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Embarghi delle recensioni sempre più a ridosso delle date di lancio, tra sospetti e necessità

Dopo l'ennesimo caso, parliamo un po' della nuova politica sugli embarghi delle recensioni

NOTIZIA di Giorgio Melani   —   06/02/2017

Succede sempre più spesso in questi anni che l'embargo sulle recensioni di titoli anche particolarmente attesi venga spostato a ridosso del lancio sul mercato, o in certi casi addirittura dopo, come accadrà per For Honor. La cosa desta ormai diversi sospetti nella community dei giocatori, perché viene naturale sospettare che dietro una decisione del genere ci sia la volontà, da parte del publisher, di non inficiare il lancio con valutazioni eventualmente negative sul gioco.

Embarghi delle recensioni sempre più a ridosso delle date di lancio, tra sospetti e necessità

In verità ci sono casi in cui questa scelta può avere un certo senso, come per i giochi fondamentalmente incentrati sul multiplayer e sulla costruzione di vaste community, e For Honor rientra in effetti in queste situazioni, così come (in maniera parziale) anche Steep sempre di Ubisoft. In questi casi la necessità di sperimentare l'ambiente online su vasta scala diventa parte integrante della valutazione del gioco, essendo un elemento che incide in maniera netta sul gameplay e un giudizio equilibrato deve dunque tenere conto delle interazioni online con una quantità quanto più vasta possibile di giocatori oltre che degli eventuali vantaggi o problemi tecnici dell'infrastruttura online. È anche vero che in precedenza venivano attuate soluzioni per ovviare a questo problema organizzando appositamente sessioni di gioco multiplayer per i recensori che potevano in questo modo farsi un'idea piuttosto precisa dell'esperienza, anche se la differenza con un ambiente effettivamente aperto al pubblico può essere enorme, sia nel bene che nel male. In ogni caso, risultano decisamente meno giustificabili i posticipi degli embarghi sui giochi che hanno una componente single player predominante, quando non esclusiva. Su questo fronte si assiste a un mantenimento del tradizionale vantaggio temporale delle recensioni soprattutto per quanto riguarda le produzioni first party, ma vari publisher hanno iniziato ad agire diversamente.

Bethesda ha praticamente adottato il trend di avvicinare l'embargo delle recensioni al lancio dei giochi (è accaduto con Skyrim - Special Edition, Dishonored 2 e DOOM), per produzioni che in effetti non hanno elementi online di rilevanza tale da giustificare la scelta, ma ci sono stati altri esempi. La necessità di applicare mastodontici aggiornamenti al day one potrebbe essere tra le cause di queste iniziative, anche se una versione review aggiornata potrebbe forse essere comunque preparata qualche giorno prima del lancio ufficiale, giusto per non ritrovarsi a dover valutare un gioco da decine di ore in una giornata.

Embarghi delle recensioni sempre più a ridosso delle date di lancio, tra sospetti e necessità

Le testate online si stanno comunque organizzando, in diversi casi abbiamo assistito al passaggio dalla valutazione secca tradizionale con voto a un approccio flessibile fatto di recensioni progressive, con voto posticipato o soluzioni simili, particolarmente plausibili in contesti che richiedono un approfondimento maggiore sul lungo termine ma, anche in questo caso, non necessariamente applicabili a giochi che hanno comunque una struttura classica ben definita e magari single player. L'idea maliziosa che si fa strada in questi casi è che la scelta dei publisher possa essere dettata, come detto in precedenza, dalla volontà di non influenzare negativamente le vendite con voti non perfettamente in linea con l'hype generato, per giochi che magari hanno già fatto registrare buone quantità di preordini. A questo proposito un articolo pubblicato tempo fa da Kotaku sollevava dubbi sulla motivazione per cui alcuni youtuber sembrano godere di accessi anticipati a copie review di giochi che per le altre testate hanno embarghi a ridosso del lancio, facendo pensare alla volontà di frenare le valutazioni classiche dando spazio alle coperture degli "enthusiast".

In ogni caso, per il pubblico più attento decisioni del genere da parte dei publisher possono essere armi a doppio taglio, perché sembrano tradire una certa insicurezza sull'effettiva qualità dei giochi. È forse una situazione che richiede adattamenti e scelte diverse da parte dei vari attori in campo: forse per le testate online diventa necessaria la suddetta flessibilità nel modello di valutazione ma viene da pensare che il pubblico possa reagire a questo status quo con un atteggiamento più attendista e prudente sugli acquisti.