L'ambizioso simulatore spaziale di Chris Roberts punta a rinnovare le cose anche sul fronte della mortalità. In single player, ovviamente, dovremo ricominciare una missione, ma nel comparto MMO del titolo questo non è possibile.
Per affrancarsi dalla classica formula dei giochi online, con un respawn e malus sempre meno rilevanti, Chris Roberts ha pensato alla morte permanente con un erede pronto a prendere il posto e i possediment, del nostro avatar precedente. Ma un approccio del genere, nonostante possa essere evitato in molti casi grazie all'eiezione e al recupero del pilota, è da una parte iper realistico e dall'altra parte poco credibile. Per questo lo sviluppatore ha pensato a una formula ibrida che faccia risvegliare il pilota colpito in un letto di ospedale attribuendogli vari tipi di ferite permanenti.
Non ci saranno malus, per mantenere il bilanciamento, e l'avatar si troverà con un braccio bionico al posto di quello datogli dai suoi genitori, ma dopo un certo numero di ferite di questa gravità non sarà più possibile porre rimedio alle ferite e il personaggio lascerà il posto al suo rimpiazzo. Un'approccio del genere, combinato con la possibilità di scoprire galassie uniche e di uccidere nemici unici, dovrebbe consentire a un giocatore di avere una vita piena, e registrata a memoria futura, mantenendo la mortalità come elemento importante del gameplay.
Fonte: VentureBeat