Dopo le minacce di morte e di stupro ricevute da Brianna Wu e dopo le minacce di strage se un'università dello Utah avesse consentito un intervento di Anita Sarkeesian, i grandi network americani hanno iniziato a occuparsi del caso Gamergate, raccontandone alcuni aspetti e intervistando le protagoniste.
Nel frattempo le polemiche in rete non accennano a placarsi e, anzi, con la presa in carico della comunicazione di massa del caso, stanno intervenendo sulla materia anche molte personalità esterne all'industria, che hanno deciso di manifestare la loro solidarietà alle persone minacciate.
Insomma, la pretesa che tutta la faccenda sia semplicemente un tentativo di scagliarsi contro la corruzione del giornalismo videoludico e contro alcune posizioni ideologiche di personalità come la Sarkeesian è sempre più smentita dai fatti, che mostrano invece comportamenti dei coinvolti simili a quelli dei gruppi estremisti, segno evidente che le argomentazioni a disposizione sono di una debolezza disarmante.