Con il gioco ormai sugli scaffali dei negozi, Sean Murray è tornato a parlare di No Man's Sky per spiegare la sua visione di questa peculiare esperienza e chiarire alcuni aspetti che potrebbero essere stati male interpretati dagli utenti.
Nel corso di un'intervista con GameReactor, Murray ha spiegato che raggiungere il centro dell'universo non è il fine ultimo del gioco. "All'inizio è ciò che avevamo in mente per No Man's Sky, ed eravamo soliti dire alla stampa 'be', potete provare a raggiungere il centro dell'universo'. Tuttavia per noi non è mai stato quello il punto."
"Il fatto è che pensare che ci fosse un obiettivo sembrava essere d'aiuto ai giornalisti e ad alcuni giocatori alle prese con No Man's Sky, in un certo qual modo li tranquillizzava. In realtà non abbiamo mai voluto creare un gioco perfetto; magari attraverso gli aggiornamenti potremo avvicinarci a quel punto, ma non l'abbiamo pensato in quel modo. Non abbiamo stabilito di realizzare un titolo che avreste potuto giocare per sempre, anche se è possibile che in un paio d'anni, dopo aver introdotto degli aggiornamenti, l'esperienza si avvicini a tale risultato."
"Quello che volevamo fare è creare la sensazione che giocando, atterrando su di un pianeta, ci si sentisse parte di esso, come se fosse un luogo reale. Qualcosa che ogni utente possa scoprire, in un momento di stupore, e che valga il prezzo del biglietto. Il gioco non ha bisogno di fare nient'altro che questo, e ciò basterebbe a rendermi felice."
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