Annunciato a sorpresa lo scorso settembre, durante la conferenza in cui Apple ha presentato iPhone 7, Super Mario Run approderà fra pochi giorni su App Store adottando un modello premium: alcuni contenuti del gioco saranno accessibili gratuitamente, ma per sbloccare l'esperienza completa bisognerà pagare 9,99 euro.
Una scelta coraggiosa per Nintendo, in controtendenza rispetto a quanto fatto con Miitomo e Pokémon GO. Il primo è stato capace di raggiungere in poche settimane i dieci milionio di utenti, salvo poi accusare un grosso calo a soli due mesi dal lancio.
Ben altri risultati ha invece ottenuto Pokémon GO, diventato in breve tempo un vero e proprio fenomeno di costume a cui è stato dato ampio risalto anche sulla stampa generalista, in grado di totalizzare 75 milioni di download nelle prime settimane e 600 milioni di dollari di incassi.
Miitomo rappresentava un primo passo per Nintendo sui dispositivi mobile, ed è dunque del tutto normale che la casa nipponica abbia utilizzato il progetto per "prendere le misure" a un mercato che non conosceva, ma che vanta senz'altro un enorme potenziale. Pokémon GO ha quindi concretizzato un'intuizione brillante, ma è con Super Mario Run che l'azienda gioca la propria carta migliore per accessibilità e popolarità, prendendo il suo franchise di punta e trasportandolo sui dispositivi iOS (e poi, probabilmente, su Android) con meccaniche classiche riadattate al nuovo contesto.
Il gameplay del gioco ci vedrà controllare i movimenti di Mario con una sola mano grazie alla corsa automatica, ma in termini strutturali e qualitativi il prodotto sarà del tutto simile a quanto visto negli ultimi anni su Nintendo 3DS. Da qui l'esigenza di far pagare il level design e il feeling tipici della serie a un prezzo decisamente sopra la media per le produzioni mobile, che negli ultimi anni hanno visto la preponderante diffusione del modello freemium a discapito di quello premium, con tutto ciò che ne consegue.
Se Nintendo riuscisse davvero a vendere milioni di Super Mario Run su App Store a 9,99 euro, si aprirebbe una nuova stagione per il mobile gaming, e non solo per la casa di Kyoto. Rinfrancati dalla possibilità che una produzione premium di qualità venga effettivamente recepita come tale dall'utenza, anche i maggiori team di sviluppo impegnati su iOS e Android potrebbero lavorare a progetti di più ampio respiro e arginare un fenomeno, quello dei titoli freemium, che i videogiocatori propriamente detti non hanno mai apprezzato.