Le recenti novità emerse sulla presunta "Game Mode" in arrivo all'interno di Windows 10 hanno riportato in evidenza gli sforzi, da parte di Microsoft, nel cercare di rientrare sul mercato gaming per PC, che vanno a sommarsi alla lotta serrata che già la compagnia sta portando avanti sul fronte console contro un avversario diretto che sembra difficilmente raggiungibile, almeno per il momento.
La misteriosa modalità in questione è una soluzione tecnica studiata per facilitare le operazioni di sviluppo in ambito PC e Xbox, ma si tratta anche di un'iniziativa che può avere risvolti importanti sul fronte degli utenti, andando a inserirsi nella complessa politica di accentramento di Microsoft che punta evidentemente a una riunificazione degli ambiti PC e console all'interno di un grande ecosistema quanto più possibile compatibile. Il primo passo è stato fatto con la produzione di una console dall'architettura in linea con quella PC, a cui si è aggiunta la fondamentale introduzione di Windows 10 come base caratterizzante del sistema operativo di Xbox One, e il progetto è proseguito con il programma Play Anywhere, che cerca di abbattere le barriere tra i due mondi creando una fondamentale unità di esperienza, con gli utenti in grado di passare indistintamente da una piattaforma all'altra portandosi dietro acquisti e progressi di gioco. Lo stesso Windows 10 ha strutturato tutta la sua componente ufficiale riguardante il gaming sul brand Xbox, e il lancio dell'Anniversary Update ha consentito un'effettiva compenetrazione dei due ambienti con lo streaming da Xbox One a PC e una maggiore integrazione delle caratteristiche Xbox Live su Windows, con la persistenza dell'account da una piattaforma all'altra, base indispensabile per la partenza del Play Anywhere.
Microsoft ha certamente i numeri dalla sua parte quando si parla di PC e sistemi operativi, e l'adozione di Windows 10 sembra procedere a gonfie vele per l'utenza, come dimostra il fatto che oltre il 50% degli iscritti a Steam, pubblico in gran parte esperto e poco propenso ad adottare alla leggera le nuove soluzioni imposte dalla casa di Redmond, utilizza la nuova versione del sistema operativo.
Tuttavia, la strada è impervia: tutto si riconduce al concetto dell'Universal Windows Platform e l'attrattiva che questa può esercitare sugli sviluppatori. Le semplificazioni introdotte nello sviluppo e nella conversione dei giochi tra le piattaforme della famiglia Microsoft possono bastare a convincere gli addetti ai lavori ad entrare nel nuovo ecosistema, da molti visto come una pericolosa limitazione alla libertà caratteristica dello sviluppo su PC con l'introduzione di elementi tipici di un sistema chiuso?
Ha fatto un certo scalpore la dura presa di posizione da parte di Tim Sweeney nei confronti dell'UWP qualche tempo fa, tuttavia mitigata da un approccio di Microsoft che sembra piuttosto distante dalle derive totalitarie paventate dallo storico sviluppatore Epic, ma il suo pensiero sembra comunque essere condiviso da molti. Inoltre, i progetti della casa di Redmond sembrano girare intorno all'adozione di Windows Store come punto fermo per lo sfruttamento dei vantaggi offerti dalla piattaforma di sviluppo unificata, ma lo scontro diretto con Steam è difficilissimo anche per un gigante come Microsoft, e il contrasto potrebbe risultare dannoso per tutto il programma di gaming del futuro su PC e Xbox. Questo potrebbe avere conseguenze importanti anche su Scorpio, che in base agli ultimi sviluppi sembra porsi come chiave di volta in tutta la struttura, facendo da punto di congiunzione fondamentale tra PC e console.
Dal punto di vista squisitamente tecnico, l'adozione della piattaforma unitaria e questo Game Mode che sembra esserne conseguenza diretta aprono prospettive molto interessanti, facilitando lo sfruttamento dell'hardware soprattutto per quanto riguarda Scorpio, che potrà partire già da una rodata base di sviluppo su PC, ma per quanto riguarda l'offerta ludica è auspicabile da parte di Microsoft un grosso sforzo, sia sul fronte della spinta fornita dalla produzione interna di titoli, che in termini di elasticità nei confronti dell'esterno. Il rischio è che l'abbattimento delle barriere interne possa tradursi in un isolazionismo nei confronti di tutto ciò che rimane al di fuori del "giardino recintato".
