migliaia di nazisti uccisi si rialzano, quale che fosse il loro stato di decomposizione, e attaccano gli esseri umani nel tentativo di divorarne le carni.

Lo stesso Hitler si trasforma in una creatura demoniaca e viene sconfitto da Karl Fairburne e dai suoi compagni, come riassunto nella sequenza introduttiva di questo nuovo capitolo, ma ciò purtroppo non ferma l'incessante avanzata degli zombie.

Gameplay, struttura e novità

Completato un rapidissimo tutorial, Zombie Army 4: Dead War ci catapulta subito nel mezzo dell'azione e rispolvera il suo tradizionale cavallo di battaglia, ovverosia gli scontri a fuoco contro decine, se non centinaia, di morti viventi che procedono, pur lentamente, nella nostra direzione. Le loro intenzioni sono tutt'altro che pacifiche, dunque meglio fargli saltare le cervella (o quel che ne rimane) per metterli fuori gioco una volta per tutte, utilizzando il fidato fucile da cecchino, un fucile a pompa finalmente efficace anche dalla distanza o una pistola semiautomatica.

Anche in questo caso le tre armi a disposizione del nostro personaggio, a cui si aggiungono gli esplosivi, possono essere scambiate con altre raccolte in giro; ma c'è una gradita novità rappresentata dai banchi di lavoro delle zone sicure, tramite cui è possibile potenziare l'equipaggiamento aggiungendo funzionalità extra, aumentando la capienza dei caricatori e così via.

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Le interazioni ambientali avrebbero necessitato di qualche attenzione in più, visto che talvolta gli oggetti non vengono raccolti a meno che non ci si metta in una determinata posizione, ma per fortuna si tratta di un aspetto relativamente marginale dell'esperienza, che trova in un gunplay rinvigorito e mai così solido il proprio principale punto di forza.

In effetti, più si spara e più si vorrebbe sparare: nella sua inevitabile ripetitività, l'esperienza di Zombie Army 4: Dead War sembra consegnare ai fan della serie il sequel che stavano aspettando, capace finalmente di introdurre elementi di crescita e variazione rispetto a un passato fatto più che altro di semplici riproposizioni. Lo si nota anche e soprattutto dalla struttura delle missioni, che alla classica progressione lineare aggiungono situazioni originali in cui bisogna esplorare lo scenario alla ricerca di specifiche risorse, trovandosi spesso e volentieri ad affrontare ondate apparentemente interminabili di zombie.

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Le prime due missioni: Milano e Venezia

Chi ha apprezzato l'ambientazione italiana di Sniper Elite 4 gradirà senz'altro le prime fasi della campagna di Zombie Army 4: Dead War, che ci vedono approdare a Milano e successivamente a Venezia, in cerca di una delle ultime basi fortificate degli alleati.

Alcuni stereotipi vengono inevitabilmente a galla (anche se il milanese che dice "mamma mia!" stona un po'), ma l'occasione di vedere alcune delle nostre città più rappresentative nel mezzo di uno scontro così feroce e sovrannaturale ha il suo indubbio fascino. Certo, riconoscere qualche scorcio non è semplice, e così purtroppo il pur apprezzabile sforzo di Rebellion non trova piena e felice realizzazione: inserire dei paesaggi famosi, magari un una versione devastata dal conflitto, avrebbe aumentato non di poco l'impatto visivo del gioco.

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Detto questo, i passi in avanti compiuti dal titolo sotto il profilo tecnico sono indubbi: si nota fin dalle prime battute una maggiore cura nella produzione degli asset, e sebbene alcune sequenze paghino dazio a causa di qualche ingenuità (le esplosioni e la fisica o le rendi bene o magari è meglio trovare un qualche espediente sostitutivo), la resa generale è senza dubbio la migliore che si sia mai vista nella serie.

Su PS4 Pro, peraltro, è stata inserita un'opzione per valorizzare qualità o prestazioni, dunque bloccare il frame rate a 30 fps con risoluzione e dettagli maggiori oppure sacrificare qualcosa per puntare ai 60 fps. Inutile dire che quest'ultima modalità appare più godibile e non si ha la sensazione di rinunciare a chissà cosa, ma anche stavolta è necessario un vero e proprio riavvio dell'applicazione perché le modifiche vengano applicate: un approccio in stile PC che mal si sposa con l'immediatezza del mondo console.

Il comparto sonoro vanta anche stavolta una gran bella colonna sonora a tema, ed è un peccato che i dialoghi non siano stati doppiati in italiano come accade invece nella serie principale, lasciando in balia dei sottotitoli chi non mastica l'inglese.

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Dicevamo però delle missioni: laddove quella di Milano si presenta con una struttura tradizionale, fatta di scontri a fuoco intervallati dalla semplice avanzata nello scenario, al netto di un paio di situazioni più spettacolari, l'incarico ambientato a Venezia appare più variegato e finanche impegnativo.

Ci si trova infatti a bordo di un vaporetto, muovendosi fra i canali della celebre città, mentre intorno i non-morti spuntano da ogni dove, provando inutilmente a raggiungerci mentre li falcidiamo con un mitragliatore Gatling montato sulla nave. A un certo punto, tuttavia, il veicolo si ferma e bisogna scendere, avventurandosi pericolosamente fra le calli assediate dagli zombie per aprire ponti o raccogliere carburante.

Zombie Army 4: Dead War prova finalmente a introdurre alcune novità nell'ormai consolidata formula della serie Rebellion, aprendo a missioni più variegate e interessanti nonché a una progressione fatta anche di potenziamenti e abilità speciali. Tecnicamente il gioco appare ispirato, anche se le ambientazioni italiane non sembra siano state sfruttate com'era lecito attendersi, e il gunplay si conferma piacevole, privo delle incertezze che affliggevano i primi capitoli del franchise. Vedremo come proseguirà la campagna e, soprattutto, quali sono le potenzialità delle modalità cooperative, che potrebbero dare senz'altro un'ulteriore spinta all'esperienza.

CERTEZZE

  • Interessanti novità per armi e missioni
  • Tecnicamente molto migliorato
  • Gameplay mai così rifinito...

DUBBI

  • ...ma le interazioni andavano gestite meglio
  • Ancora tante incognite sulla campagna
  • Peccato per la mancanza del doppiaggio in italiano